Cap 26

351 13 2
                                    

16 aprile 2013

Juan e Arizona, quella mattina partirono per Acapulco, l'uomo doveva sistemare degli affari, aveva bisogno della moglie per far quadrare alcuni conti.

Alejandro aveva il giorno libero, portò Mercedes e il piccolo Manuel a fare un picnic in spiaggia.
-"vieni amore mio, questa mattina ti porto in un posto che non ti ho mai fatto vedere, non so neanche se Carlos e Juan conoscono questo posticino."
La portò alla baia dei pescatori, c'era una piccola imbarcazione, con un signore di mezza età in piedi di fianco che li aspettava.
-"hola! Francisco, grazie per aver sistemato la barca"
-"di nulla doc."
Mercedes era incuriosita, guardò dentro la barca, c'era un cesto da picnic, una coperta e una sdraietta per Manuel.
-"vieni mi vida!" Alejandro, le prese il bimbo dalle braccia e l'aiutò a salire nell'imbarcazione.
Alejandro iniziò a remare,i muscoli delle braccia si gonfiavano ogni volta che si contraevano.
-"mio marito ha un sacco di doti! Non sapevo sapessi remare!"
-"ehehe sono cresciuto a Taormina, lo zio Antonio mi ha insegnato ad andare in barca, sia  queste senza motore, sia quelle a motore, eccoci arrivati, non è molto lontano, dovevo solo girare intorno alla roccia ed eccoci qui. Si raggiunge solo con la barca."

-"wow, ma è bellissimo questo posto! Una spiaggia dentro una roccia/grotta"-" eh già

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

-"wow, ma è bellissimo questo posto! Una spiaggia dentro una roccia/grotta"
-" eh già. Ora qui siamo soli soletti. Nessuno ci disturberà!"
Alejandro l'aiuto a scendere dalla barca, prese la coperta, l'aprì e la stese nella porzione di spiaggia, poi prese Manuel e lo legò nella sdraietta.
-"prego signora dopo di lei!"
Alejandro le fece un inchino e la fece sedere nella coperta. L'uomo le afferrò le guance, tenendole il viso nelle sue grandi mani, la baciò, la sfiorò gentilmente con la lingua, le abbassò la bratellina del vestito che indossava, la stese sulla coperta, Alejandro la attirò sotto di se continuando a stordirla di baci, le infilò un ginocchio tra le gambe. Imbarazzatissima Mercedes bloccata sotto il suo corpo possente voltò la testa per porre fine al bacio -"Alejandro c'è nostro figlio, ci sta guardando"
Alejandro si giró a guardare il figlioletto e gli scoccò un sorriso.
-"quando gli hai dato da mangiare l'ultima volta?"
-"un'ora e mezzo fa! Perché?"
-"perché tra poco piangerà e vorrà il tuo seno, poi si addormenterà e io farò l'amore con te!"
-"mi hai ...mi hai portato qui per quello?"
-"si!" rispose serafico il marito!
Sistemandosi la bretella del vestito Mercedes sbuffò, guardò il figlio che giocava con i giochini appesi nello sdraio. -"non sembra proprio avere fame, anzi!" Mercedes sorrise, suo figlio dopo la poppata mattutina non mangiava più per almeno quattro ore.
Dopo neanche cinque minuti, Manuel iniziò a frignottare, Alejandro sorrise e prese il piccolo.
La madre basita lo prese tra le braccia -"ma non mangia mai prima che non siano passate quattro ore! È colpa tua Alejandro!"
Il marito rise e la guardò mentre metteva il capezzolo in bocca al figlioletto.
Dopo mezz'ora Manuel si ritenne soddisfatto, il padre lo prese in braccio, gli fece fare il ruttino, poco dopo si addormentò come aveva previsto.
Lo riposò nella sdraietta .
-"ora Mercedes non ci sono più scuse, siamo soli e Manuel dorme, levati quel vestito, se no ti faccio tornare all'isola nuda."
-"odio quando fai il prepotente!" si tolse il vestito ma non l'intimo.
-"Mercedes...!" ruggì il suo nome.
Subito si tolse la biancheria intima, rimanendo nuda davanti a lui. -"stenditi sulla coperta e apri le gambe, voglio vederti!"
-"Alejandro ti prego! Lo sai che mi mette a disagio tutto ciò!"
Alejandro incrociò le braccia al petto e la guardò.
Mercedes sospirò e apri le gambe guardando altrove.
Alejandro si spogliò, rimanendo nudo. Si stese sopra di lei, le voltò la testa e la guardò negli occhi.
-"ti vergogni,ancora dopo che te l'ho guardata tante volte,dopo che ho fatto nascere nostro figlio?"
-"si, non posso farne almeno!"
-"ah la mia piccola suoretta!"
-"non sono piccola, nemmeno una suora!"
-"eh ogni tanto si"
-"e invece no!"
Mercedes cercò di scortarlo da se.-"senti, puoi stenderti sottospecie di montagna, ti faccio vedere io se sono una suora!"
Alejandro si stese. La moglie gli salì sopra.
Iniziò a baciarlo, duellando con la sua lingua.
Scese e gli baciò il collo e gli succhiò la pelle, come tante volte aveva fatto lui, il marito le infilò le dita nei capelli, mentre lei scese a baciargli i pettorali. Alejandro espirò. Non amava lasciare il controllo, ma voleva vedere fin dove arrivava la moglie.
Mercedes scese e gli baciò la pancia, scese ancora
e deglutì quando se lo trovò davanti. Lo toccò, passò il dito su tutto il contorno del glande, Alejandro lo mosse e inarcò il bacino, Mercedes lo percosse con la bocca in tutta la sua lunghezza, la lingua peccaminosa, guizzava qui e la. Alejandro impazzì così tanto da afferrarla e metterla sotto di se, le accarezzò i fianchi e scese a baciarle i capezzoli,la leccò tra i seni, le baciò il ventre, salutando la nuova vita che stava crescendo.
La baciò tra le cosce, cercò la perlina nascosta nel clitoride e la stimolò con la lingua,Mercedes inarcò il bacino gemendo. Poi Alejandro la voltò a pancia in giù e la leccò tra le scapole, fino ad arrivare al collo, mordicchiandola, con la mano andò ad accarezzarle la pancia, per scendere tra le gambe e toccarla, strofinò il piccolo lembo di carne, facendola gemere, quando la senti bagnata, la spinse con forza, avvicinandola contro la sua erezione non pressò contro il sesso bagnato. Mercedes gli morse una spalla, quando si senti dilatare dalla penetrazione.
-"Dios come sei calda, mi fai impazzire!" Cominciò a spingersi dentro lei, colpi forti e veloci, che le provocavano un ondata di calore lungo la schiena, continuò a muoversi dentro di lei fino a sentirla urlare e contrarre intorno a lui. Le lasciò il tempo di godere, poi riprese a spingere con colpi lunghi e profondi, entrava e usciva dal suo corpo, tenendogli premuta la mano nel pube, di nuovo Mercedes si senti invadere dall'eccitazione, grazie ai movimenti del marito che la andavano al colpire un punto all'interno, che la mandava in estasi, Mercedes di nuovo cavalcò l'onda dell'orgasmo, questa volta insieme al marito.
Ansimanti giacquero su un fianco.
-"ah amore mio, scusa se ti ho preso così velocemente, ma avevo tanta voglia, mi hai fatto uscire di testa!"
Mercedes sorrise, strofinò il naso nel braccio del marito, aspirandone la fragranza, le tornò in mente la storia del potere, che tempo prima Isabel le aveva detto.
-"ora mangiamo e poi facciamo il secondo round!" le disse Alejandro.
-"sempre che Manuel c'è l'ho permetta!"
Il marito le sorrise. Tirò fuori dal cesto una tortillas ripiena di carne di manzo per la moglie e una di pollo per lui.
Mentre mangiavano ad Alejandro suonò il telefono delle emergenze.
-"è Carlos!"
A:-"pronto Carlos tutto ok?"
C:-"no, ho bisogno che mi raggiungi ad Acapulco, Lavinia ha combinato un casino, ti spiego tutto quando arrivi, devi visitare Arizona che ha subito un forte shock e non so in che condizioni è mio fratello, so che gli hanno sparato, ma se ho capito bene dovrebbe essere superficiale la ferita, quasi tutte le guardie del corpo di Juan credo siano morte, tranne Goffredo e Adalberto ti aspetto al nostro covo!"
A:-"parto subito"
-"piccola devo riportati a casa, devo partire per Acapulco, Lavinia ha combinato qualcosa e c'è bisogno di me!"
Si vestirono velocemente e in men che non si dica, Alejandro aveva accompagnato a casa Mercedes, prese la sua borsa da medico e partì con un aereo dei Martinez  che era già pronto ad aspettarlo.
Arrivò ad Acapulco a metà pomeriggio.
Nel giro di poco tempo Alejandro era già dentro al covo. Trovò Carlos e Juan. Controllò la testa del suo cuginetto, lo disinfettò. -"hai nausea?"
-"No ho solo male alla testa."rispose Juan
-"Hai della rigidità localizzata nella zona del collo e il mal di testa, definito cefalea di tipo muscolo-tensivo, è dovuto al tragitto che ha attraversato di striscio la tempia , il proiettile ti ha lacerato il tessuto, provocato rotture di vasi, fortunatamente non ti ha leso le terminazioni nervose. Quindi la sintomatologia e di tipo trauma cranico!"
Alejandro presa la piccola torcia e gli guardò le pupille.
-"tutto ok! Direi che ora ti fascio la testa, ti do qualcosa per la cefalea. Se nel frattempo senti nausea, giramenti di testa e altro, mi avvisi ok?"
Juan annuì mentre il cugino lo accudiva.
-" grazie, Alejandro, ora ti prego visita mia moglie, lei...Dio non posso crederci che si stava gettando contro il proiettile per cercare di salvare me!"
Carlos gli posò la mano sulla spalla, capiva come si sentiva il fratello, ma anche lui avrebbe fatto come la cognata.
-"shh che poi si è battuta come una leonessa, prendendo a pugni Lavinia!" disse Carlos sorridendo.
Alejandro sorrise -" ma si può sapere come si è arrivati a ciò?"
Carlos raccontò -" Lavinia ha ordito un piano, nel quale voleva mio fratello per se. Nel piano ha coinvolto suo fratello, con la scusa di sparare all'uomo che aveva abusato di lui quando era un bambino, la comunità di casa Hogar ha tanto da rispondere!
L'uomo che Edmund ha ucciso era il fratello di quel Maindase Fredy quello che aveva comprato Marisol, che ho ammazzato. Ebbene Moreno Maindase, voleva vendicarsi di me, fratello per fratello.
L'uomo ha minacciato Edmund che avrebbe fatto giare i filmini pedopornografici che lo riguardavano, se non gli diceva, quando Juan andava ad Acapulco, essendo molto fragile, si era spaventato e confidato con sua sorella, che a sua volta ha girato a proprio favore questo ricatto, ordendo un piano, coinvolgendo anche amici suoi, una gang messicana.
Questo piano è stato attuato stamattina, Juan guidava la sua macchina, dietro c'erano le guardie e dietro a loro gli Escuella con Maindase.
Poi è arrivato un furgone, dalla corsia opposta mandando fuori strada le guardie. Juan mi ha chiamato per dirmi ciò che era successo, ma mentre era fuori per vedere le guardie come stavano, dal furgone uscirono gli uomini della gang tenendolo sotto tiro insieme al Maindase ."
Carlos fece un respiro profondo, aveva temuto la vita del fratello, aveva sperimentato di nuovo l'impotenza e mai più avrebbe voluto riviverla.
-"Maindase ha voluto parlare con me al telefono e ho sentito quando ha fatto partire il colpo e il noo di Arizona e quello di Juan. Pensavo fossero morti. Perché avevo sentito due colpi contemporanei. Invece uno era quello che aveva ucciso Maindase. Poi ho sentito Lavinia dichiarare vivo Juan, che era svenuto a causa della ferita alla tempia, si è fatta aiutare a caricarlo in macchina e ha ordinato al fratello di uccidere Arizona se non era morta.
Edmund non la uccise ma anzi l'aiutò, l'ho sentito che le ha raccontato di quell uomo e degli abusi."
Alejandro era scioccato. -" mio Dios che situazione, dove ha portato Juan Lavinia?"
-" in una casa nel bosco, Arizona quando ha ripreso conoscenza non ha voluto sentire ragioni sul mettersi in salvo, anzi mi ha ordinato di seguirla tramite gps, grazie a Edmund è arrivata alla casa, io sono arrivato in tempo, insieme siamo entrati.
Juan era legato, diciamo che Lavinia voleva abusate di lui. È li che Arizona si è trasformata in una valchiria!"
Carlos rise, era stato bello vederla in azione.
Alejandro sorrise a sua volta, mentre Juan continuava avere lo sguardo preoccupato.
-"adesso la vado a visitare, rilassati Juan"
Il dottore entrò nella stanza in cui Arizona, Edmund e le due guardie sopravvissute aspettavano pazienti.
-"Alejandro! Juan.."
-"va tutto bene, sta bene, vieni qui Arizona, che ti do un'occhiata, mi ha detto Carlos che ti sei battuta come una tigre!"
Arizona arrossì -" bhe lei, voleva violentate il mio
Juan!"  disse incrociando le braccia al petto.
-" e comunque sto bene, solo solo un po' scossa! Ma Adalberto ha il braccio fuori posto e Goffredo zoppica!"
-" gli darò un occhiata dopo che ti avrò visitata!"
Si giró verso gli uomini. -"potete lasciarci soli?"
Gli uomini cambiarono stanza.
Arizona sospirò e si sedette vicino a lui. Le ascoltò il cuore, le controllò le braccia, le mani. Con una torcia le guardò le pupille -"abbassati i pantaloni, devo controllare solo le gambe!"
Arizona esegui l'ordine.
Alejandro prese cotone e disinfettante, le medicò il ginocchio che aveva battuto nell'impatto, gli applicò un po' di unguento. Prese una busta di ghiaccio e un sacchetto di cotone e gli mise la busta dentro. -"tirati pure su i pantaloni. Metti questo sopra!"
Gli passò il ghiaccio, prese una sedia e le fece stendere la gamba.
Poi le pulì tutto il resto delle escoriazioni.
-" tutto ok. Quando torniamo riposi, qui non c'è nulla di comodo purtroppo, se no ti farei dormire un po'!"
Arizona annuì, in effetti si sentiva stanca.
Alejandro fece rientrare gli uomini!
Aggiustò il braccio fuori posto di Adalberto. L'osso schioccò ma tornò in sede. Glielo fasciò ben stretto e lo steccò.
Anche Goffredo, venne medicato, un impacco di ghiaccio sulla gamba anche a lui.
Poi fu il turno di Edmund. Carlos aveva chiesto ad Alejandro di dargli un occhiata non perché ferito, ma  per la parte psichica.
Il dottore si mise in angolo a chiacchierare con lui.
-"Edmund parlami un po' di te"
-" che cosa vuole che le dica? Sono un uomo a metà!anzi non mi ci sento neanche."
-" perché ti dici questo ?"
-" mi sento menomato, non riesco a fare alcune cose, altre invece mi rendo conto che non sono normali."
-" come per esempio cosa?"
-" non riesco a parlarne. M'imbarazza."
Il dottore per ora lasciò perdere ad indagare oltre, cambiò domanda
-" Carlos ha sentito l'aiuto che hai dato ad Arizona. Tu non volevi ucciderla, ma hai uccido Maindase!"
Alejandro vide il cambio d'espressione di Edmumd.
Con i pugni serrati l'uomo raccontò -"si l'ho ucciso il bastardo! Lui.. lui...lui faceva schifo come uomo!"
-"esatto! Faceva schifo, proprio come suo fratello che Carlos ha ucciso!"
-" lui... lui abusava dei bambini?"
-" no, abusava delle bambine! Ma il principio malato è lo stesso! È un bene che i Maindase non ci siano più!"
-"già...lui mi ha fatto molto male, io volevo morire, per cinque anni... poi mi ha riportato in comunità. Voleva un altro bambino. Poi dopo un po' che lavoravo per i Martinez mi ha visto, quando stavo caricando i pacchi... lui... mi ha voluto di nuovo! Mi è crollato il mondo addosso! Gli ho detto che lavoravo per i Martinez, io... speravo che il nome lo spaventasse e mi lasciasse stare. Invece niente, è stato peggio, voleva vendicarsi di Carlos con Juan. L'ho detto a mia sorella, ma anziché aiutarmi, ha elaborato a lungo un piano, dove lei ne usciva vincente. L'unica cosa che mi ha fatto andare avanti era il fatto di volerlo uccidere. Speravo di ucciderlo prima, ma Lavinia, in macchina mi ha bloccato il braccio non mi ha fatto sparare prima."
-" va bene così Edmund! Sei stato bravo. Hai tanta strada da fare, ma c'è la potrai fare"
-" a fare cosa? Io sono contento di morire, non c'è la faccio più dottore!"
Quando fini di visitare tutti, Alejandro raggiunse i cugini, aveva due, tre cose da dire a Lavinia.
Era legata ad una sedia, con il volto tutto tumefatto.
Juan e Carlos gli avevano appena letto la sua condanna, passare la sua vita in un carcere messicano, vivendo in una stanza da un metro per un metro, le guardie tutti i giorni e tutte le ore la potevano torturare, anche usando i vecchi sistemi dell'inquisizione, dal farle bere a forza liquidi, impedendole di andare al bagno, o alla cavallina che le torturava dolorosamente la vagina e l'ano.
-" ebbene Lavinia finalmente sono ad un tu per tu con te! Mercedes mi ha raccontato di come in comunità ti divertivi a farle cadere il cibo, per colpa tua ha saltato molti pasti, le nascondevi le cose di scuola, veniva picchiata e puntita per colpa tua dall'insegnante, che oggi non c'è più, perché non si può sentire che si picchiano i bambini a scuola,ne i ragazzini! Poi mi ha raccontato di quelle volte che le bagnavi il letto, facendole credere che si faceva la pipì addosso, così tutti la prendevano in giro, umiliandola di continuo. Hai instigato tuo fratello a mettergli un ragno nel letto, giocando con le sue avversità! Per questo e altro , ti meriti tutto ciò che ti faranno in quel carcere!" Alejandro e Juan girarono sui tacchi e se ne andarono, lasciandola in balia di Carlos.

Il GrifoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora