- Ma come caspita abbiamo fatto a non accorgerci delle telecamere?! - chiese Crystal arrabbiata - Stava andando tutto alla perfezione, mancava tanto così!
- Io mi chiedo ancora se quelle webcam fossero già lì prima che fuggissimo. Non mi sembra di averle mai viste da quando abito qui - si chiese Annabeth.
- Deve averle piazzate la polizia quando sei fuggita. Si immaginavano che saresti tornata - le spiegò Noah.
- Quindi in pratica abbiamo fatto il loro gioco.
- Sì, ci siamo buttati proprio dentro al loro sacco.
Annabeth sbuffò arrabbiata.
- Beh, se ci pensi, non sarebbe successo niente a tua madre se lei non avesse ingaggiato la polizia e tutto il resto. Quindi è in parte colpa sua - cercò di aiutarla Emma.
- Inutile che cerchi di tirarmi su il morale. La sua situazione non migliorerà mica attribuendo colpe a chiunque. Quel che doveva accadere è accaduto, era già stato deciso dal destino. Ora l'unica cosa che resta da fare è aspettare. Aspettare che i medici trovino un modo per farla tornare quella di prima, anche se so che è impossibile, dati i danni che le ha procurato la botta.
- Annie, hai idea di quanto ci voglia prima che la situazione migliori? Qua si parla di anni. Sul serio vuoi solo stare qui ad aspettare, mentre tua madre muore davanti ai tuoi occhi? Questa non è la vera Annabeth. Non è la Annabeth che conosco io. La vera te si sarebbe data da fare in tutti i modi possibili e immaginabili, pur di salvare sua madre, non sarebbe rimasta a braccia conserte lasciando che il destino decida per lei. Devi tracciare tu il tuo percorso, non devi lasciare che il "destino" ti ostacoli e ti rovini la vita. Imponiti, fai vedere chi sei! - la esortò Emma.
Annabeth esitò, insicura sul da farsi.
- E come faccio a salvarla? Del resto sono solo una ragazzina, non posso mica controllare la vita e la morte!
- Ma sei in possesso di una fonte di magia, se te lo fossi dimenticato.
Annabeth inarcò le sopracciglia:
- E la Moyasamu come può aiutarmi a salvare mia madre? Permette solo di controllare le persone, non di guarirle.
- Beh, non so, magari puoi salvarla in un altro modo...
Annabeth ci pensò un po' su e poi le si illuminò la mente:
- Aspettate un attimo... mia nonna. Quando mi ha regalato quella bambola... lei... aveva uno strano sorrisino stampato in faccia... sapeva sicuramente della magia della Moyasamu! Devo chiedere a lei.
Annabeth congedò gli amici e si diresse in cucina, dove sua nonna passava gran parte della giornata a cucinare. Non appena varcò la soglia della porta, un delizioso profumino le invase i polmoni, trascinandola all'interno della stanza.
- Mmmh... cos'è quest'odorino? - chiese senza nemmeno salutare.
Nonna Rose si girò a guardarla, compiaciuta.
- Sto cucinando le madeleines per pranzo.
- Le mad- che?
- Le madeleines. Sono dei dolcetti francesi a forma di conchiglia che mi preparava sempre mia madre quando ero piccola. Ricordo ancora quando tornavo dalla campagna e sentivo questo dolce profumo. Erano i miei dolcetti preferiti, con la loro semplicità riuscivano a rendere una bambina pazza di gioia. In Nuova Zelanda sono molto conosciute, sono una ricetta antica e tradizionale. Pensavo che tua madre te le avesse già cucinate in passato.
- No, non ne avevo mai sentito parlare. Posso? - chiese indicando uno dei dolcetti, curiosa e affamata. La nonna acconsentì con un cenno del capo e lei diede un morso alla morbida pastafrolla.
- Mmmh, sono deliziosi - disse con la bocca ancora piena.
Poi ricordò il motivo per cui stava cercando sua nonna e cercò di non far prevalere l'appetito:
- Hey, ehm, nonna... posso parlarti un attimo, per favore?
- Certo, dimmi pure.
Lei andò dritta al punto.
- Tu sapevi tutto della Moyasamu, vero?
Lei sorrise:
- Sapevo che era solo questione di tempo prima che me lo chiedessi.
- Ma... perché me l'hai data?
- Ho capito che questo era il momento giusto. La Moyasamu viene tramandata da molte generazioni alle donne della nostra famiglia, le nostre antenate erano streghe. Il termine Moyasamu ha origini cirilliche, la parola моя (Moya) è un aggettivo possessivo e vuol dire "mia", mentre саму (samu) tradotto letteralmente vuol dire "sé stesso", ma sta a indicare l'anima, l'essenza di una persona. In poche parole, il possesso dell'anima. Le vecchie streghe neozelandesi avevano creato questa bambola per sabotare gli inglesi durante le guerre māori e, in seguito a queste, hanno cominciato a tramandarla alle loro discendenti. La nostra famiglia è una di queste.
- Ma, non capisco, perché a mia madre non l'hai data? Anche lei è una donna della famiglia.
- Ti sbagli cara, io gliel'avevo data...
Lo sguardo di Annabeth si fece di sasso.
- ... ma all'epoca ero troppo giovane e troppo impaziente, così gliel'ho data nel momento sbagliato. Era ancora troppo immatura per capire lo scopo di quella bambola e non aveva di che farsene. L'aveva persino buttata... Per mia fortuna ho fatto in tempo a recuperarla, ma con la consapevolezza che non l'avrebbe più ripresa. Quando sei nata tu ho tirato un sospiro di sollievo e ho deciso che avrei riprovato con te, stavolta senza sbagliare. E così ora la Moyasamu ha finalmente una nuova erede!
- Ma come hai fatto a capire qual era il momento giusto?
- Sciocchina, pensi di essere l'unica a vivere delle difficoltà? A tutti noi capitano brutti momenti e diciamo che la nostra famiglia non è proprio tra le più fortunate per quanto riguarda questo argomento. A tutte le nostre antenate sono capitate delle disgrazie e l'adolescenza è l'età perfetta per sviluppare il coraggio e la forza necessari a superarle. Come disse Merle Shain, la prima donna a utilizzare la Moyasamu, "Spesso si impara di più da dieci giorni di sofferenza che da dieci anni di contentezza".
- Peccato che per me i giorni di sofferenza sono stati e continuano ad essere molti più di dieci.
- Non preoccuparti, più è profonda la ferita, più sarà grande il sollievo una volta guarita.
7. Madeleines : dolce francese simile a un plum cake, dalla particolare forma a conchiglia.
8. Guerre māori : chiamate anche guerre neozelandesi, sono una serie di conflitti armati combattuti in Nuova Zelanda tra i nativi māori e i coloni britannici, tra il 1845 e il 1872.

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Moyasamu
Teen Fiction"Più è profonda la ferita, più sarà grande il sollievo una volta guarita" Annabeth odia la sua vita. Vorrebbe prenderla e farla a pezzi, distruggerla. Da quando suo padre è morto, si è dovuta trasferire insieme alla madre in Nuova Zelanda per proble...