Cap 7

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Passò una settimana, Alejandro era sempre molto premuroso e paziente nei confronti di Mercedes.
Ogni giorno la portava con lui alla clinica dove per un un'oretta o due insegnava ai bambini ricoverati.
Il dottore aveva visto che le piaceva stare lì con loro, a lui non dispiaceva tenerla sotto occhio, tra una visita e l'altra.
Mentre aggiornava il computer Teresa andò da Alejandro.
-"'ho bisogno di due giorni di permesso! Mio fratello è morto e sono l'unica famiglia che aveva!"
-"oh! Non sapevo avessi un fratello, mi dispiace, di cosa è morto?"
-" non lo so, circostanze misteriose, stava bene una settimana prima, invece bho, non so neanche da quanto è morto, l'ho saputo stamattina!"
-" caspita! Vai pure, prenditi il tempo di cui hai bisogno!"
-" grazie!"
Teresa giro sui tacchi e se ne andò.
Alejandro rimase a pensare un po', nella storia che Juan aveva raccolto per lui, Teresa non risultava avere fratelli.
Telefonò al cugino.
A:-"ciao Juan, ti ricordi quando hai fatto la ricerca su Teresa?"
J:-"certo!"
A:-"non avevi trovato traccia di nessun fratello o sorella giusto?"
J:-"non mi pare, aspetta che apro la cartella nel computer e ti dico... ecco qui, Teresa Reyes anni 33 residente a Av. Cuauhtémoc S/N, Centro
C.P. 39350 Acapulco de Juárez, Guerrero
México, laureata presso American University of Acapulco in infermieristica. Figlia di Roberto Reyes e Amìra Cahera, il padre è morto 30 anni fa, annegato in mare, lei non si è più risposata, non ho trovato se ha avuto figli da altri.
Teresa ha vissuto con la madre fino a che non si è trasferita qui da noi.
Ad ogni modo se vuoi farò un ulteriore ricerca."
A:-" si mi ha detto che gli è appena morto il fratello..."
J:-"interessante, cercherò altre informazioni!"
A:-"grazie cugino, a proposito come va con Arizona? Risolti gli incubi da Espinoza e il resto?"
J:-"si, e ti ringrazio ancora per l'aiuto che ci hai dato!"
A:-" sono contento, ci sentiamo più tardi ti saluto"

Teresa era atterrata all'aeroporto dì Acapulco, andò a casa sua, sua madre non c'era come sempre, dopo aver avuto Morgan, dal ricco signor Gomez, si era poi data la pazza gioia a far la bella vita, aveva cresciuto lei suo fratello.
Appena entrata in casa, prese la copia di chiavi di casa del fratello, si diresse con calma verso casa sua, scoprendo una volta arrivata lì, che la casa non c'era più. Bruciata. Aveva fatto domande alla gente che abitavano vicino, ma nessuno aveva visto nulla.
-" ma brucia una casa, e nessuno vede nulla?"si domandò Teresa abbastanza arrabbiata.
Tornò a casa, si mise le mani tra i capelli, si sedette su una poltrona e fissò il vuoto per un po'. Le venne in mente che suo fratello le aveva lasciato una valigetta prima di partire per El Salvador.
Cercò di aprirla ma non vi riuscì. Frustata la ributtò sotto il letto dove l'aveva nascosta.
Il giorno dopo vi fu il funerale. Aveva organizzato tutto da sola, la madre le aveva detto che stava troppo male per partecipare ad un funerale, il signor Gomez invece le aveva risposto che quello che era diventato suo figlio negli ultimi tempi, lo aveva fatto diseredare, per cui lui non aveva più un figlio. Teresa si era accigliata a questa risposta, il signor Gomez era sempre stato strano.
Poche persone vi avevano presenziato, qualche parola di cordoglio e suo fratello era sotto terra. Morgan era sempre pieno di amici, era brutto vedere che quel giorno lo avevano abbandonato.
Non riusciva ad accettare il fatto che il fratello fosse morto suicida. Stando  al referto medico, Morgan si era suicidato, dopo aver assunto una gran quantitativo di droga, sparandosi un colpo in testa, ma a Teresa pareva impossibile. Si era sentita la settimana prima, non poteva credere che il suo fratellino si drogasse, inoltre come poteva spararsi in testa se era sotto effetto della droga.
Qualcosa non le tornava.

-"Mercedes devi finire tutto!"
-" Alejandro basta ti prego, non sono abituata mangiare così tanto, mi sento esplodere"
-" finirai tutto il piatto, sono due bocconi!"
-" noooo! Basta!"
Alejandro si alzò in piedi, la sollevò dalla sedia, la rovesciò sul suo braccio e le diede due sonore sculacciate.
Poi la rimise seduta. Mercedes ingoiò il groppo in gola che aveva, a testa bassa finì di mangiare i due bocconi.
-" brava!"
Mercedes era arrabbiata, la rabbia era l'unica emozione che l'aiutava a superare la paura.
Era contenta di mangiare bene, ma aveva paura di quel suo strano modo d'imporsi.
Madre superiora le avrebbe ripresentato il cibo il giorno dopo, a lei sarebbe andato bene, quelle tortillas erano davvero buone. Ma era sazia. Sentiva il bisogno di scappare lontano.
Così scappò in camera, Alejandro la vide salire le scale rapidamente, la lascio stare. Andò nel suo studio a studiare
Mercedes in camera prese una borsa e ci mise dentro un po' vestiti. Normalmente sarebbe scappata via così, ma quelli erano belli e lui le aveva detto che erano SUOI, così pensò non era peccato prenderli.
Uscì in terrazzo, guardò l'altezza. Era troppo alto per calarsi e saltare.
Così scese con la borsa le scale. C'era Ramona che sparecchiava la tavola. Alejandro non era in vista.
Rapida e silenziosa uscì di casa.
Si avviò all'aeroporto. In qualche maniera, prenderò un maledetto aereo e me ne torno a casa mia.
Quando arrivò era stanca. Si sedette sul ciglio,  che l'aveva vista alla settimana prima.
Allora ci sono due aerei. Non c'è nessuno. Quindi ora mi alzo e vado.
Piano, piano Mercedes si avvicinò all'aereo più vicino, gli giró intorno. Era troppo alto per salirci.
Andò a vedere l'altro era parcheggiato molto più in là. Dovette camminare altri 10 minuti.
L'aereo era basso.

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