Tabaccheria affollata. La gente si accalca nel negozio di fronte a un bar, sull'altro lato della strada un tempo frontiera della zona ovest della città. Il bar di sempre. "Il bar", quello della gioventù.
Ha cambiato ubicazione, si è spostato a fianco della chiesa dove una volta si trovava la canonica di don Giovanni.
Lui ci arriva in bicicletta, la lascia rovesciata per terra davanti alla porta ed entra.
Il negozio è grande con una strana composizione di generi in vendita.
A sinistra, di fronte alla porta, un angolo con pane e salumi alla rinfusa, a destra, senza soluzione di continuità, un bancone per la vendita di tabacchi, che non si vedono perché non esposti, insieme a dolciumi in grandi mucchietti, senza ordine, accatastati dietro una vetrina alta, così alta da dover mettersi in punta di piedi per poter parlare con il commesso.
-Un pacchetto di Philip Morris blu- dice allungando il collo per superare la vetrina.
Il commesso sulla sessantina gli lancia una scatola di plastica rotonda di caramelle gommose alla liquirizia già aperta e tutte le caramelle nere cadono ovunque, dietro la vetrina, sul piano della stessa e per terra.
Incredulo, le raccoglie e si rialza per protestare, ma il tipo se n'è già andato per servire altri avventori che nel frattempo hanno attirato la sua attenzione.
Una signora, forse la moglie, alle sue proteste finalmente lo degna di uno sguardo; -Ho chiesto un pacchetto di sigarette, non caramelle!- e quella, senza dire nulla, gli mette in mano uno strano pacchetto di sigarette Philip Morris, con le scritte e i sigilli verdi, con olografie di piante tipo felci, di quelle che sembra di vedere in 3D, in profondità, con la scritta in rilievo "nicotina mg 0,9."
Alzando la voce per farsi sentire, mette la mano alla tasca del giubbotto e trova, al posto del portafoglio, un pacchetto quasi pieno di sigarette con la scatola bianca e rossa, con il famosissimo logo "a tendina" e la scritta "SIGARETTE".
Rimane un attimo di stucco e, guardando sorpreso quello che ha in mano, pensa "...ma perché sono venuto qui, nel quartiere della mia gioventù a comprare sigarette, che oltretutto ho smesso e comunque ne ho già un pacchetto in tasca?"
In quel momento il vociare del locale preso d'assalto dagli avventori si era azzerato come fosse stato premuto il comando mute sul telecomando del televisore.
Aveva alzato così tanto la voce, rabbiosa e potente, che tutto era rallentato, quasi fermo; le bocche aperte, i corpi in movimento innaturale. Nonostante tutto, nessuno lo guarda, anzi, non esiste per nessuno.
Probabilmente il vicino di casa lo avrebbe sentito gridare, se fosse stato sveglio.
Le ultime parole urlate nel sogno sono state: "0,9?"
-Hai capito vero, so che hai capito.
-Sì.
-E sai cosa non fare adesso, vero?
-Non perderò il Tuo messaggio, non temere.
Aveva quasi finito quel flaconcino del liquido a medio-alto contenuto di nicotina.
0,9 mg.
STAI LEGGENDO
La sigaretta che non fu mai
Paranormal"Lui" è un artigiano costretto a fuggire da una situazione economica disastrosa della sua attività di imprenditore e del settore in generale. Per una relazione che dura da quarant'anni, "L" come sempre lo segue. Si trasferiscono in Germania, a Monac...