Quella mattina Annabeth si svegliò con un sorriso stampato in faccia. Strano, si disse. In realtà sapeva benissimo qual era il motivo di quella strana allegria. Eppure non riusciva a togliersi quel sorriso smagliante, aveva gli angoli della bocca da un orecchio all'altro e gli faceva persino male la faccia per lo sforzo. Si vedeva che non sorrideva da un pezzo. Si era pure dimenticata il significato dell'essere veramente felici.
Così quella mattina si preparò in fretta e scese a fare colazione in cucina, dove la madre e la nonna l'aspettavano. Mentre versava i cereali nella tazza di latte, sua madre notò il suo faccino allegro - cosa che la stupì - e le chiese:
- Hey Annie, tutto bene? Ti vedo molto allegra stamattina, è successo qualcosa?
Annabeth arrossì:
- Si beh... ieri sera è andata molto bene, mi sono divertita molto con il mio nuovo... cioè, con i miei nuovi amici.
Aveva le orecchie e le guance tutte rosse, sapeva che sua madre prima o poi avrebbe capito che mentiva. Non voleva essere colta alla sprovvista. Se sua madre doveva venire a sapere della sua storia con Noah, voleva che lo venisse a sapere da lei. Sospirò, e buttò giù la verità tutta d'un fiato:
- Oh, e va bene. La verità è che ho conosciuto un ragazzo super dolce e carino e ieri non sono uscita con degli amici: sono uscita con lui. È stata una serata fantastica, mi ha preparato una sorpresa, abbiamo guardato le stelle, abbiamo parlato e poi lui mia ha baciata - guardò la madre che la fissava stupita: non se lo aspettava - Sì, hai sentito bene, mi ha baciata. E la verità è che mi è piaciuto un sacco e l'ho baciato pure io. Ti prego non mi guardare con quella faccia!
La faccia della madre era a metà tra stupita e felice.
- Annie ma è... è fantastico!
La abbracciò. Annabeth si asciugò le gocce di sudore che le imperlavano la fronte. Si era tolta questo peso dalle spalle. Ora non doveva più mentire.
Così salutò la madre, che ora la guardava continuamente con quel suo faccino da madre fiera, il quale la faceva pentire di averle detto tutto.
Si diresse a scuola, impaziente di vedere il suo nuovo ragazzo. Lo cercò dovunque, in tutti i corridoi, in tutte le classi, in tutto il cortile, attorno alla scuola. Nessuna traccia di lui. Mentre rientrava nell'atrio dispiaciuta, vide Jake Walker, il migliore amico di Noah. Prima di avvicinarsi a lui esitò, poiché non era certa che Noah gli avesse comunicato della loro relazione e lui era uno di quelli che l'avevano sempre derisa. Tuttavia non c'era altra scelta: se voleva vedere Noah doveva chiedere a lui. Così gli andò incontro a passo deciso:
- Hey, ciao. Per caso hai visto Noah?
Lui alzò lo sguardo dal telefono che teneva in mano e la squadrò da capo a piedi:
- Oh! Tu sei quella mocciosetta dell'hawaiana! Uno: che cosa ti interessa di Noah? Due: per quale ragione io dovrei dare informazioni sul mio amico ad una come te?
- Niente domande, dimmi solo dove si trova, non chiedo altro.
Lui alzò le sopracciglia, esitò un attimo, ma alla fine acconsentì:
- È in bagno che parla con la sua ragazza.
Annabeth sbiancò:
- La-la sua... ragazza?
- Sì, Chloe Williams. Ma che t'interessa? Non sono mica affari tuoi, sparisci!
Annabeth rimase di sasso. Noah la stava tradendo. Lui... lui aveva solo fatto finta di provare qualcosa per lei, l'aveva tratta in inganno. Non poteva crederci. Come aveva potuto prendersi gioco di lei in quel modo? Ora capiva tutto: stava facendo il doppio gioco. Le era sembrato strano che avessero fatto amicizia così in fretta e ora capiva che cosa stava succedendo. Quel lurido verme era solo un pallone gonfiato a cui piaceva giocare con i sentimenti delle persone. No no, aveva preso la persona sbagliata. Non gliel'avrebbe fatta passare liscia. Doveva vendicarsi. Al diavolo la pena e la compassione che aveva provato per lui. Ripensò al suo sguardo pentito la sera prima. E pensare che in realtà era tutta finzione! Del resto era ovvio: erano successe troppe cose belle in quei giorni, doveva aspettarsi che qualcosa non andava, tutto nella sua vita andava a finire sempre male!
Si diresse verso il bagno dei ragazzi, non le interessava se l'accesso era vietato. Spalancò la porta e trovò Noah e Chloe intenti in una discussione. Perlomeno non li aveva beccati in un momento poco opportuno. Appena aprì la porta, Noah la guardò imbarazzato:
- Hey, ciao Annie, cosa ci fai qui?
- E hai pure la faccia tosta di fare finta di niente, eh?!
- Io-io non ho idea di cosa tu stia parlando.
- Oh, certo e suppongo che anche la tua cara ragazza Chloe non abbia la più pallida idea di chi sia io.
- Ra-ragazza? No, non so chi te l'ha detto, ma c'è stato un fraintendimento, avrai capito male, tutto qui.
- Quello che ha capito male qui sei tu. Pensavi che fossi una stupida ragazzina incapace di difendersi, ma ti sbagli di grosso mio caro. Oh sì, la pagherai per esserti preso gioco dei miei sentimenti. Vedrai di cosa sono capace!
- No, Annie calmati, fammi spiegare.
- Non c'è niente da spiegare, credimi: ho capito alla perfezione a che gioco stai giocando. Sparisci dalla mia vita Noah Anderson, non voglio più vederti. E non chiamarmi Annie!
Detto questo si sbattè la porta alle spalle e si diresse in classe, ignorando Noah dietro di lei che la seguiva cercando di fermarla.
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Moyasamu
Novela Juvenil"Più è profonda la ferita, più sarà grande il sollievo una volta guarita" Annabeth odia la sua vita. Vorrebbe prenderla e farla a pezzi, distruggerla. Da quando suo padre è morto, si è dovuta trasferire insieme alla madre in Nuova Zelanda per proble...