Capitolo 28

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Mattia non sapeva dove Luca lo stesse portando ma sapeva che, ovunque fosse, il luogo dove si trovava al momento gli metteva ansia e paura, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Aveva paura, l'unica emozione di cui si vergognava con tutto se stesso. La vedeva come un emozione tipica dei bambini, e lui non voleva essere paragonato a un bambino. Ma la verità é che con i suoi amici era abituato a mascherarla per paura di essere giudicato, invece adesso non c'era nessun motivo per nasconderla.
<<Dove mi stai portando?>> chiese guardandosi intorno ma riuscendo a scorgere soltanto il buio che li avvolgeva. Nella sua voce si poteva notare un pizzico di quella paura che stava cercando di nascondere e Luca, notandola, sorrise per l'ingenuità del ragazzo. Non gli diede una risposta, ormai erano praticamente giunti a destinazione, aspettò che vedesse con i propri occhi. Dopo un paio di metri ancora, e un sacco di rumori che mettevano ancora più ansia a Mattia, avevano svoltato un angolo e si erano trovati davanti a un sacco di ragazzi.  Improvvisamente l'ansia di Mattia di affievolì lasciando spazio a un lieve stupore.
<<Eccoci arrivati>>esclamò subito dopo Luca avvicinandosi ai ragazzi per salutarli. Mattia adesso si sentiva un po' a disagio e fuori luogo. Si sentiva in un contesto in cui normalmente avrebbe fatto dei passi indietro e sarebbe tornato da dove era arrivato. Ma in quel caso non poteva farlo, il motivo principale è che non sarebbe stato rispettoso nei confronti di Luca; il secondo motivo è che non sapeva neppure dove si trovava e ritrovate casa non sarebbe stato per nulla semplice.
Mattia si limitò a seguire con lo sguardo Luca, che nel frattempo si era andato a sedere su un muretto di fronte agli altri ragazzi. Poi Luca  guardò Mattia, come congelato sul posto per paura di essere giudicato, che con lo sguardo gli urlava di guardarlo e di aiutarlo, allora gli sorrise dolcemente e con la mano picchettò vicino a se, facendogli intendere ovviamente di andarsi a sedere vicino a lui. Mattia si avvicinò a piccoli passi tremanti guardando i ragazzi che avevano iniziato a parlare. Quando fu abbastanza vicino Luca lo prese per un polso e se lo tirò addosso, facendolo sedere tra le sue gambe.
Le braccia gli circondavano il corpo e sentiva il suo fiato sul collo, cosa che lo mandava fuori di testa.
<<È timido?>> Chiese con nonchalance uno dei ragazzi.
Luca sorrise guardando il ragazzo tra le sue braccia e poi rispose.
<<Un po'>> Mattia avrebbe desiderato rispondere e smentire quello che l'altro stava dicendo ma non trovava le forze per farlo, allora rimase in silenzio lasciando che le braccia di Luca lo culassero come un bimbo. Sentiva il corpo andare a fuoco ovunque Luca passasse le mani e il suo respiro sul collo gli mandava completamente in tilt il cervello, non facendogli capire più niente. I ragazzi ripresero a parlare non curanti del fatto che ci fosse anche Mattia lì.
Mattia più ascoltava e guardava i ragazzi che lo circondavano, di cui adesso faceva parte anche Luca, più si sentiva inadeguato; niente riusciva a togliergli dalla mente l'idea di alzarsi e andarsene. Ma si ripeteva che doveva restare per Luca, poi però si diceva che Luca gli avrebbe chiesto spiegazioni il giorno dopo e allora si sarebbe scusato con lui. Insomma non aveva le idee molto chiare e continuava a farsi questi viaggi mentale da minuti che gli sembravano interminabili. Smise di pensare solo quando iniziò a sentire le labbra calde di Luca poggiarsi sul retro del suo collo. In quel momento il cervello si annebbiò e ogni capacitá di pensare cose sensate andò a quel paese.
Oh cazzo pensò continuando a sentire quelle labbra staccarsi e attaccarsi sul suo collo. Stava uscendo pazzo e si sentì improvvisamente nudo agli occhi degli altri. Un senso di imbarazzo lo stava pervadendo e non capiva come mai Luca non avesse paura del fatto che qualcuno lo potesse vedere. Quando la razionalità abbandonò cometamente il corpo di Mattia decise che doveva vendicarsi. Così si alzò di scatto e si mise seduto a cavalcioni su di lui dando le spalle agli altri ragazzi, che sembrava non si fossero accorti di niente, e iniziò la stessa tortura che Luca stava infliggendo a lui. Iniziò a lasciare baci per tutto il retro del suo collo, lasciando anche dei segni leggermente violacei in qualche punto,e iniziò a respirargli nell' orecchio. Luca, dal canto suo, non era messo meglio di Mattia. Stava impazzendo, non riusciva a sentire nient'altro se non il fiato di quella piccola peste sul suo orecchio e quelle labbra che vagavano tranquille espolarndo il suo collo. Stava impazzendo e non riusciva neanche più a capire cosa gli altri stessero dicendo, captava solo qualche parola e accennava qualcosa con la testa, così da dare l'impressione di star ascoltando. Aveva anche lui il cervello in tilt e allora gli venne spontaneo appoggiare una mano sul petto dell'altro iniziando ad accarezzarlo e l'altra la mise inconsapevolmente sul suo sedere. È inutile dire che quella mano ci mise davvero poco a passare dal petto del ragazzo alle sue parti basse.
Stavano davvero per fare quelle cose in pubblico?
Stavano davvero per fare certe cose?
Ma da quando di provocavano così?
Ma soprattutto...da quando gli amici fanno queste cose?
Queste erano le domande che Mattia di stava facendo, ma quelle che gli facevano venire più dubbi erano quelle sulla natura del loro rapporto. Cosa sarebbe successo dopo? Sarebbe cambiato qualcosa? Si sarebbero ignorati?
Mattia non sapeva rispondere a nessuna di queste domande e in cuore suo stava cercando delle risposte ma quando sentì la mano dell'altro ragazzo iniziare a scendere verso il basso aveva dato stop a tutti i suoi pensieri e si era concentrato solo su quella mano.
La situazione stava decisamente sfuggendo di mano e Luca de ne rese conto. Così, preso dal momento, si alzò in fretta, facendo scendere anche Mattia, e poi iniziò a correre con Mattia verso una destinazione sconosciuta.o I ragazzi nel frattempo erano rimasti sconvolti da quanto accaduto, non capivano cosa fosse successo per aver portato i due a correre così velocemente lontano da lì. I due nel frattempo comminarono inconsapevolmente tenendosi per mano fino a quando non furono giunti davanti una casa. Dall' esterno sembrava molto piccolo ma aveva dei colori che trasmettevano serenità. Il tempo del tragitto verso quella casa era stato breve, complice il fatto che i due ragazzi non ragionavano bene perdendo la cognizione del tempo.
La casa davanti la quale si fermarono a quanto pareva apparteneva a Luca, e alla sua famiglia, che aveva già aperto il portone e fatto entrare l'altro ragazzo. Quella sera di sicuro non sarebbe stata quella programmata, i due adesso avevano altri impegni.
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Ciao ragazzi. Oggi spazio autrice un po' più serio degli altri. Ci tenevo a dirvi delle cose.
1) volevo augurarvi buone feste, dato che non ho avuto occasione di farlo. Spero abbiate passato una buona vigilia e un buon natale.
2) Stranamente non è passato un mese da quando ho pubblicato.
3) so che mi odierete per non aver fatto un capitolo su Alex e Luigi, ma posso spiegare.
La storia per cause di forza maggiore sta per volgere al termine e mi serve scrivere anche su di loro per poterla concludere. Non vi preoccupate perché i capitoli di Alex e Luigi arriveranno anche perché c'è è una questione da finire.
4) giuro che quando ho pensato per la prima volta questo capitolo non doveva essere così, non volevo e mi ero ripromessa di non scrivere cose zozze, ma ieri mentre scrivevo le idee sono venute fuori da sole e quindi eccoci qui.
Ci sentiamo il più presto possibile con un nuovo capitolo. Un bacio 😘.

Tu sei diverso 2// Alex e Luigi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora