Capitolo 30

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I giorni passavano ad una velocità disarmante e i ragazzi continuavano ad avere nella loro vita delle questioni in sospeso che probabilmente sarebbe stato meglio risolvere prima di tornare alla vita abituale. Alex avrebbe dovuto aprire gli occhi e capire che tutto quello che finora lo aveva tormentato non era la realtà, che quello che era successo nel passato era passato e che non poteva vivere con il costante timore che potesse accadere tutto di nuovo. Luigi aveva provato a farglielo capire in tutti modi, ma non ci era riuscito, dopotutto un trauma non si può cancellare con facilità, nemmeno se lo si vuole. Altri invece dovevano fare i conti con il proprio cuore e cercare di mettere pace in tutta quella guerra che avevano dentro; chi smettendo di scappare dalla vita e dai problemi, pensando che quella fosse alla soluzione, e chi invece iniziando a prendere l'iniziativa facendo qualcosa di concreto e non solo aspettando che le questioni si risolvano da sole. E poi c'era chi doveva fare i conti con la realtà, iniziando a realizzare che quell'estate stava finendo e che presto sarebbe arrivata l'ora di tornare a casa: in un luogo così diverso da dove avevano trascorso, forse, l'estate più bella della loro intera esistenza. 

E mentre i ragazzi continuavano a vivere cercando di risolvere questi problemi, qualcun altro faceva le proprie considerazioni su quella vacanza, che si stava rivelando più interessante del previsto. Infatti i genitori dei ragazzi avevano notato che da quando si erano riuniti erano tutti molto più felici e che quella vacanza lì aveva cambiati in positivo. Inoltre loro credevano fortemente nel legame di sangue che c'era tra di loro e per questo era stato molto difficile separarsi e adesso che si erano ritrovati non avrebbero mai voluto lasciarsi nuovamente. Per questo motivo volevano escogitare un piano per far sì che questa separazione non avvenisse di nuovo. La prima cosa che veniva in mente a tutti quanto era tornare a vivere tutti in una sola città, e avrebbero davvero voluto fosse così facile come sembrava mettere in pratica quell'idea, ma in verità non lo era per niente. Non si poteva di certo lasciare una città di punto in bianco pensando di poter ricominciare daccapo in un nuovo posto; c'erano tanti fattori a cui pensare, il lavoro, la casa, la scuola, e molto altro. Però erano disposti a trovare una soluzione anche a costo di dover tornare a casa per poi ritornare a Roma. 

Era una tranquilla sera di Luglio quando Mattia abbandonò la casa della zia, nella quale tutti i componenti della famiglia vi si erano riuniti per una cena, e si diresse verso la spiaggia. Aveva sempre amato il rumore del mare, ma lo apprezzava molto di più durante la sera, quando nessun rumore artificiale ne poteva nascondere il suono. Il rumore delle onde marine che si schiantavano sulla costa gli davano una sensazione di calma tale da fargli dimenticare tutti i problemi, e in quel momento ne aveva proprio bisogno. Quando arrivò in spiaggia come prima cosa si tolse le scarpe poi si avvicinò all'acqua e la sfiorò con i piedi. A primo impatto gli risultò un po’ fredda, ma dopo poco, essendosi abituato alla sensazione, non ci fece più caso e cominciò a camminare per la riva. Nell’esatto momento in cui aveva toccato l’acqua il suo corpo si era rilassato e aveva smesso di pensare, ma questa pace interiore non durò molto; infatti dopo un po’ di tempo passato a camminare aveva deciso di ascoltare un po’ di musica, nella speranza che questa gli facesse dimenticare tutto quello che il rumore delle onde non era riuscito a far calmare. Ma la fortuna quel giorno non era dalla sua parte, infatti le canzoni che iniziarono a risuonare nelle sue orecchie erano tutte tristi e avevano come sfondo principale il tema dell’amore; praticamente tutto ciò che lui stava provando a dimenticare. Si sedette sopra una roccia mentre guardava le onde marine fare avanti e indietro. Sospirò...non riusciva a credere che in neanche un mese fosse stato capace di innamorarsi, non riusciva a credere di essersi innamorato quando l’unico obiettivo che si era posto per quella vacanza era quello di divertirsi. Lui non credeva nell’amore, non ci aveva mai creduto, non aveva mai creduto al fatto che qualcuno potesse far provare certe sensazioni, non ci credeva prima e non pensava di iniziare a crederci in vacanza, quando aveva pensato a tutto tranne che all’amore. Se gliel’avessero detto qualche mese prima che durante una vacanza si sarebbe innamorato... probabilment non ci vrebbe creduto, si conosceva troppo bene non sarebbe potuto accadere mai nella vita, eppure adesso eccolo lí, seduto su una roccia con le mani nei capelli e la atesta stracolma di cose. Mentre se ne stava seduto su quella roccia a riflettere su tutte queste cose per un attimo gli venne da chiedersi come se la stesse passando l’altro, come stava Luca? come stava nel non sentirlo piú? perché lui stava malissimo, si sentiva in colpa e gli mancava da morire l’altro. Ogni giorno ricordava gli ultimi istanti che avevano vissuto insieme prima di non parlarsi piú per giorni. Proprio mentre stava pensando questo il telefono gli vibró e quando lo estrasse vide una notifica da parte di Luca, l'ennesimo messaggio, l'ennesima supplica di tornare, l’ennesima pugnalata al cuore, l’ennesimo senso di colpa…, l’ennesimo messaggio ignorato. Mi manchi… come potevano due semplici parole ad avere un significato cosi potente? Mattia aveva perso il conto dei giorni che erano passati senza parlarsi e aveva perso il conto di tutti i ‘mi manchi’ che Luca gli aveva mandato. I primi giorni gli mandava molti piú messaggi, nella speranza che il piú piccolo rispondesse, ma poi con il passare del tempo aveva perso un po’ le speranze e aveva deciso di mallentare la presa, non mandandogli piú messaggi, ma una cosa continuava a farla: ogni giorno gli mandava un messaggio con scritto mi manchi… affinché l'altro ne fosse a conoscenza. 

Tu sei diverso 2// Alex e Luigi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora