Per consolarsi dalla notizia appena ricevuta, Annabeth decise di sfogare tutta la sua rabbia con la sua migliore amica Emma, che invece se ne stava tranquilla nella sua casa ad Honolulu a godersi la sua vita. Prese il telefono, entrò nella chat "💖BFF💖" e cliccò sul simbolo della videocamera in alto. Dopo pochi secondi a squillare, la faccia di Emma apparve sullo schermo.
- Anniiie!
- Emmyyy!
- Mi sei mancata un sacco, sai? Ti fai sentire solo ora?!
- Avresti potuto chiamarmi anche tu!
- Ah ah, hai ragione. Come va la vita lì a Wellington? Alcuni miei amici ci sono stati e dicono che è una città fantastica!
- Beh sì, la città è carina, ma mai quanto Honolulu. Vorrei essere lì con te in questo momento! Sapessi quante ne sto passando qua...
Mentre Annabeth guardava lo schermo della sua amica, si accorse di qualcosa di familiare nello sfondo. Tuttavia, decise di lasciar perdere: magari era qualche parco di Honolulu dov'era stata da piccola.
- Che è successo? Racconta! Voglio sapere tutto nei minimi particolari! - le chiese Emma, mentre lei la guardava abbozzando un sorriso, che veniva però smorzato dal suo sguardo malinconico.
- Sono successe molte, moltissime cose. Fin troppe. Ma molte non sono poi così belle...
Emma la guardò preoccupata:
- Annie, così mi spaventi. Mi vuoi dire che è successo?!
- Lunga storia... - Annabeth notò altri particolari familiari dietro ad Emma: un sentiero costeggiato da kauri7, un piccolo parco giochi sulla sinistra, arbusti colmi di bacche blu sotto a un bianco recinto di legno che delineava la stradina.
- Hey Emmy, ma dove sei?
- Vuoi saperlo? Aspetta solo tre secondi. Tre... due... uno...
Annabeth sentì al piano di sotto lo scricchiolare della porta che si apriva. Impallidì e scese di corsa le scale col cuore in gola. Emma stava davanti a lei sull'uscio della porta.
- Sorpresaaa!!!
Ad Annabeth uscì un urlo acuto, tanto da farlo sentire a tutto il quartiere. Sua madre la rimproverò:
- Annabeth, sono le 16:00! La gente riposa a quest'ora!
Ma ad Annabeth non fregava un fico secco dei vicini. La sua migliore amica, quella migliore amica che aveva abbandonato ad Honolulu e che le mancava ogni giorno, era lì, di fronte a lei, con quel sorriso smagliante che risollevava l'umore a chiunque. Corse come un razzo tra le sue braccia e si mise a piangere, ma, per la prima volta nella sua vita, di gioia.
Dopo averla stritolata per bene ed averle bagnato la maglietta, Annabeth si rivolse a lei:
- Ok, ora tu mi spieghi cosa caspita ci fai qui, ok?! Maledetta, mi hai fatto piangere!
- Ah ah ah, ho semplicemente pensato di farti una sorpresa. Negli ultimi giorni mi hai detto che non stavi passando un bel momento, così ho pensato che avere un'amica con cui parlare e condividere i tuoi momenti ti avrebbe fatto piacere. Sbaglio?
In risposta Annabeth le si avvinghiò al collo.
- Attenta! Così finirai per strozzarmi! Ah ah.
Annabeth le si staccò e la guardò dritta negli occhi, non credendo ancora che Emma fosse lì davanti a lei. Poi si rivolse alla madre:
- Mamma, tu lo sapevi?
La signora Kailani fece un sorrisino di assenso. Annabeth sorrise a sua volta, prese per mano la sua amica e la condusse al piano di sopra, in camera sua.
- Wow, che bella! - disse Emma non appena entrò nella stanza. Accarezzava tutto quello che si trovava davanti, studiando ogni dettaglio con attenzione, mentre Annabeth la guardava eccitata. Quando Emma giunse al comodino e vide la foto che c'era appoggiata, le scappò un urletto commosso:
- Oooooh, che carine! Ricordo quando abbiamo fatto questo collage! Non pensavo che te lo fossi portato!
- Scherzi? È l'unico modo che ho per sentirti sempre vicina!
La foto incorniciata era un collage di alcune foto che Emma ed Annabeth avevano scattato poco prima che lei partisse.
Una volta fatto fare il tour della casa ad Emma, Annabeth decise che era il momento di raccontarle tutto. Non sapeva neppure da dove iniziare, così cominciò a passarle in rassegna tutta la sua vita sin dal giorno in cui si era trasferita.
Sedute entrambe sul bordo del letto di Annabeth, andarono avanti con i racconti per ore, Annabeth parlava ed Emma ascoltava, il suo volto si scuriva sempre di più man mano che la sua amica le raccontava tutto. Quando infine Annabeth le disse della famiglia affidataria, Emma si pietrificò.
- Cosa... No. Non può essere. Tua madre non può lasciarti così. No. Non so come farei al posto tuo, come fai a sopportare tutto questo? Solo a pensarci mi viene il mal di testa. Bambole voodoo parlanti, bullismo, fraintesi... Oddio! Ma perché non mi hai detto tutto subito Annie? Sarei venuta all'istante!
Annabeth abbassò lo sguardo:
- Pensavo... pensavo che non mi avresti creduta. Sai com'è... una bambola voodoo parlante non è una cosa che si trova tutti i giorni.
- Ma certo che ti avrei creduta! Sei la mia migliore amica, non ti prenderei mai per pazza! E anche se lo fossi, farei la pazza insieme a te.
Annabeth sorrise all'amica.
- E poi... dobbiamo risolvere questa cosa della famiglia affidataria. Non esiste proprio che tu te ne vada a vivere con degli sconosciuti che hanno solo firmato un documento!
- E come pensi di fare? Ormai mia madre ha preso la sua decisione, è difficile farle cambiare idea.
- Ne discuteremo domani a scuola, ora è tardi.
- Aspetta un attimo... Tu... tu verrai a scuola con me?!
- Ah ah! E già! Pare proprio che resterò qui per qualche settimana prima di tornare a Honolulu e, nel frattempo, andrò a scuola con te e frequenterò la tua stessa classe!
- Cosa?! Ma è... incredibile!
Detto tutto, Annabeth ed Emma si coricarono nello stesso letto, abbracciate.
Finalmente qualcosa che le facesse tornare il sorriso!
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Moyasamu
Roman pour Adolescents"Più è profonda la ferita, più sarà grande il sollievo una volta guarita" Annabeth odia la sua vita. Vorrebbe prenderla e farla a pezzi, distruggerla. Da quando suo padre è morto, si è dovuta trasferire insieme alla madre in Nuova Zelanda per proble...