Entrando in casa, al ritorno dalle ferie, Lui prende E dalla tasca dei jeans, da dove usciva di tanto in tanto durante il viaggio in auto durato otto ore e la mette in bocca; preme il pulsante di riscaldamento ma lei non risponde. E è fredda.
"È scarica...perché non me l'ha fatto notare?" pensa cercando il caricabatterie.
"Porco cane l'ho lasciato in macchina... è parcheggiata lontano...non c'è mai posto qui sotto"
"Vabbè la carico domattina quando arrivo in laboratorio" pensa spogliandosi.
"Da quanto tempo non parlo con L, aspetta che vedo come sta"
Apre il cassetto e non la trova, non vede il pacchetto di sigarette, l'ultimo da parecchi mesi.
"Deve essere qui" pensa frugando con un po' d'ansia nel cassetto del mobile che funge da raccoglitore di tutte le cose senza un posto preciso, piccole.
-Eccolo!- esclama a voce alta.
-Ciao L, come stai?
-Come vuoi che stia, chiusa in questa tomba buia?
-Ma...non vedo e-ciga alla tua portata...avete litigato? È arrivata la mia ora?
-Ahah tranquilla...non la vedrai più...
-Hai chiuso?- chiede con un sentimento ambivalente.
-Mmm- mugugna sapendo di dover dire qualcosa che le sarebbe dispiaciuto.
-Sì, il nostro rapporto è finito malamente; da un po' sto con E, anche se non te l'ho mai detto- confessa.
-Devo dirti però che questo periodo di separazione ha messo qualcosa di importante tra te e me.
-Mah non so, per me la vita non ha molto senso, perché non mi fumi, fumi solo me, solo una così mi liberi nell'aria verso una nuova vita, gassosa?
-Questa vocina l'ho già sentita... "solo una dai, tanto oramai hai smesso"; ma non eravamo amici?
-Essere amici dopo essere stati "marito e moglie" per 40 anni non credo sia possibile, lo sai vero?
Lui smarrisce lo sguardo tanto che non sembra sul posto ma altrove, in uno stato di astrazione che l'ha fatto schizzare via di lì. Una micro scarica elettrica unisce due o più neuroni del suo cervello in un tempo zero: "chissà perché il marito "marita", la moglie "ammoglia" e amante è participio presente di amare?"
Si scuote: -dipende dagli attori del nuovo rapporto- le risponde.
-Per me sì, è possibile. Infatti adesso ti cerco, mi interesso se stai bene, mi sta a cuore quello che fai anche se ho una nuova vita, una nuova compagna ormai, non tossica come eri tu per me.
Intendiamoci, non ti do colpe. Nessuno mi ha obbligato a diventare dipendente da te, ma finalmente qualcosa è successo, qualcosa che ha cambiato tutto.
Non credevo fosse mai possibile lasciarti ma dopo aver conosciuto e-ciga, è successo. E adesso la storia si rinnova con E.
-Potevi dirmelo subito, scusa, senza nascondere nulla, senza umiliarmi ai suoi occhi, frequentarla di nascosto, baciarvi e mischiare i vostri liquidi.
-Scusa, ma non riuscivo più a stare con te. Fumavo quasi di nascosto per la vergogna di non saper resistere ad una cosa che sapevo mi facesse male.
Solo che lo pensavo in default al momento di buttarvi via, non al momento di accendervi. Negli anni la mia psicosi peggiorava: stare con voi era diventato una gabbia con le sbarre sempre più fitte; ad ogni ricaduta tentavo di smettere nuovamente riuscendoci sempre più faticosamente per tre mesi, per 20 giorni o anche solo per una settimana o tre ore.
STAI LEGGENDO
La sigaretta che non fu mai
Paranormal"Lui" è un artigiano costretto a fuggire da una situazione economica disastrosa della sua attività di imprenditore e del settore in generale. Per una relazione che dura da quarant'anni, "L" come sempre lo segue. Si trasferiscono in Germania, a Monac...