Giorno 8

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-Ehi ciao, sveglio presto stamattina! Sono solo le 5, non riesci a dormire?

-No.

-"No" nel senso che non ho indovinato o in quello che non riesci?

-In questi casi bisognerebbe dire "sì" per confermare che non si è dormito o dire "no" per confutare il fatto che si sia dormito?- le chiede con una frase venuta chiaramente dallo stato post-onirico in cui ancora si trova.

-L'accendino è per la candela?

-No.

-Per il gas?

-No. Quello è elettrico.

-Cos'è successo? Devo farmi il segno della croce?

-È successo che mi sono svegliato arrabbiato.

-C'entro io?

-Sì. Ho sognato ancora che fumavo ed al risveglio mi sono incazzato perché ero certo di aver ripreso.

-Beh se eri incazzato significa che ci tieni alla nostra amicizia...

-Boh non so cosa tu intenda per amicizia, e se ci possa essere amicizia tra un uomo e una sigaretta, di una cosa sono certo: da sempre, da quando fumo, il pensiero che mi fa tirar fuori le gambe dal letto è quello di gustare un buon caffè e di accendere una tua sorella.

-In casa?

-In casa no perché lasci una puzza che non va via. O meglio: negli ultimi anni non in casa, perché è diventato un tabù insuperabile. Ma c'era un tempo in cui si fumava anche a letto...

Comunque, fino a qualche giorno fa, alzandomi pregustavo il momento in cui una di voi mi sarebbe venuta in bocca.

E immaginavo sempre modi o circostanze nuove e "creative" per farlo.

-In che senso?

-In realtà le modalità per gustare, uso un eufemismo visto che parliamo di bocca, i vostri "sapori" non erano poi così Alternative e fantasiose visto che le mattine sono tante e ripetitive. Nonostante tutto la creatività era, per esempio quando andavo a lavorare in macchina, di prendere una strada sufficientemente lunga per avere il tempo di fumarne una.

Oppure se dovevo essere da un cliente al mattino presto facevo in modo di aspettare a fumare dopo la visita per non far sentire l'alito fognato che mi davate.

E più aspettavo a fumare la prima più essa acquisiva valore. Insomma specialmente la prima della mattina era un rito speciale.

-E ti dava soddisfazione?

-Cosa intendi con "soddisfazione"?

-Se ti sentivi felice di fumare la prima.

-Felice è una parola grossa...avevo però in tasca sempre un pacchetto per non sentire quel senso di vuoto.

-E ti capitava mai di trovarti senza di noi, al mattino?

-Ma come, non sapevi tutto del tuo mondo?- chiede ironicamente come per prendersi una piccola rivincita su di lei, come per ristabilire le gerarchie.

Dopo aver atteso qualche secondo, aspettandosi la risposta che non viene continua glissando:

-Eh, sai quante volte...

-Ti dimenticavi di prenderle?

-No no. È che il giorno precedente magari avevo fumato tantissimo, e finita l'ultima e buttato via il pacchetto la sera, mi sentivo così "forte e motivato" da raccontarmi che il giorno dopo avrei smesso. Sicuramente. Senza esitazioni.

La sigaretta che non fu maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora