Giorno 7

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È mattina e ora può spostare il mobile dove è sicuro di trovare una sigaretta.

Una sensazione non nuova ma rara lo pervade, come un ricordo nascosto, ma nascosto male.

Argomento evidente, invece. Il sogno dell'area di servizio dove c'era la tabaccheria non lasciava dubbi.

Ed il messaggio che l'inconscio, attraverso l'immagine della mamma che gli mostrava un occhio, ha voluto fargli arrivare con il suo linguaggio simbolico era di stare attento, prestare attenzione, "guardare".

Trovando la sigaretta, pensa banalizzando che la sensazione che sta provando sia la normale sensazione che i sogni lasciano, il loro strascico; sono sempre molte storie sovrapposte una sull'altra e nel metterla in bocca sente una voce:

-Sei proprio sicuro?

-... allora sono pazzo- esclama quasi spaventato.

-Secondo te? Non ti ricordi che abbiamo parlato per giorni?

-A dire il vero stamattina al risveglio ero molto turbato ma non ci ho fatto caso più di tanto, mi succede spesso. Pensandoci adesso mi sembra di sì, abbiamo parlato per giorni ma essendo una cosa assurda ho creduto fosse uno dei miei sogni strani.

-Che differenza c'è, per quanto ne possa sapere tu, tra il sogno e la veglia?

Ti è mai capitato di sognare quando credevi di essere sveglio?- dice con fare da saputella per confondere il suo interlocutore.

-Ok, stai parlando di dimensioni, piani paralleli di un stesso mondo?

-Hai mai sognato di star sognando?- incalza lei senza rispondergli.

-Hai mai sperato di star sognando mentre credevi di essere sveglio?

Hai mai creduto di essere sveglio ed invece sognavi?

Hai mai creduto di sognare ed invece eri sveglio?

-Ferma ferma mi confondi. Comunque sì.

-Sì cosa?

-Molte di queste situazioni credo di averle vissute.

-Da sveglio o da addormentato?

-Ooh basta, senti!

-Ok mi fermo qui. Era solo per farti dubitare di tutto.

-Credo di averlo rimosso nell'istante in cui, ieri sera, ho ricevuto la telefonata terribile con la notizia della mamma grave in ospedale.

Forse prima sognavo di parlar con te e poi mi sono svegliato bruscamente.

-Ripeti cosa hai detto!

-Credo di aver rimosso.

-No quello dopo.

-La telefonata terribile?

-Ancora dopo!

-Dillo tu no, cosi facciamo prima!

-No lo devi ripetere tu.

"Forse sognavo di parlar con te"?

-Ecco!

-E allora?

-Ripetilo!

-Forse sognavo di parlar con te.

-Ancora.

-Forse sognavo...ho capito!

Cazzo...è tardi, devo andare al lavoro.

Vuoi stare fuori o ti rimetto nella scatola?

-Il mondo è piccolo visto da là dentro, se non ti dispiace starei qui sul tavolo.

-Ok, vado.

-Ciao, buon lavoro.

-Ciga?

-Si?

-Grazie.

-Vai, sennò fai tardi!

La sigaretta che non fu maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora