13. Una nuova amica

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Annabeth aveva rovinato tutto come sempre. Aveva combinato un bel pasticcio. Ora aggiustare le cose sembrava impossibile. Avrebbe voluto trovare un modo per tornare indietro nel tempo ed evitare che tutto quello accadesse. Tuttavia sapeva che se l'era meritato, ma ora aveva imparato la lezione: privare le persone della loro libertà era sbagliato, non avrebbe più preso possesso di nessuno. Ora però era troppo tardi e la Moyasamu era in possesso di Noah, il quale poteva farne l'uso che voleva. E sapeva che la sua prima vittima sarebbe stata lei.

- Hey, tutto bene?

Il proprietario della voce alle sue spalle, le toccò la schiena mentre lei era in ginocchio ancora sommersa dalle lacrime. Annabeth si voltò. Di nuovo lei: Crystal Smith.

- È successo qualcosa? - insistette lei.

- Tu-tutto a posto - balbettò Annabeth.

Ma chi voleva prendere in giro? Aveva gli occhi gonfi e rossi, lacrime le rigavano il viso, colandole dal mento e bagnandole la maglietta. Era ovvio che non fosse tutto a posto. Nessuno si preoccupava mai per lei, per cui si era abituata a essere fredda con tutti e a non dare confidenza a nessuno: non voleva che avessero un'arma in più per schernirla.

Tuttavia Crystal non sembrava avere cattive intenzioni ed era l'unica a non averla mai giudicata. Tanto valeva fare un tentativo, sperando di non pentirsene.

- Io ho-ho combinato un casino.

Crystal sorrise. Cos'aveva da sorridere? Forse era compiaciuta di vederla distrutta e l'unica cosa che voleva era prenderla in giro, come tutti gli altri. Ma sì, stava sicuramente cercando una scusa per farla sentire peggio di quanto già si sentisse.

Poi però, fece una cosa molto inaspettata, che lasciò Annabeth alla sprovvista: la abbracciò. Lei rimase rigida come una statua a quella reazione, non capendone il motivo, del resto non le aveva ancora detto niente. Poi si sciolse un po' e ricambiò l'abbraccio mentre le sue lacrime cessavano. Quella ragazza era strana e proprio per questo le stava simpatica. Con quel semplice gesto riuscì a tranquillizzarla.

- So tutto quello che stai passando - le sussurrò Crystal all'orecchio, mentre si stringeva ancor di più nell'abbraccio - Ti capisco.

Dapprima Annabeth si preoccupò: come faceva lei a sapere cosa stava passando? Poi decise di lasciare le spiegazioni a dopo e abbassò lo sguardo facendo un sospiro malinconico:

- Non credo che tu possa capirmi - disse secca. L'abbraccio si sciolse e rimasero a guardarsi negli occhi.

- Beh, magari non ho passato tutto quello che hai passato tu, ma ho vissuto qualcosa di simile. Non posso dire con precisione in cosa ci assomigliamo, dato che non ti conosco nemmeno, ma ho il presentimento che noi due siamo molto più simili di quanto credi.

- Cosa te lo fa pensare?

- Beh, qualche tempo fa sono stata con Jake, Jake Walker, penso che tu lo conosca.

- Sì, il migliore amico di Noah Anderson, è lui che ha causato tutto il fraintendimento.

- Esatto, proprio lui. Noi siamo stati insieme un paio di giorni. Poi però, Chloe Williams mi ha tratto in inganno, dicendomi che mi stava tradendo con Lisa Hannon. Io ci ho creduto perché sapevo che tra Jake e Lisa c'era stata una storia in passato, vedevo le occhiate che lei lanciava a Jake ogni volta che lo vedeva, ma mi sbagliavo. Chloe si era voluta vendicare con me perché a una festa le avevo rubato la scena. Lunga storia, non sto qui a parlarne. Fatto sta che Jake, in realtà, mi era sempre stato fedele nonostante le suppliche e i corteggiamenti di Lisa e io l'avevo lasciato e umiliato accusandolo di una cosa che non aveva fatto. Non sai quanto mi sento in colpa. Ora Jake, più per vendetta che per sua volontà, si è rimesso con Lisa e mi lancia occhiatacce ogni volta che gli passo accanto. Non fa altro che dire ad alta voce quanto ama Lisa davanti a me, per farmi rosicare. Quella razza di... - a Crystal uscì un urlo di rabbia.

Annabeth abbassò lo sguardo fissando il pavimento. Non aveva il coraggio di guardare Crystal negli occhi. È vero sì, poteva capirla. Era nella sua stessa situazione, con l'unica differenza che lei non si portava dietro anche il peso della morte di suo padre, del trasferimento e dell'esclusione.

- Mi dispiace. Ehm, a proposito... tu come fai a sapere della mia storia con Noah?

Lei ridacchiò:

- Beh... io avevo notato qualcosa di strano in te, poi ho sentito per sbaglio la tua conversazione con Noah mentre passavo da questo corridoio e... ho capito un po' di cose. Avevo da subito sentito una connessione che ci legava e non ho resistito quando vi ho sentito parlare...

- Hey! Questa è violazione della privacy! Dovrei denunciarti per stalking!

Risero. Poi Crystal tornò seria.

- Io... ho saputo della morte di tuo padre. Mi dispiace.

Anche ad Annabeth tornò il broncio.

- Non ti preoccupare per me. Ormai... ho imparato a convivere con la rabbia e con la tristezza. Vengo continuamente esclusa per la mia etnia.

- Ti capisco: io sono thailandese. Con me succede un po' lo stesso.

Annabeth guardò Crystal incrociando i suoi scuri occhi marroni. Erano profondi, ma spenti. Come se avessero attraversato tante difficoltà. Si rivedeva molto in quella ragazza.

- Penso che noi due dovremmo conoscerci meglio - le propose facendole tornare un sorrisino.

- Ci sto!

La campanella che segnava la fine della giornata suonò.

- Beh, ci conosceremo meglio domani! Ti aspetto alle 8:00 davanti all'ingresso.

Si avviarono verso l'uscita, entrambe felici della nuova amicizia. 

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