PROLOGO

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Gli succedeva sempre così, in passato. 

Convinzione, a volte anche certezza assoluta, di essere arrivato al punto che smettere fosse, oltre che inevitabile, anche facile o almeno possibile.

Una ricorrenza importante, una data da ricordare come i compleanni dei venti, trenta, quaranta e dei cinquant'anni; ad ogni fallimento la speranza perdeva forza.

Dopo la prima volta a sedici anni, preso come un oggetto in un letto senza amore; potenziale ipnotico 1%, visto che non c'era nulla di bello da ricordare, nemmeno la data...

L'anniversario del matrimonio con Laura, un giorno simbolicamente unico in cui fu metà del centro dell'attenzione di tutti, al quale arrivò col fiato corto, dopo cinque anni di fidanzamento, a chiudere dietro di sé la porta blindata di casa con un piede solo, con la bellissima principessa in braccio come aveva sempre sognato e con l'illusione che, una volta chiusa, avrebbero vissuto per sempre a Neuschwanstein, il castello delle favole; non sapeva che i castelli hanno spifferi dappertutto. Non ancora...

La nascita dei figli, sia il giorno preciso che gli anniversari: possibilità unica di smettere ma... il compleanno passa e..."ce ne saranno altri" pensava ogni volta.

Oppure quella volta che, durante l'ultimo tramonto del mese, dell'anno, del decennio, del secolo e del millennio, celebrato da solo in un luogo magico, sulla radura collinare del campeggio sotto la rocca di Garda, seppellì il mozzicone dell'ultima sigaretta alla base dell'albero che faceva da palo alla rete da pallavolo (come in una tomba che avrebbe potuto visitare nel tempo a venire).

Fumando "l'ultima" in contemplazione estatica, assistette allo spettacolo azzera-pensieri di quel tramonto, rivolto verso i monti della costa bresciana del lago di Garda, illudendosi di regalare potenziale ipnotico a sé stesso...

Dopo averle dedicato un momento così unico della sua vita e della storia di miliardi di persone, si stupì di ritrovarsi scarico, inerme e senza difesa alcuna al primo risveglio del millennio.

Dopo il tradizionale pandoro e caffè di mezzogiorno con in sottofondo il concerto di Vienna, cercando e trovando con agitazione una sigaretta da qualche parte, qualche boccata e già si chiedeva dove avrebbe potuto comperarne un pacchetto, in quel giorno festivo.

Ci vuole altro per trafiggere la gola del fiammeggiante drago...

Quattro anni senza?

Potenziale ipnotico apparentemente altissimo, se non fosse che, in fondo (e i sogni glielo confermavano) non si sentì mai un ex-fumatore, un uomo libero, ma Dante in esilio ed errabondo per le corti italiane.

Ed il "mai" è tantissimo tempo...

Lui viveva nostalgicamente nel passato, fantasticando su quanto credeva di essere stato libero quando si concedeva di fumare, con la costante e istantanea associazione di ogni episodio saliente della sua vita con l'illusoria sensazione di aver avuto scelta.

Il paradosso incomprensibile di chi non si sente libero all'idea di superare una dipendenza che dura da molto e "preferisce" non finisca mai.

Il cortocircuito della volontà umana: anziché sentirsi dipendenti e soffrire di questa condizione di schiavi, si invertono le polarità e, per evitare la sofferenza dell'astinenza fisica e psicologica, illudersi di essere indipendenti per la possibilità, teorica, di poter scegliere se fumare o no.

Un po' come il condannato all'ergastolo che mette i fiori, abbellisce e si fa piacere la sua cella.

Fraternizza con i suoi carcerieri e, per non soffrire maggiormente, si convince che stare in una gabbia non sia poi così male e che, in fondo, abbia scelto lui di starci...

La sigaretta che non fu maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora