Primi di dicembre
La vita procedeva tranquilla, Manuel cresceva a vista d'occhio. Aveva appena addormentato il piccolo , quando scendendo le scale, per cenare con il marito, lo vide al telefono che si passava la mano nei capelli, segno che era nervoso.
A:-" Juan, calma a chi ?"
J:-" ad Arizona, sono alla spiaggia quella a dieci minuti da casa nostra."
A-"arrivo subito!"
Alejandro si giró a guardare la moglie ferma sulle scale, -"stai a casa con Manuel non uscire, hanno appena sparato ad Arizona, devo andare, ho bisogno che tu stia a casa, perfavore, non farmi stare in ansia!"
Mercedes si portò una mano alla bocca, annuì mentre iniziò a piangere, la sua amica Arizona, non era possibile, chi poteva farle del male?
Alejandro prese il cavallo e corse via, nel frattempo chiamò la clinica affinché i paramedici arrivassero subito con il carro.
Giunti in spiaggia, prese il disinfettante che aveva sempre con se, se lo gettò nella mani e corse da lei.
Visitò Arizona, le ascoltò i battiti, le strappò il vestito per controllarle il costato.
-"dobbiamo girarla così vedo se il proiettile è uscito o è dentro!"
L'uomo la giro delicatamente, mettendola nella posizione giusta e controllò.
-"è ancora dentro va operata"
I paramedici arrivarono con una barella, la caricarono su, mettendola in posizione laterale di sicurezza.
-" Alejandro..."
Il dottore gli afferrò le mani, -"stai tranquillo farò il possibile per salvarli."
Corsero tutti in clinica, Arizona entrò in sala operatoria.
Juan chiamò Carlos che era partito con Isabel per New York, dove doveva sistemare alcuni affari, gli raccontò tutto.
-" prendiamo l'aereo e torniamo subito a casa!"
-"Carlos..." Juan scoppiò a piangere, non poteva sopportare l'idea di perdere la sua amata moglie.
-"Juan, andrà tutto bene, Alejandro è il migliore in tutto e per tutto!"
Carlos arrivò dopo quasi sei ore di volo.
Juan non si era mai mosso dalla sedia, aspettava la sua Arizona, era dentro da sette ore e mezza.
-" Juan!" Carlos gli posò una mano sulla spalla.
-" ho sentito lo sparo... donna Maria le ha sparato... perché?"
-" non lo so, non l'ho mai capita come femmina.
Ho fatto portare via il cadavere, ho dato ordine a Costantin di bruciarlo! Le abbiano tutti sputato sopra!"
-" grazie! Ho paura Carlos! Io... non voglio perderla!"
Carlos inspirò a fondo, non voleva pensarci neanche lui, era affezionato a sua cognata, a volte si trovavano insieme a parlare di quante volte fossero un po' bambini Isabel e Juan.
Arizona aveva riportato la vita a sua fratello. Lei, come sua moglie e Mercedes erano quelle donne che si potevano trovare una sola volta nella vita.
In sala operatoria Alejandro lavorava senza sosta per la salvare la vita di Arizona e quella del suo bambino. Il proiettile si era fermato appena dopo le costole di destra perforandole. La placenta aveva bloccato l'avanzata del bossolo.
Dopo 12 ore di operazione, finalmente uscì Alejandro.
Si tolse la mascherina e guardò Juan
-"l'operazione è andata bene, l'intervento è stato delicato, ho estratto il proiettile, le aveva spezzato una costola, la placenta ha attutito il colpo, se non era incinta le avrebbe perforato un polmone.
Ora deve stare sotto osservazione, il bambino sta bene, ma dobbiamo monitorare, le ho somministrato un farmaco che aiuta la placenta a rimarginarsi. Non posso ancora dirti che sono sono fuori pericolo, ma ho fiducia nella buona volontà che il corpo di Arizona reagisca bene!"
Juan s'inginocchiò ai piedi di Alejandro, abbracciandogli le gambe, piangendo disperato.
-" oh Alejandro, la mia Arizona, grazie!"
Alejandro si abbassò e lo abbracciò, non era stata per niente facile l'operazione. Aveva fiducia nella ragazza e nella sua capacità di reagire.
Il dottore aiutò Juan ad alzarsi in piedi, lo guardò era molto provato, nel viso portava i segni della preoccupazione.
-" adesso vai a casa, mangia, bevi fatti una doccia, non si sveglierà prima di due o tre giorni !"
Juan gemette angosciato
-" voglio vederla! Ti prego!"
Alejandro lo guardò, gli fece un segno di assenso.
-" va bene, vieni metti la mascherina, ti faccio indossare il camice, non ti farò entrare in camera con lei, non posso rischiare che prenda un infezione!"
Il dottore lo portò nella stanza del monitoraggio, c'era una grande vetrata, al di là c'era la sua Arizona attaccata a dei macchinari.
-" piccola mia!" Juan toccò il vetro.
Si sentiva impotente, perché non poteva fare niente, volevo solo urlare e gridare!
Uscì dalla stanza accompagnato da Alejandro .
Carlos gli mise una mano sulla spalla, gli diede un stretta.
-"andiamo a casa fratellino"
Juan si lasciò guidare come un automa.
Alejandro parlò con il dottore Sùarez, aveva bisogno di andare a casa da sua moglie. Non la sentiva dal giorno prima.-"qualsiasi cosa chiamami! Vado a casa ho bisogno di lavarmi, vedere mia moglie e mio figlio!"
-" vai tranquillo, sei stato in gamba, non ci sono chirurghi bravi come te!"
Alejandro gli battè una mano sulla spalla e se ne andò.
Venne bloccato da Teresa. -" Alejandro ho saputo della moglie di Juan? Come sta?"
-"è in sala controllo, in questi giorni vedremo, come evolverà la situazione, ma ho fiducia che la ragazza apra gli occhi e ritorni a respirare la vita con i suoi polmoni." Teresa annuì e lo lasciò andare. Ma questa signora che ha sparato ad Arizona, non poteva sparare anche a Mercedes? Ma dritta al cuore però!
Alejandro arrivò a casa dalla moglie. Era sveglia e stava allattando Manuel, aveva due occhiaie, segno che non aveva dormito.
-"piccola!non hai dormito?"
-" no, come facevo? Ero in ansia per Arizona, come sta?"
-" è in sala monitoraggi, non si sveglierà prima di due o tre giorni"
Alejandro abbracciò Mercedes, ne aveva proprio bisogno, tenerla stretta.
-"adiamo a mangiare Alejandro, sei stato in piedi tutta la notte, poi vai a dormire."
-"andiamo a dormire!"
Mangiarono in silenzio e poi, sperando che il piccolo non si svegliasse, andarono a letto e si addormentarono abbracciati.

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Il Grifone
RomanceQuesto è il terzo e ultimo libro, si collega a la fenice, il basilisco . Credo che anche questo si possa leggere da solo.😅 Questa storia parlerà di Alejandro e Mercedes.del loro amore, di come nonostante mille difficoltà si possa crescere ed affron...