Carl

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Sono le 19:09 di sera. Io sono ad una riunione importante. Per me il lavoro viene prima di qualsiasi altra cosa al mondo...non ho mai lasciato una riunione solo perché i miei figli avessero un po' di febbre, per quello ci sono i medici.
<< signor Carl. Manca la sua firma>> dice il mio manager Louis.
Metto la firma e mi alzo dalla sedia per poi farlo tutti i miei dipendenti.
<< noi andiamo al pub. Vorrebbe venire con noi?>> dice Louis.
<< no. Io vado a casa. Voi divertitevi>> dico.
Mi avvicino alla macchina e Mark mi saluta.
<< andiamo a casa signore?>> mi domanda.
<< si. Sono molto stanco>> dico.
<< i miei figli tutto ok?>> domando.
<< si. La signorina Miller stava leggendo un libro al signorino William>> dice Mark.
<< nessuno ha mai letto dei libri ai miei figli. Nemmeno la loro madre. Te la ricordi vero?>> dico.
<< certo che me la ricordo>> dice lui.
<< la signorina Miller è speciale.. lei non è d'accordo?>> mi dice Mark
<< per me no. È insopportabile e insolente>> dico guardando fuori dal finestrino.
<< signore. Preferisce che la lasci all'ingresso o vuole fare la solita passeggiata serale?>> domanda Mark.
<< lasciami in giardino Mark>> dico per poi scendere dalla macchina.
Ogni sera mi piace stare da solo in giardino a pensare a tutto ciò che è successo durante la giornata.
Sono seduto sulla panchina e noto un foulard bianco con dei fiori disegnati. Lo prendo tra le mani e lo annuso.
<< è il profumo della signorina Miller>> dico tra me e me.
È insolente, insopportabile e tutto ma non riesco a licenziarla. In lei c'è qualcosa, non so cosa.
Questi pensieri tremendi escono subito dalla mia testa molto velocemente pensando a tutto ciò che sta succedendo da quando c'è lei,  cioè un disastro.
<< buonasera signor Carl>> sento la voce della signorina Miller avvicinarsi ed io nascondo il suo foulard nella tasca dei pantaloni.
<< cosa fa tutto solo?>> dice lei.
<< è casa mia. Posso stare dove voglio>> dico.
<< stia calmo, la mia era una semplice curiosità>> dice lei
<< mi sto ogni sera qui>> dico.
<< si sieda>> dico sempre io poiché è in piedi.
<< grazie>> dice lei sedendosi accanto a me.
<< io amo guardare le stelle>> dice lei sorridendo.
È cosi pura e solare ma così testarda.
<< signor Carl posso farle una domanda?>> mi chiede
<< mi dica>> dico aspettando che parli.
<< non pensa mai che dovrebbe prendere una pausa dal lavoro?>> mi dice.
<< no. Il lavoro è importante per me>> dico.
<< si ma i suoi figli hanno bisogno di lei>> dice
<< non voglio più sentirla parlare di cose che non la riguardano, chiaro?>> dico.
<< ok ma almeno ci provi>> dice lei.
<< ho detto zitta. Qui devo essere io a chiudere una conversazione>> dico alzando la voce.
<< ma>> dice lei ma io le metto una mano sopra la sua bocca per non farla parlare.
Mi guarda diritta negli occhi ed io non riesco a non guardarla, in più sto toccando la sua bocca con le mie mani.
<< ok ora va a dormire>> dico.
<< ma non ho sonno>> dice lei ridendo.
<< fa come vuole ma se ne vada da qui>> dico io.
Rimango solo e penso a cosa è successo poco fa.
La odio. Mi fa uno strano effetto. Questa donna è il male per me perché mi fa arrabbiare e mi manca di rispetto.

Il giorno dopo
<<signor Carl buonasera. Il signorino William ha la febbre>> dice la tata di William arrivando nel mio ufficio.
<< arrivo subito>> dico alzandomi dalla sedia.
Entro nella camera di mio figlio velocemente e vedo la signorina Miller cullare William tra le sue braccia.
Prima di parlare mi sto fermo sul ciglio della porta, non riesco a distogliere lo sguardo che quasi sorrido vedendo questa scena.
<< che succede qui?>> dico entrando in camera e facendo finta di nulla.
<< suo figlio ha la febbre>> dice lei.
Mi avvicino a William e metto una mano sulla sua fronte e noto che è davvero molto caldo.
La signorina Miller lo metto sul letto e mette delle pezze bagnate sulle caviglie, suoi polsi e sulla fronte.
<< vediamo come va con le pezze. Se la febbre non scende chiamiamo un medico>> dice preoccupata.
<< non deve dirlo lei>> dico.
<< com'è scortese>> dice lei guardandomi male.
<< stanotte dovremmo restare con lui. Se non vuole che mi stia io almeno ci stia lei>> mi dice.
<< ci pensa la tata. Lei torni in camera sua a dormire>> dico
<< come può essere così crudele? Suo figlio sta male e ha bisogno di lei. E stia tranquillo che passerò io la notte con lui>> dice lei mettendosi sdraiata accanto a William.
Io la guardo e non dico nulla, provo solo tanta rabbia, perché mi manca di rispetto? Io sono il suo capo per questi 3 mesi, e non dovrebbe intromettersi in fatti che riguardano la mia famiglia.
<< allora buonanotte>> dico sbattendo la porta.

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