Cap 10

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Mercedes tremava tra le braccia di Alejandro, -"sarò buona, non chiudetemi più li dentro!"
-" shhh tesoro, va tutto bene, chi ti ha chiuso dentro?"
-" non lo so, l'ho solo sentita chiudere!" Mercedes singhiozzò, con il viso affondato nel petto di Alejandro.
Teresa si china dentro lo sgabuzzino e prese una chiave. Si sollevò e  la guarda e poi la mostrò ad Alejandro.
-" si è chiusa dentro lei?"
Alejandro aggrottò la fronte, gli pareva impossibile che si fosse chiusa dentro da sola, quando era palese che ne era spaventata.
L'uomo la tenne stretta a se e le accarezzò la schiena.
-"va tutto bene ora andiamo a casa ok?"
-"si"
Le infermiere si spostarono per lasciarli passare, Alejandro le sentì che confabulavano.
-" povera cara, non deve essere tanto apposto!" disse una.
-" forse è ancora sotto shock per quello che è successo!"disse un altra.
-" mah, ricordate quando è scappata dall'ospedale perché aveva sporcato il letto? Secondo me ha qualche rotella fuori posto." disse un altra.
-"è una bambina! Deve ancora finire di crescere"disse Teresa.
Le sentì anche Mercedes e si sentì ferita da quelle parole.
Alejandro pensò che il giorno dopo le avrebbe reguardite, adesso doveva pensare a lei.
Tornarono a casa e Alejandro le fece bere una tisana rilassante.
-" va un po' meglio?"
-" si... io... mi dispiace essermi comportata come una bambina!"
-" non devi scusarti, a me dispiace che ti sia successa una cosa del genere! Ma solo per capire... sicura che non si è chiusa la porta e tu dal panico non ti sia chiusa dentro?"
-" no, ne sono sicura, non entro in un posto piccolo se la porta non è aperta. La porta era aperta, poi si è chiusa, quando ho cercato di aprirla, non si apriva più...!" Mercedes singhiozzò, ricominciando a tremare.
-" shhh, amore mio no, va tutto bene! Non ti preoccupare, io non ti manderò più dentro a stanze piccole. Non sapevo fossi claustrofobica, hai vissuto un trauma del genere in quella comunità? Mi hai chiesto scusa quando sei uscita..." l'uomo lasciò la frase in sospeso , voleva che lei si aprisse.
-" lei mi chiudeva dentro uno sgabuzzino, quando facevo qualcosa che non andava bene, quando nascondevo il cibo, quando... sporcavo il letto di sangue perché non ero in grado di gestire il mio flusso... e altro ancora, lei mi chiudeva dentro, una giornata intera. Dovevo pregare e chiedere perdono. Da quando avevo 4 anni ai 18.!"
Alejandro era sconvolto, come si faceva a chiudere una bimba dentro? Certo che dopo sviluppa la claustrofobia. Povera bambina.
-" va tutto bene, è tutto passato, non c'è più quella suoraccia del cazzo, non verrai punita per niente, potrai sporcare il letto tutte le volte che ti capiterà, che poi se succede è normale, dipende dal flusso, potrai non mangiare, se non mangi, perché proprio non ti piace, bhe, ho visto che una metà si può comunque provare, magari assaggi, prima di dire no, ma sicuro che non ti chiude nessuno dentro da nessuna parte, al massimo ti becchi due sculaccioni! Non voglio più che pensi che ti possa capitare una cosa del genere! Ok ? io voglio che tu sia felice. Tu meriti di essere felice!"
Alejandro la abbracciò, lei si senti sicura tra le sue braccia, forti e amorevoli.
-" a volte sei un dispotico! A volte sei così dolce e protettivo che mi fai sentire sicura!"
Alejandro sorrise da sopra la sua testa. La cullò ancora un po' tra le sue braccia.

Passò un mese da quell'episodio, era dicembre.
Nell'aria si respirava il Natale. Alejandro ci teneva, visto che Mercedes non ne aveva mai festeggiato uno, a rendere speciale quel giorno.
Comprò un grosso albero di Natale e lo mise in soggiorno. Alla vista del pino immenso Mercedes rimase a bocca aperta.
-" oh mamma, che meraviglia, in comunità non si faceva mai l'albero di Natale, ma solo il presepe! Quando sono uscita da quel posto rimanevo meravigliata ogni volta che li vedevo." disse trasognata Mercedes.
-" bene, questo è il nostro primo albero da fare insieme, lo decoriamo come vogliamo!" le disse Alejandro.
Con le lacrime agli occhi la ragazza lo abbracciò
-"oh Alejandro!"
Subito si misero all'opera e decorarono il loro pino.

Con le lacrime agli occhi la ragazza lo abbracciò  -"oh Alejandro!" Subito si misero all'opera e decorarono il loro pino

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