Cap 32

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Mercedes si era svegliata nello sgabuzzino, aveva un forte dolore nel retro della testa. Aveva la nausea.
Subito si accarezzò il ventre per cercare un segno che almeno il suo bambino stesse bene.
-"ti prego piccolino! Dimmi che ci sei!"
Un piccolo calcetto le fece capire che era lì con lei.
Frastornata si alzò, cercò di aprire la porta, ma era totalmente chiusa
-"oh Dio aiuto!" Quando realizzò che era chiusa dentro quel posto andò in panico.
-"nooo di nuovo no, vi prego aiuto, AIUTO!" Mercedes continuava a battere, e a battere.
Per tutto il giorno invocò aiuto.
Ormai non aveva più voce. Aveva sete, era stanca, era spaventata. Si toccò il ventre, cercando conforto dal suo bambino.
-"Dio ti prego, ti supplico fammi uscire da qui, fa che Alejandro mi trovi!"
Stanca si addormentò avvolta in una delle coperte, che stavano in quel sgabuzzino.
Al mattino si svegliò con un forte dolore alla schiena e al basso ventre.
-"ti prego no, è presto, ti prego!"
Scoppiò a piangere di nuovo. -" oh Dio ti prego Alejandro! Aiutami!"
Cercò di respirare a fondo, sperava che fossero solo contrazioni preparatorie.
Ad un certo punto fu colta da un forte dolore,che le mozzo il fiato, seguito dalla rottura del sacco.
-"nooo è presto, non è tempo per nascere, oh cristo!"
Mercedes cercò di dominare la paura e il dolore come meglio poteva. Le contrazioni erano iniziate decise ogni 10 minuti.
Nel frattempo nell'isola la gente aiutava a sistemare.
In clinica vennero dimessi i soldati che avevano riportato lievi traumi. Anastasia fu ricoverata, le era stato riscontrato un forte trauma cranico.
A Filippo venne ricucito il tendine di Achille.
Alejandro era l'ombra di se stesso. Faceva fatica a fare il lavoro che era sempre stata la sua passione.
Era seduto sulla scrivania a fissare la foto sua e di Mercedes.
Arrivò Teresa -"Alejandro! Ti prego reagisci, lei non vorrebbe vederti così! Fatti forza per tuo figlio!"
-"Teresa lasciami stare!"
-"invece no, in nome di ciò che siamo stati! Non ti lascerò affondare!" Teresa si piazzò davanti a lui, in modo che smettesse di vedere la foto. Sedendosi con un fianco sul tavolo urto la foto.
-"Teresa per favore vattene, voglio stare solo!"
-" ti ho detto che non ti lascio solo! Hai mangiato stamattina qualcosa? È quasi ora di pranzo, ti vado a prendere qualcosa dalla mensa?"
-" no Teresa! Non voglio un cazzo! Voglio che ti alzi e ti togli dai piedi!"
Teresa si alzò lo guardò, gli diede un bacio sulla guancia che lo infastidì e se ne andò.
Alejandro sollevò la foto. -" piccola, io... come farò a vivere senza di te?"
Eppure dentro di lui, sentiva che lei non era morta.

Costatin grugní. Non vedeva l'ora di trovare il colpevole. La base era in uno stato pietoso. I uomini sotto di lui, avevano ripulito tutto. Presto l'avrebbero ricostruita.
Decise di andare al bunker! Quel posto gli dava la tranquillità di cui aveva bisogno.

Teresa gongolava insieme alle altre, il piano era riuscito alla grande.
-"ma Mercedes?" chiese Margherita.
-" morirà in quello sgabuzzino! Non ci andrà nessuno fino alla settimana prossima, secondo i dati che ho raccolto ci vanno circa una volta al mese. Sapete tutte che il corpo umano può resistere alla fame una settimana ma alla sete no. Se tutto andrà bene domani sarà bella che stecchita. Lascio che trovino loro il cadavere, non potranno mai risalire a me e quindi a noi!"
Camilla e Margherita si sorrisero.

Mercedes continuava ad urlare, le contrazioni erano sempre più vicine.
-"cristo che dolore!"
Si asciugò le lacrime, si era creata un giaciglio prendendo altre coperte, aveva capito che avrebbe dato alla luce il suo bambino in quel posto.
Aveva una grandissima sete, stava combattendo da ore con una miriade di sensazioni.
Arrivó un altra contrazione fortissima, non riusciva a gestirle con la respirazione. Era incredibile che dopo ventiquattro ore avesse ancora la forza di urlare.
Fu questo urlo che sentì Costatin quando era entrato dentro.
Costatin corse verso quel grido. Si chiese chi diamine fosse.
Quando aprì la porta dello sgabuzzino non poteva credere ai suoi occhi.
-" Mercedes?"
Mercedes lo guardava in agonia, mentre piangeva di dolore. -"voglio Alejandro!"
Costantin si riprese subito. -"vado subito a chiamarlo, ma devo uscire da questo posto, non prende nulla perché siamo sotto terra!"
-"ti prego fai presto, ho paura, ho sete, voglio Alejandro...aaaaaaaaaaaaaaaaaah aaaaaaaaaaaah"
L'uomo corse fuori dal bunker, chiamò subito Alejandro che continuava a fissare la foto, in uno stato di apatia.
Il dottore, si accigliò quando vide che lo cercava Costantin.
A:-"si?"
C:-" è nel bunker, Mercedes è nel bunker, presto, credo stia partorendo!"
Alejandro si alzò subito in piedi. -"arrivo subito!"
Prese la borsa e tutto l'occorrente. Corse più veloce che poteva, la speranza in lui era germogliata, sua moglie era viva.
Costantin avvisò anche Carlos.
In men che non si dica, Alejandro, Carlos e Juan erano al bunker.
Quando il dottore la vide seduta a terra, sulle coperte sgualcite, con le gambe aperte, capì che sua moglie era vicina al parto.
-"amore mio! Sono qui!"
-"Alejandro!" La sua voce era rauca, -"ho sete e tanto dolore, il bambino... è presto!"
-" va tutto bene piccola sono qui" Alejandro aprì la bottiglietta d'acqua, -"non berla tutto in un colpo!" Un po' per volta il dottore gliela fece bere.
Alla fine di nuovo un'altra fitta potente la prese, adesso le aveva ogni 5 minuti, via via sempre più vicine.
Alejandro la visitò, era dilatata di 8 cm.
Carlos, Juan e Costatin erano nei paraggi.
-"ma chi cazzo c'è la chiusa dentro?"
chiese Juan.
-" non lo so, ma appena può Mercedes c'è lo dirà, adesso è impegnata a dare alla luce una nuova vita."disse Carlos.
Proprio in quel momento un urlo squarciò l'aria.
-" ragazzi ho bisogno di una mano, speravo di portarla in clinica a partorire, invece il piccolo ha deciso di nascere ora, ho bisogno di teli igienici, sono nella stanza infermeria qui nel bunker."
Costantin corse a prendere l'occorrente.
A Mercedes erano partite le spinte.
-"aaaaaaaah non ce la faccio più Alejandro!"
-" amore mio invece c'è la farai! Concentrati sul bambino, su di noi! Spingi!"
La donna ci provò, ma era stanca, era da ventiquattro ore dentro quel posto, da sei ore stava affrontando il travaglio, non aveva più forza.
Alejandro capiva che la moglie aveva esaurito le energie, del resto non aveva mangiato nulla, bevuto solo quella bottiglia d'acqua.
-"Carlos, entra nello sgabuzzino, mi serve che la sollevi, Mercedes non c'è la fa più a fare le spinte adatte, sfrutteremo la forza di gravità."
Carlos entrò nello sgabuzzino, lo spazio era angusto, povera piccina, chiusa lì dentro, ma l'avrebbe pagata cara, chiunque fosse stato, avrebbe avuto la sua pena!
-"forza Mercedes, tra un po' abbraccerai tuo figlio, a casa Manuel ti aspetta, ha voglia di vedere la sua mamma" le disse Carlos all'orecchio tenendola appoggiata al suo petto, sostenendola da sotto le braccia.
Mercedes posò il capo stanca addosso a lui, chiudendo gli occhi, annuì. Di nuovo arrivò una spinta, si senti squarciare e urlò di dolore, con le lacrime che le appannavano la vista.
Un altra spinta ancora, Alejandro vedeva la testa, ma Mercedes non aveva più forza, e la forza di gravità non era sufficiente.
-"Juan ho bisogno di te'"
-" sono qui dimmi cosa devo fare!"disse Juan preoccupato.
-" prendi il mio posto, ricordi quando hai preso Miguel? Devi fare uguale, Mercedes non c'è la fa a spingere e io devo aiutarla praticandole una manovra."
Juan si posizionò al posto di Alejandro, il dottore gli disinfettò le mani, gli fece infilate i guanti e glieli disinfettò.
Juan prese il telo igienico e lo sollevò pronto.
Alejandro si alzò in piedi.-" Mercedes al prossima spinta, uscirà del tutto il piccolo!" Non le disse che avrebbe sentito un dolore più forte di quello percepito fin'ora. La manovra che doveva praticare era un po' obsoleta, ma in casi estremi poteva ritornare utile. Posizionò il gomito sul ventre appena sotto il petto. Appena arrivò la contrazione applicò una pressione, accompagnando la spremitura.
Mercedes urlò dalla potenza del dolore che l'aveva colta alla sprovvista. Io bambino defluì dal corpo materno finendo tra le mani di Juan, che lo avvolse nel telo. Dolcemente Carlos si abbassò portando con se la ragazza, sostenuta dal marito.
Il bimbo le venne posato nel ventre.
Scoppiò a piangere. Aveva le labbra secche, era pallida. Guardò il bambino, lo accarezzò, guardò suo marito. -"oh Alejandro ho avuto tanta, tanta paura, pensavo che sarei morta qui dentro!"
-" oh amore mio, no, io sono morto, mi spiace non essere arrivato prima, ma.. Dio mio!"
L'uomo si asciugò le lacrime. Le recise il cordone ombelicale.
-"dobbiamo portarla in clinica, ha bisogno di cure immediate!"
Costatin gli disse che stavano arrivando con la barella i paramedici.
Alejandro guardò la moglie -"come ci sei arrivata qui!"
-" mi ha portato Teresa, ha detto che tu eri qui e avevi bisogno di me, ho sentito un'esplosione, mi sono spaventata e stavo correndo da te!"
Carlos e Juan strinsero i pugni.
-"quella puttana!"
Arrivarono i paramedici e venne caricata in barella, venne coperta. Invece il piccolo, visto che respirava bene, lo lasciarono insieme alla madre.
Arrivò in clinica, subito Alejandro le prestò le cure di cui aveva bisogno. Le somministrò una flebo che la idratasse e nutrisse. Le diede dieci punti di sutura.
Le controllò il capo dove Teresa l'aveva colpita, Alejandro sentì il bozzolo della botta. La pulì dolcemente disinfettandola. Poi si occupò di suo figlio. Il piccolo pesava 3.kg e 130 ed era nato alle ore 12,46 alla fine della 36 esima settimana. Venne messo in incubatrice per monitorarlo, ma dava già segno di essere forte, proprio come lo era stata la madre.
Carlos e Juan, cercarono Teresa per tutta la clinica.
-" è andata a casa, ha finito il turno mezz'ora fa, tornerà per le sei!" disse Jenny a loro quando gli chiesero se l'avessero vista.
Andarono a casa sua. Non bussarono entrarono e basta.
Teresa stava scrivendo qualcosa in una sorte di quadernino, quando se li trovò in casa.
Si alzò in piedi, allarmata.
-"fai bene ad avere paura!" Disse Carlos.
Teresa retrocesse e tentò la fuga. Carlos la catturò subito, venne trascinata per i capelli nel bunker.
Costatin aspettava felice, adorava quel momento in cui il condannato  veniva seduto nella sedia degli interrogatori. La legò, stretta stretta, sperò che soffrisse già.
Carlos prese una sedia e si sedette difronte a lei.
Aveva concordato con Alejandro che avrebbe intanto dato via all'interrogatorio.
-"bene, bene Teresa! Qua siamo tutti curiosi di sapere perché hai portato Mercedes nel bunker e l'hai  chiusa nello sgabuzzino. A questo punto, pensiamo che sei la responsabile delle esplosioni."
Gli uomini aspettarono e Teresa non parlò.
-" oh, bhe che peccato, non vuole parlare! Costantin puoi divertiti un po se vuoi!"
-"Certo capo!"
L'uomo prese un pò di strumenti e scelse il bastonato. Carlos e Juan sorrisero.
Costatin rovesciò la sedia all'indietro. Adesso Teresa era appoggiata con lo schienale della sedia al pavimento, anche la testa poggiava sul terreno duro.I piedi vennero liberati, l'uomo iniziò a colpirla sulle piante dei piedi con una verga.
-"aaaah ahi basta! Fa male stop!"
L'uomo continuò imperterrito.
Carlos riprese a parlare -" allora Teresa, dicci perché hai portato qui Mercedes!"
Teresa non parlò. Allora Costantin prese il bastone elettrico e lo passò sulla pianta dei piedi, sui solchi provocati dalla frusta.
Il dolore era così forte che alla fine cedette tra le lacrime.
-" l'ho portata qui perché la volevo morta. Meritava di morire lentamente soffrendo, come io ho sofferto da quando lei è arrivata qui!"
-"cosa ti ha fatto Mercedes scusa?"chiese Juan
-" mi ha portato via Alejandro! Se non c'era lei, avrei continuato ad essere la sua donna"
-"non credo proprio sai!"disse Juan.
-" hai provocato tu le esplosioni?"
Teresa stette zitta. In quel momento arrivò Alejandro. Venne aggiornato di ciò che aveva confessato.
Il dottore la guardò schifato, si avvicinò a lei e le sputò in faccia.
-"forza Teresa! Hai provocato tu le esplosioni?"
ripetè Carlos.
Teresa non parlò, continuava a piangere.
Alejandro stette a guardarla, ma non aveva più pazienza. Afferrò la sedia la riposizionò dritta. Le mollò uno schiaffone. -"mi fai schifo! Entro stasera  tu avrai confessato tutto, e quando dico tutto è tutto!"

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