La porta si spalancò con violenza e la signora Kailani irruppe nella stanza, dove Emma ed Annabeth erano abbracciate:
- Allora signorina, noi due dobbiamo parlare - sembrava che le uscisse il fumo dal naso e dalle orecchie per la rabbia - Come ti è venuto in mente di comportarti così? Soprattutto il primo giorno di presentazione! Ti sembra il modo di trattare un bambino, che tra l'altro si dà il caso essere il tuo nuovo fratellino?! Che figura pensi di avere fatto? C'è mancato poco che i Brown annullassero l'adozione!
"Tanto meglio" pensò Annabeth. Sua madre continuò:
- Per tua fortuna sono stati talmente gentili da...- si accorse improvvisamente che Emma aveva gli occhi gonfi di lacrime - Cosa è successo qui? Annie, cos'è successo ad Emma? È sotto la mia responsabilità per adesso, voglio sperare che non le sia successo niente.
- Succede che Emma si preoccupa per me, per tutto quello che sto passando e si mette nei miei panni, a differenza tua. Ecco che succede! Lei mi vuole veramente bene e le dispiace che mi stiano capitando tutte queste cose, cerca di aiutarmi e consolarmi, mentre tu, per risolvere tutto, ti liberi di me e mi cacci fuori casa. Bel modo per prenderti cura di tua figlia, davvero, dovrebbero darti il premio per la migliore mamma del mondo.
La madre si ammutolì, ferita, ma poi tornò subito rigida come prima:
- Abbiamo già discusso del motivo della mia decisione, non ho intenzione di ripetertelo. È difficile anche per me lasciarti, ma devo. Come stavo dicendo prima, i signori Brown sono stati così gentili non solo da perdonarti, ma anche da accettare di ospitare te ed Emma domani stesso! Perciò vi consiglio di cominciare a preparare le valigie, domani pomeriggio passeranno a prendervi.
Detto questo girò i tacchi e si chiuse la porta alle spalle. Annabeth era rimasta pietrificata, gli occhi spalancati. Domani?! Si girò a guardare Emma: anche lei era sbalordita per la notizia.
- Noi non faremo alcuna valigia - esclamò arrabbiata Emma.
Annabeth ci pensò un po' su:
- O invece sì.
Emma le lanciò uno sguardo interrogativo:
- Non mi dire che hai cambiato improvvisamente idea e vuoi andare a vivere con i Brown!
- No, ho in mente un'idea migliore - le spiegò il suo piano, mentre il sole spariva all'orizzonte e la luna si faceva alta in cielo. Dopo aver esposto ogni dettaglio, Emma annuì:
- Sì, potrebbe funzionare. Però sembra alquanto rischioso...
- Non ti preoccupare: funzionerà.
Una volta messi a punto i particolari, si misero a letto, pronte per una notte insonne.
La mattina dopo si diressero a scuola e andarono incontro a Crystal, che le avrebbe aiutate col piano. Si misero d'accordo e organizzarono tutto alla perfezione:
- È perfetto Crys, pensaci: mia madre non ti conosce perché non le ho mai parlato di te, non potrebbe mai immaginarlo!
- Sì, ma... a proposito... vorrei sapere perché non hai parlato di me a tua madre. C'è qualcosa che non va? Ti vergogni di me?
- No, è che non è mai capitato, ci conosciamo da poco. E poi in questi giorni io e mia madre non abbiamo esattamente una perfetta sintonia... non parliamo molto e, quando lo facciamo, è per discutere sul fatto dell'adozione. Glielo avrei detto, te lo giuro!
- Ok, non ti preoccupare, capisco. Va bene accetto di collaborare al vostro piano, del resto, senza di me non sapreste che fare.
Emma lanciò a Crystal un'occhiataccia.
- Hey, scherzavo!
- Beh, scherzavi ma è la verità - ammise Annabeth.
Passò accanto a loro Rick Jones, stavolta da solo con lo zaino in spalla. Così, d'istinto, Annabeth lo fermò: era l'occasione perfetta per parlargli.
- Hey, ciao! Tu sei Rick, non è vero?
Lui si girò a guardarla e annuì con sguardo interrogativo.
- Non so se ti ricordi noi. Siamo Annabeth ed Emma - disse indicando l'amica accanto a lei - Io ero la tua vicina di casa quando abitavi ad Honolulu e giocavamo spesso insieme nel mio cortile quando avevi l'età di 8 anni, noi ne avevamo 6 - Annabeth diede una gomitata ad Emma, che era rimasta imbambolata a fissare Rick, come sempre - Vero Emmy?
Lei si risvegliò bruscamente e cercò di togliersi l'imbarazzo di dosso:
- Già, sì... noi... già... giocavamo... giocavamo insieme...
Inizialmente Rick fece cenno di non ricordare, ma poi capì:
- Oh, sì, quelle due bambine, ora ricordo - disse scocciato. Poi notò Crystal dietro di loro.
- E tu chi sei?
Lei fece un passo avanti:
- Crystal Smith, al tuo servizio - e gli tese la mano. Lui l'afferrò e le sorrise, mentre negli occhi di Emma si potevano scorgere delle fiamme.
- Beh, ci vediamo in giro allora! - disse lui tenendo gli occhi puntati su Crystal.
Quando Rick se ne andò, Emma sembrava sul punto di urlare e di lanciare in aria (o addosso a Crystal) qualsiasi cosa le capitasse per le mani.
- Ok, ora tu mi spieghi cos'erano quegli sguardi - cercò di dire mantenendo un tono pacato.
- Oh, no, puoi stare tranquilla: non mi piace affatto! E anche se provasse qualcosa per me lo respingerei, non ti preoccupare: sto ancora cercando di recuperare Jake, per quanto sappia che sia impossibile.
Emma continuò tuttavia a guardare Crystal in modo minaccioso. La sua gelosia si vedeva a chilometri di distanza. Annabeth aveva già notato diverse volte la tensione che c'era tra quelle due e non le piaceva affatto. Del resto erano entrambe sue amiche, non voleva che litigassero o si sarebbe ritrovata in una posizione complicata. Cercò di spezzare quella tensione cambiando argomento:
- Allora ragazze, siete pronte per il piano?
Loro annuirono e si diressero in classe per le lezioni, mentre nell'aria la tensione cominciava a sciogliersi, sostituita dall'ansia per il piano.

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Moyasamu
Genç Kurgu"Più è profonda la ferita, più sarà grande il sollievo una volta guarita" Annabeth odia la sua vita. Vorrebbe prenderla e farla a pezzi, distruggerla. Da quando suo padre è morto, si è dovuta trasferire insieme alla madre in Nuova Zelanda per proble...