Cap 33

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Alejandro andò a prendere la nuova droga.
-"è tempo ragazzi di vedere se funziona! Quale cavia migliore con cui la possiamo provare?"
Costantin sorrise.
La droga a cui aveva lavorato con pazienza, che gli avevano chiesto di creare i fratelli Martinez era pronta. La droga della verità.
Il dottore si posizionò dietro di lei.
Le tappò il naso. Teresa apri la bocca, il cuore le andava fuori tanto era agitata. Il dottore le ficcò la pasticca in bocca, alla base della lingua, gli chiuse la bocca e gli stimolò il riflesso di deglutizione. La donna ingoiò la pasticca.
Aspettarono 5 minuti. Poi Alejandro le ripetè la domanda.
-"hai causato tu le esplodioni?"
Teresa lo guardò con uno sguardo vacuo.
-"si"
-" hai preso tu le bombole d'ossigeno?"
-"si"
-"Da sola?"
-"no"
-"chi ti ha aiutato ?"
-"Margherita e Camilla"
Gli uomini si bloccarono.
-" vado a prenderle! Quelle due puttane!"disse Costatin.
L'interrogatorio continuò.
-" perché, hai fatto saltare in aria la base delle guardie?"
-" per creare disordine e distrazione, per non avere guardie che giravano mentre, a turno facevamo esplodere i posti"
-"Gesù! Eravate proprio assettate di vendetta!"
-"si"
Costantin arrivò in clinica a cercare Margherita e Camilla. Trovò Jenny. -"dove sono Margherita e Camilla?"
Jenny deglutì, quell'uomo la metteva sempre in soggezione.
-"in spoiatoio, sono appena arrivate, iniziano ora il turno serale."
L'uomo andò nello spoiatoio femminile, tallonato da Jenny -"ehi guarda che non ci puoi andare!"
Costantin si fermò si giró e la guardò.  - io posso fare tutto!"
Entrò nello spogliatoio. Le donne urlarono,alcune scapparono via, altre si chiusero in bagno.
Margherita e Camilla rimasero a fissarlo a bocca aperta. L'uomo si avvicinò e le toccò dietro al collo, fece una leggera pressione. Le ragazze crollarono ai suoi piedi. Jenny che aveva assistito a tutto lo guardò a bocca aperta. -"ma come hai fatto!"
-"se vuoi un giorno te lo spiego! Ora devo portarle al bunker, sono responsabili delle esplosioni che abbiamo avuto ieri!" Jenny sbarrò gli occhi -"cosa?"
L'uomo sollevò i due pesi, come se fossero sacchi della spazzatura. Si giró e la guardò aspettando che lei si spostasse dalla porta. La fissò intensamente.
Jenny si scansò e lo lasciò passare.
Arrivò al bunker con le due donne. Le mise sedute su una sedia e legò.
-" molto bene, le tre megere sono qui al completo"disse Carlos.
Le ragazze si svegliarono.
-" ben ritornate tra di noi! Ora sarete condannate insieme a Teresa. Avrete ciò che vi meritate.
Ma prima, verrete torturate. Alejandro dai il meglio di te!"disse Carlos.
-"Teresa prima di darti la condanna che ti perseguiterà per tutta la vita, voglio che tu soffra come Mercedes ha sofferto in queste 24 ore.
Un'altra mia invenzione, da cui l'appellativo che mi è stato dato in questi casi è medico della sofferenza, è che tu sarai privata per 24 ore di tutti i tuoi sensi.
Costatin trascinò nella stanza una capsula alta quasi un metro e 50. Teresa venne slegata, spogliata nuda,  e obbligata ad entrare li. L'effetto della droga, era sparito.
Era spaventata. Venne chiusa nella capsula. L'interno era buio, non sentiva alcun rumore. -"ehi fatemi uscire! Mi manca il respiro!"
La capsula venne riempita di acqua, salata, così salata da farla galleggiare. Non si riempì tutta. Aveva solo la testa fuori.
L'assenza di stimoli le provocò una forte ansia, continuava ad urlare, piangeva. L'acqua le aveva resa insensibile gran parte del corpo. Iniziò ad avere anche le allucinazioni.
Le ragazze che erano legate, sentivano le urla dell'amica. Dalla paura Camilla si fece la pipi addosso.
Costantin rise -" oh ma guarda! Non abbiamo ancora iniziato!"
-" per favore non ho fatto nulla liberatemi, ha fatto tutto Teresa!" disse Camilla. Margherita confermò.
Carlos diede loro uno schiaffo a testa.
-" puttane che non siete altro! Meritate anche voi la vostra parte!"
Venne slegata Margherita. Costatin tirò giù un cavo d'acciaio dal soffitto. Le vennero fissate le mani alla catena, le vennero tappate le orecchie, incappucciata e sollevata da terra di trenta cm.
La stessa sorte toccò a Camilla. La posizione era talmente scomoda che iniziarono a piangere e invocare aiuto. Non sentirono se c'era qualcuno. Non vedevano e sentivano nulla.
Teresa nella capsula era in agonia, non sapeva neanche quanto tempo era passato, ma per lei 24 ore era troppe.
Carlos, Juan e Alejandro se ne andarono. Costatin rimase lì a godere la scena a sentire le loro urla.
I boss andarono in ospedale.
Le ragazze e donna Carmela erano a tenere compagnia a Mercedes.
La neo mamma stava allattando il piccolo quando arrivarono gli uomini.
-"piccola! Come ti senti?"
-" bene grazie, ora che ci sei tu ancora meglio!"
La ragazza aveva ancora le occhiaie, portava i segni dello stress e del parto.
-"pa-pà" Manuel aveva appena cominciato a camminare, quando vide il padre si sollevò e cercò di camminare verso di lui.
-" amore mio vieni qui!"
Lo abbracciò e si sedette vicino alla moglie.
-"allora!avete punito quelle grandissime zoccole?"chiese Isabel pestando il piede a terra.
-"ora le stiamo torturando, la punizione viene dopo!"
-" bene! Spero che le torture siano dolorose!"
-"si tranquilla tigre, Alejandro ha fatto molto peggio! Ha agito sulla psiche!"
-"agire sulla psiche provoca più dolore?"chiese curiosa Arizona.
-"certo amore mio, ma non il dolore inteso come lo quello che conosci tu, ma inteso come ansia, paura,sensazione di angoscia, panico.."
-"Allora è proprio brutto" disse Mercedes con rabbia! -" io conosco quelle sensazioni li... confermo sono peggio del dolore!" scoppiò a piangere di nuovo tremando.
-" no amore mio non piangere, non devi più temere nulla."
Le tolse Leon  dalle braccia e lo passò a sua zia.
Cullò sua moglie, cercando d'infonderle conforto.
Ad un certo orario, i cugini dovettero  andare a casa a mangiare.
Mercedes li salutò. Rimase sola con il marito e i due bambini.
-"Alejandro, rimarrai qui con me vero?"
-"certo piccola non andrò da nessuna parte, starò con te, insieme a te!"
Alejandro si fece portare un letto in più che mise vicino a quello della moglie, dalla pediatria arrivò una culla per Manuel.
Alejandro prese in braccio il piccolo e lo coccolo, fino ad addormentarlo. Poi si stese vicino alla moglie.
-"Amore, mi potresti dare qualcosa per il dolore? Ho male.." l'uomo capi subito, si fece portare un analgesico a base di paracentemolo.
-"mi dispiace piccola, se potessi li prenderei io i tuoi dolori."
Ci mise tanto a rilassare la moglie tanto da farla addormentare. Si svegliò nel cuore della notte, con lei che urlava in preda agli incubi.
-"shh non sei più li dentro sei insieme a me!rilassati!"
Mercedes si svegliò e pianse.
Alejandro sapeva che gli incubi l'avrebbero perseguitata per un bel po!
Il giorno dopo, riuscì a far mangiare una colazione abbondante alla moglie. Arrivarono le ragazze con donna Carmela.
-"Alejandro devi proprio andare?"
-"si devo vedere come procede la tortura! Poi torno subito da te!"
L'uomo andò nel bunker.
-"ho deciso che passeranno un altro giorno così".
A Camilla erano andate fuori sede entrambe le spalle. Continuava ad urlare di dolore. Furono calate solo il tempo di prendere delle secchiate d'acqua. Le fecero bere, furono riappese.
Stessa cosa per Teresa. Credeva che la sua tortura fosse  finita, aveva gli occhi fuori dalle orbite.
-" è finita, è finita!"continuava a ripetersi.
-" no, bevi!" Alejandro la fece bere, Teresa obbedì. Le  fece abbassare la testa e chiuse la capsula.
-"nooo, basta nooo, non ce la faccio più, fammi uscire ti prego! Uccidimi piuttosto!"
Alejandro non l'ha ascoltò e se ne andò. Costatin aveva dormito lì, era felice di sentire ancora le loro urla.
In clinica le ragazze videro che Mercedes era molto provata  e tesa.
-" ti ricordi quando ti ho raccontato che avevo bisogno di vedere la mia carnefice? Ti ricordi che ti ho detto che l'ho torturata?"
Mercedes annuì.
-"bene, secondo me tu devi affrontare il tuo nemico."
-"giusto!"disse Arizona -"anch'io sono stata bene dopo aver picchiato Lavinia, reagisci Mercedes, prendi il toro per le corna!"
-"avete ragione sapete. Mi sono rotta di stare sempre a piangere, bloccata dalla paura! Lo devo a mio marito e ai miei figli!"
Alejandro arrivò proprio in quel momento.
-"quindi fammi capire mogliettina, vorresti andare a dare quattro sberle a Teresa e le sue comari?"
Mercedes strinse le coperte e lo guardò.
-"si! Mi piacerebbe molto!"
-" va bene piccolina. Ti aiuteremo tutti a affrontare il tuo nemico. Ma non oggi. Devi riprenderti. Ci andremo domattina. Il tuo corpo ha bisogno di riposo."
Mercedes strinse la mano al marito e lo guardò grato.
-"voi donne state qui, noi uomini usciamo, dobbiamo iniziare a ricostruire, la villa!" disse Carlos
-" eccolo! Il mio uomo neolitico! Su forza uomo, vai e costruisci casa che noi donne poi andiamo a cacciare cibo!" disse scherzando Isabel. Scoppiarono tutti a ridere e Carlos alzò gli occhi al cielo.
Gli uomini uscirono. Decisero di costruire una grande Villa, dove sarebbero andati ad abitare tutti e tre con le rispettive consorti. Decisero di costruirla dove  c'era la casa di Alejandro perché lo spazio era più grande, inoltre, era tatticamente più vicino alla clinica e alla base militare e alle scuole.
Juan fece il progetto della nuova struttura. Dove c'era Villa Martinez  progettarono  un enorme parco giochi per bambini, un ritrovo giovanile, un campo da calcio e da basket.
-"ci vorrà del tempo per costruire tutte queste cose. Ma ho fiducia nei nostri uomini fidati."
Tutti iniziarono a lavorare, scavando per fare le fondamenta. Juan nel progetto non aveva lasciato nulla al caso. La villa doveva avere un sistema, che fosse ignifuga. Resistente ai tifoni e alle tempeste.

Il giorno dopo Alejandro come aveva promesso a Mercedes, la portò al bunker.
Donna Carmela rimase in ospedale insieme ai nipotini.
Quando scese le scale, le venne l'ansia.
-"shhh amore va tutto bene!"
-"qui lei mi ha spinto giù dalle scale dandomi
la botta in testa!"
Le persone che erano con lei mormorano tutti un imprecazione.
Arrivarono alla stanza degli interrogatori.
Mercedes apri la bocca quando vide appese le due infermiere che l'avevano sempre trattata con disprezzo.
-"da chi vuoi incominciare amore mio?"
-" possiamo partire con loro!"
Margherita venne calata, finché la punta dei suoi piedi toccò la terra. Venne bloccata così. Alejandro le tolse il cappuccio. Le tolse i tappi.
Margherita si trovò davanti Mercedes. Psicologicamente era stanca. Aveva male alle braccia, non sentiva più  circolare il sangue, erano due giorni che era appesa. Non si aspettava di certo di ricevere uno schiaffo in pieno viso dalla moglie del dottore.
-"questo per aver sempre parlato alle mie spalle!"
Le mollò un altro schiaffo  -"questo per quello che hai fatto! Mi fai schifo, la clinica sarà un posto migliore senza di te!"  Margherita mugolava di dolore, non aveva più forza di rispondere.
Aveva un forte desiderio di mettere giù i piedi e di allentare la tensione che sentiva al collo spalle e testa.
Di nuovo prese un altro schiaffo -" basta ti prego!"
-"puoi riappenderla   come un salame!" disse lapidaria Mercedes. Sentiva crescere dentro di se una forza incredibile. Mai più avrebbe permesso alla paura di dominarla.
Costantin la sollevò, la ragazza urlò.
Tirarono giù Camilla, le braccia erano girare in modo innaturale. Si era lussata entrambe le spalle.
Mercedes schiaffeggio anche lei. -"fai schifo! Stronza vacca senza cervello, prendi questo e questo!"
Arizona sorrise ad Isabel, entrambe ammirarono la loro amica sorella.
Gli uomini si godettero la scena con le braccia incrociate.
Anche lei fu riappesa  come un salame.
-"c'è un modo per farle stare zitte? Voglio affrontare Teresa nel silenzio più totale!"
-" ma certo amore! Costatin, scegli cosa più ti piace!"
Costatin andò ad un armadio. Prese due panni puliti.
-"datemi due minuti vado un attimo al bagno!"
Costatin pisciò sulle due pezze. Ritornò, Juan abbassò la catena di Margherita e le fu ficcato in bocca il panno bagnato. Appena realizzò di che cos'era bagnato  si mise urlare, ma il fazzoletto ormai era tutto ficcato dentro la sua bocca, tenuto fermo da due giri di nastro isolante.
Toccò la stessa sorte a Camilla. Aveva i conati, ma non poteva farci nulla. Non potevano agitarsi troppo appese com'erano, potevano solo stare ferme e piangere, ma anche le lacrime risultarono dolorose, perché bruciarono i loro occhi.

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