"Mamma mia che sogno" pensa svegliandosi e, restando a letto in un bagno di sudore come avesse sfebbrato tutta la notte, rivive in pochi attimi, come un film che gira a velocità pazza, una storia così lunga che sembra sia durata un anno.
Sotto l'acqua calda della doccia che gli picchia sui capelli e scivola veloce lungo il corpo, rivede alcune immagini legate da un filo invisibile che gli danno una netta sensazione di rivelazione.
Il sogno lo trattiene per pochi attimi svanendo nel momento in cui affiorano gli impegni della giornata.
È tardi e, vestendosi tra un sorso e l'altro di caffè, al momento di uscire dalla porta si chiede: "Dove ho lasciato il pacchetto di sigarette?... e quella elettronica?"
Una rapida occhiata sul comodino, sul tavolo e sul mobile della tv, persino in bagno, dove è solito fumare. Niente. Guarda l'orologio ed esce pensando: "Adesso i tabaccai sono chiusi...mica muoio vero? Fino alle undici ci arrivo, vado al chiosco col caffè e le compro" sentendo già la dipendenza fisica pretendere il suo cibo.
Le undici arrivano a fatica e con molta energia consumata per respingere il craving. Esce dal laboratorio per recarsi al chiosco di Sendlinger Tor sulla vicina piazzetta, dopo essere passato dal bar all'angolo per un caffè to-go.
In fila davanti a lui c'è una donna in un cappotto molto elegante, capelli lunghi a boccoli color castano fino sotto le spalle, al centro di una leggera nuvoletta profumata, attraente come quello dell'arrosto con patate al forno che usciva dalla cucina della mamma: irresistibile.
"Sai se si gira ed è un mostro di sessant'anni tutta rifatta?" pensa con un sorriso ebete.
"Com'era quella battuta? Ah sì...dietro liceo...davanti museo" quasi sperando lo fosse, da museo.
No, non lo è ma ancora non lo sa.
– Buongiorno signora, come sta? – saluta cordialmente una commessa italiana che la riconosce – non la vedo da un po'...i soliti due pacchetti di Marlboro rosse morbide? – chiede mettendo già mano allo slot giusto.
Mentre appoggia i due pacchetti sul bancone si sente rispondere: – Non ci vediamo da un anno esatto...è un anno che ho smesso del tutto di fumare. Anzi, stasera sarà un anno e un giorno!
– Se tutti fossero come Lei, potrei chiudere–dice la proprietaria della tabaccheria con una battuta di pessimo gusto, tra gli sguardi interrogativi degli altri avventori che non comprendono il dialogo.
– Eh sì – dice lei con una risposta di quelle che intendono tagliare corto.
– In cosa posso servirla, allora?
– Mi dia due marche da bollo per il passaporto.
– Ecco a Lei e torni presto a trovarmi – dice mettendo i soldi nel cassetto, alludendo ironicamente al fatto che spesso chi smette riprende.L'origine di un incidente stradale dipende qualche volta da più concause: nello stesso momento in cui il conducente del veicolo distrae gli occhi per un attimo dalla strada e li posa sul cellulare, per lo stesso motivo il pedone attraversa col rosso e il fondo gelato della ghiacciata notturna è concausa all'irreparabilità della tragedia.
Lui, avvicinatosi troppo alla signora senza volto e senza età ma con un profumo che non lo fa accorgere di esserle troppo vicino; lei che, cogliendo l'ironia della tabaccaia con un "vaffanculo...mica mi rivedi ancora" tra le labbra, si gira di scatto.
Come una donna che contro la sua legge abbassa il burka, nello stesso istante in cui svela il suo viso, lei gli schiaccia addosso il bicchiere di cartone con il caffè ancora caldo che lui teneva in mano.
– Oh mein Gott...was habe ich gemacht...entschuldigen Sie bitte!! – si scusa sinceramente dispiaciuta per il disastro.
– ...maaa non fa nulla – dice balbettando qualcosa.
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La sigaretta che non fu mai
Paranormal"Lui" è un artigiano costretto a fuggire da una situazione economica disastrosa della sua attività di imprenditore e del settore in generale. Per una relazione che dura da quarant'anni, "L" come sempre lo segue. Si trasferiscono in Germania, a Monac...