26 - This is a wild game of survival

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"Tu mi fai paura...
Mi fai sentire immatura,
La tua natura
Mi fa ardere la fessura,
Diventi una crepatura
Nel cuore fatto di segatura
Mentre mi fai ribollire di paura
Che mi pervade ogni smussatura
Condannandomi alla tortura."

Ayane-Sensei

La definizione di cazzata è:Comportamento o frase di una stupidità sconcertante; errore madornale

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La definizione di cazzata è:
Comportamento o frase di una stupidità sconcertante; errore madornale.
"bella c. hai fatto!".

Io ero un'esperta in materia, se mi avessero chiesto quale fosse la mia specialità, il mio talento, la mia abilità, avrei risposto con testuali parole: "fare cazzate".
Combinavo certe idiozie senza neppure rendermene conto, e ora ne stavo per combinare un'altra.

Sbagliare...
Sbagliare o restare nel giusto?

Restare nella propria bolla, cercando di tutelare il tutelabile, di salvare il salvabile...
Ma quando non vedevi null'altro che nero fosco, appena si presentava davanti a te uno spiraglio di grigio, ti ci fiondavi a capofitto, nella speranza di scorgere altri colori. Altra luce. Di avere di più. La libertà. La vista. Tutto quello che si desiderava avere. Qualcosa che rendesse liberi in un mondo dove la libertà veniva data per scontata, nonostante nessuno lo fosse per davvero, libero.

Io ero abile nell'arte innata di fare cazzate, sembrava quasi che mi ci impegnassi.

Feci scivolare in gola il groppo di agitazione con fatica e mi girai verso la porta del bagno, inquieta e già certa della mia scelta. Della mia prossima cazzata. Ero pronta a tutto, tranne che a lui. Ma se una cosa era certa, era che io non mi sarei fatta sfuggire un'occasione per ritornare a essere libera, nonostante il prezzo da pagare in caso di sconfitta fosse alto. Nonostante il premio in palio mi metteva a soqquadro la mente e lo stomaco dalla paura.

Se io ero una maledetta incosciente esperta in idozie, allora lui era un mostro perfido e agghiacciante che si divertiva a farmi venire i brividi, e non solo per il terrore che iniettava nelle mie vene, ma per le sensazioni che mi faceva permeare sottopelle, come una droga che ti annebiava la mente, fino a renderti duttile creta da modellare con le sue stesse mani.

Mi guardai allo specchio del bagno, con fare spento, a stento riconoscevo il mio stesso riflesso. Non mi sembravo neppure io, quella riflessa dal vetro. Non sembravo più la stessa di un tempo, non sapevo neppure se sarei mai ritornata a essere come in passato.

Tentennante, feci qualche passo, fino a raggiungere la porta del bagno. Afferrai la maniglia e la strinsi tra i polpastrelli tremolanti. L'ansia pompava dentro di me come un cavallo impazzito. Non ero pronta a questo... non lo sarei mai stata. Non sarei mai stata pronta a uno come lui. Non sarei mai stata pronta per Amon. Non volevo esserlo. Io lo odiavo. E doveva restare così, le mie emozioni non dovevano mutare, dovevano restare negative. Dovevo odiarlo e basta.

The Serpent of DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora