- Dobbiamo uscire di qui! Sta crollando tutto a pezzi!
Noah prese Annabeth per mano e la condusse di corsa fuori dai camerini. Superarono pile di scatoloni, pieni di oggetti di scena e di costumi lacerati dal fuoco e cercarono di percorrere gli stretti corridoi evitando i pezzi e i mattoni che cadevano dal tetto.
Annabeth era tesissima, aveva paura. Stavano per uscire sul palco, quando la barra delle luci sopra il grande sipario cadde sfondando tutto il pavimento e facendoli rimanere bloccati.
- Che facciamo? Questo terremoto rischia di ucciderci! - chiese Annabeth a Noah preoccupata.
- Non ti preoccupare, ci sono io con te. Finchè resteremo uniti non potrà succederci nulla - Noah le strinse ancora più forte la mano. Cercava di mostrarsi coraggioso ma Annabeth sapeva bene che in realtà anche lui aveva paura.
Si girarono. Tutte le potenziali vie di fuga erano bloccate. Erano rimasti soli in un piccolo spazio dietro le quinte. Noah coprì Annabeth tra le sue braccia e si rannicchiarono in un angolino per terra. Si stringevano sempre più forte nell'abbraccio.
- Non preoccuparti. Andrà tutto bene ok? Te lo prometto - Noah cercò di rasserenare Annabeth. Lei lo guardò con uno sbrilluccichio unico negli occhi:
- Non fare promesse che non puoi mantenere. Anche se la nostra storia finirà qui, io non potrò rimpiangere niente, perchè ho conosciuto una persona molto speciale che mi ha cambiato la vita.
- Non sono sicuro di avertela cambiata in meglio...
Bastò lo sguardo di Annabeth per far zittire Noah.
- Non voglio che rischi per me - disse all'improvviso lei, che realizzò che se fosse caduto un mattone l'unico che ne avrebbe sofferto i danni sarebbe stato Noah. Prese una lastra di legno dal pavimento lì accanto e riparò la sua testa e quella del ragazzo.
Restarono per un po' rannicchiati lì, difficile dire quanto, ma sembrò un'eternità. Ogni secondo che passava l'ansia cresceva e il tempo a disposizione diminuiva. I due si stringevano sempre di più, fino a diventare una piccola nicchia lì in mezzo all'enorme teatro in rovina.
A un certo punto Annabeth guardò Noah:
- Mi prometti che nonostante tutto quello che accadrà ti ricorderai per sempre di me?
Lui la guardò speranzoso:
- Magari se moriamo insieme ci ritroveremo in Paradiso e potremo restare insieme per l'eternità.
Lei si lasciò scappare una risatina e girò la testa dalla parte opposta, sognante. Noah la prese dolcemente per il mento e la costrinse a guardarlo:
- Hey, questa non è la fine. Vedrai che ce la faremo. E se così non fosse come potrei mai dimenticarmi di una persona come te? Tu... tu sei diversa da tutte le altre. Tu riesci a capirmi veramente. Non avevo mai provato per nessuno i sentimenti che provo per te Annabeth Kailani. Io ti amo.
- Aspetta... chi sono tutte queste altre?
Noah scosse la testa e scoppiarono entrambi in una risatina. Poi Annabeth prese Noah per il collo e lo spinse in un bacio appassionato. Se quelli dovevano essere gli ultimi momenti della loro vita, non potevano essere meglio.
Stavano lì attaccati, sembravano l'uno incollato all'altra quando, improvvisamente, un'ascia aprì una falla in messo a quelle rovine. I due si staccarono imbarazzati e si girarono verso i loro salvatori: i pompieri si facevano strada tra le macerie, dietro di loro c'erano tutti i loro amici che sorridevano ed esultavano, felici che fossero ancora vivi.
Una volta usciti all'aria aperta, si resero conto che attorno a loro c'era la polizia che li sorvegliava. Annabeth si ricordò improvvisamente che erano ricercati dalla polizia, così lanciò uno sguardo preoccupato agli amici, i quali però la tranquillizzarono:
- Non preoccuparti, abbiamo già parlato con gli agenti: Rick ha avuto la geniale idea di fargli vedere il filmato delle telecamere di videosorveglianza, così siamo riusciti a dimostrare com'è andata realmente la scena - disse Emma guardando affascinata Rick.
Annabeth sorrise e tutti i ragazzi si strinsero in un abbraccio di gruppo, felici che le cose fossero ufficialmente risolte.
Nonna Rose si diresse felice dalla nipote che la strinse in un fortissimo abbraccio. Le due tornarono così verso casa, dopo aver congedato gli altri ragazzi.
- Annie, sono arrivate notizie dall'ospedale: ora che il vecchio capo non c'è più è salito al suo posto il dottor Turner e indovina un po': ha accettato di fare la terapia completa a tua madre, e gratuitamente!
A quella notizia Annabeth scoppiò di felicità e non riuscì a smettere di pensarci per il resto della serata. Poi le venne in mente una cosa e interrogò la nonna:
- Hey nonna, è vero che quando abitavi a Honolulu usavi la Moyasamu per sfruttare i Jones?
- Proprio come immaginavo: ti hanno raccontato solo la parte della storia che gli conveniva. La verità è che la madre di Rick, Luana Jones, aveva scoperto il nostro segreto: la Moyasamu. Io non l'avevo mai usata per niente del genere, tanto meno contro di lei e la sua famiglia! Ma una volta che mi ha beccata a usarla ha sempre minacciato di denunciarmi alla polizia e io non ho potuto fare a meno che usare i poteri della Moyasamu per fermarla. Così lei si è trasferita insieme alla sua famiglia a Hilo e, una volta lì, mi ha potuta denunciare indisturbata: per questo io sono stata costretta a rifugiarmi in Nuova Zelanda, sotto un'altra identità.
- Aspetta: come sarebbe "sotto un'altra identità"?
- Il mio vero nome non è Rose Jeffrey, è Rosalinda Akamai.
Annabeth sgranò gli occhi:
- Non posso crederci! E per tutto questo tempo sono rimasta all'oscuro di tutto!
Continuarono a chiacchierare, nonna Rose (o Rosalinda) le raccontava tutta la sua storia, sin da quando aveva ricevuto la Moyasamu e Annabeth le descriveva nei dettagli tutte le avventure che aveva vissuto con i suoi amici. Senza che se ne rendessero conto si fece notte, così andarono a dormire o, almeno, cercarono di dormire: con tutto quello che era successo durante quella giornata era difficile prendere sonno e non pensare. Ma, da quel giorno, gli unici pensieri che le occupavano la mente erano finalmente felici.
Fine
P.S.
Annabeth si muoveva nel suo letto, non riusciva a chiudere occhio. Improvvisamente sentì un ticchettio alla finestra e decise di andare a vedere di che si trattava. Noah le stava tirando dei sassolini per attirare la sua attenzione, così lei aprì la finestra:
- Hey lo sai che ore sono? E' un puro caso che io fossi sveglia!
Lui aveva il respiro affannoso, sembrava aver fatto una corsa sfrenata:
- Annie... mia sorella... Lizzie... È ancora viva!
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Moyasamu
Teen Fiction"Più è profonda la ferita, più sarà grande il sollievo una volta guarita" Annabeth odia la sua vita. Vorrebbe prenderla e farla a pezzi, distruggerla. Da quando suo padre è morto, si è dovuta trasferire insieme alla madre in Nuova Zelanda per proble...