29 - I'm selfish, I know, But I don't ever want to see you with him

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"L'amore cieco
Colpisce di sbieco,
Fa breccia con fare tetro
Nel cuore fatto di vetro
Dove io mi perdo e annego,
Attratta da te fino allo stremo
Finché nella mente ho l'eco
Della tua voce... il mio arsenico."

Ayane-Sensei

Ayane-Sensei

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Uragano.

La mia vita, la mia intera esistenza, in un modo alquanto folle, si era tramutata in un gigantesco uragano di sensazioni ed emozioni che erano così contrastanti da farmi venire il mal di testa, al solo riflettere.

Erano successe così tante cose in un lasso di tempo così breve, anche se mi sembravano passati secoli da quando ero stata rapita e portata in questa dimora oscura che ospitava due pazzi, i fratelli Le Savage.

Ora uno dei due fratelli era seduto sul letto dove stavo stesa prona, fingendo di dormire per evitare di parlare e di dover guardare in faccia questi mostri.

Li odio. Entrambi.

«Venere, sveglia!», esordì la voce sarcastica e irrisoria di Kai.

«Devo buttarti giù dal letto per farti aprire gli occhi?», domandò divertito, molto tentato da quella possibile opzione.

Io scossi il capo, assonnata e spossata mentalmente. Sbiascicai un «Non... non è necessario», come risposta, e poi mi voltai e rigirai tra le coperte linde, sollevandomi fino a sedermi sul bordo del letto.

«Sono... sono sveglia», mormorai, fievole e stanca.

«Non sembra, sai?», mi prese in giro lui, guardandomi il viso con una tale attenzione da mettermi seriamente a disagio.

Il silenzio assoluto si impossessò della stanza adorna di sensazioni confusionarie. Odio, paura, agitazione, desiderio, timore, umiliazione, e tanto altro, che non sapevo come descrivere.

Certe emozioni ci sono e basta, non hanno definizioni e non è possibile comprenderle.
Certe emozioni... le provi e basta, senza sapere cosa stai sentendo.

La mia mente era un casino, un totale caos dove chiunque avesse provato a mettere ordine si sarebbe rassegnato.

Avevo una domanda che mi piroettava sulla punta della lingua, nella speranza che io la esponessi ad alta voce.

Avrebbe risposto?

Tanto valeva, almeno, fare un tentativo...

«Kai... io da quanto tempo sono qui?», domandai inebetita e con voce fioca come la luce che Amon aveva negli occhi.

Oddio...
Perché sto pensando agli occhi di quest'uomo?

Perché, anche quando lui non è presente, è come se lo fosse?

Perché quando non mi è vicino mi sento... stranamente sola?

Non è normale.
Nulla in questa storia è normale.
Io non lo sono.
Lui non lo è.
Quello che ci lega è una bugia folle.
Quello che ci divide è l'unica verità.

The Serpent of DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora