9 ° ODIO PIANGERE

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Mi calmo, ci metto un po' e poi mi asciugo la lacrime, ripongo nello zaino la lettera e busso. Sta volta c'è direttamente lui ad aprirmi la porta

<<Signorina Bane>> mi saluta serio come al solito
<<Professore>> ricambio il saluto in maniera stanca e sconsolata, per quanto voglio stare con lui non sono minimamente dell'umore, troppa nostalgia...ma soprattutto sono addolorata da quello che hanno detto i miei genitori, da quello che sono diventata per i miei genitori, sono semplicemente morta per loro.

Mi guarda stranito alzando un sopracciglio mentre a capo chino vado avanti per fermarmi in mezzo al suo ufficio; è un gran bel posto sullo stile della mai sala comune ma con tantissimi scaffali pieni di ampolle, pozioni e libri; guardandolo per comprendere cosa devo fare o dove devo andare.
Cammina attraverso la sala dove sono presenti due divani e più distante una scrivania, alla sinistra della scrivania si trova una porta che apre

<<Prego, prosegui>>

Vado avanti e mi ritrovo dentro la sua camera da letto, c'è un'altra scrivania leggermente davanti alla porta poi girandosi si trova una grande libreria che si estende fino all'altro capo della stanza in cui trovo un letto matrimoniale con un copriletto in seta verde bosco, la visione dei suoi alloggi riesce a strapparmi un sorriso, per me è tutto stupendo. Lo guardo con un piccolo sorriso ma uno sguardo prettamente triste, lui è sempre confuso ma sembra più tenero del previsto...il suo sguardo mi induce al pianto e mi si bagnano gli occhi anche se ciò va contro ogni mio volere.
Butto un po' di aria dal naso sorridendo tristemente e abbasso lo sguardo, lui è sempre confuso ma c'è qualcosa di protettivo nel suo sguardo, è allarmato e preoccupato

<<Ho...ho fatto qualcosa che-?>>

<<Nono>> lo interrompo immediatamente e scoppio a piangere
<<Mi scusi>> dico tra le lacrime e mi accartoccio a terra avvicinandomi e appoggiandomi ai piedi del letto

Lui è fermo immobile, mi guarda stupito e probabilmente non sa come comportarsi...si avvicina a me e si inginocchia inizialmente indeciso sul da farsi decide di alzare il mio volto con una mano prendendomi dal mento, per poi passare la mano sulla mia guancia destra per asciugarmi le lacrime...riesce ad avvolgere grandissima parte del mio viso con solo una mano, mi sento così piccola e al sicuro in questo momento.

<<Mi scusi, io odio piangere>> dico lasciandomi completamente andare sulla sua mano, è proprio quello di cui ho bisogno in questo momento.

<<Non devi scusarti>> la sua voce baritonale così sincera e affettuosa mi fa ricominciare a piangere, gli stringo il braccio con la mia mano per pregarlo di non lasciarmi

<<Cosa succede?>> Mi chiede
<<Qualcuno ti ha infastidito?>> Chiede in tono minaccioso e serio, la sua preoccupazione mi fa sorridere spontaneamente e lo guardo negli occhi e scuoto la testa

<<Non piango per qualche gallina che mi insulta>> dico sempre sorridendo e strappandogli un leggerlo movimento delle labbra che somiglia ad un sorrisino
<<Ho ricevuto una lettera>> dico accarezzandogli la mano e provocandogli un leggero sussulto e uno scatto dei suoi occhi dai miei alla sua mano, è preso di sorpresa come se nessuno l'avesse mai fatto prima d'ora. Torna a guardarmi mentre riprendo il discorso << La mia migliore amica mi ha detto che i miei genitori fanno...fanno credere agli altri che io sia morta... evidentemente per loro io sono...morta>>

Mi fissa con compassione per poi passare al disprezzo probabilmente rivolto ai miei genitori, chiude gli occhi e sbuffa per gettare via la rabbia e mi stringe sul suo petto spingendomi dalla nuca con l'altra mano, spostando quella che si trovava sul mio volto sulla mia schiena.
Anche se sto molto male per quello che ho scoperto e per tutti i brutti ricordi che mi affiorano alla mente io li mi sento al sicuro, tremendamente tranquilla.
Dopo qualche minuto mi stacco

Master, make me yoursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora