All'uscita da scuola, la madre di Annabeth stava aspettando lei ed Emma davanti all'ingresso, per assicurarsi che nulla sarebbe andato storto. Mi sa proprio che le precauzioni non sarebbero servite a molto...
Crystal fece l'occhiolino ad Annabeth poco prima di uscire dal portone, senza farsi vedere da sua madre e prese la direzione opposta, facendo finta di essere una studentessa qualunque. Emma entrò in macchina subito dopo l'amica e non disse una parola durante tutto il viaggio. Quel giorno c'erano un silenzio e una tensione assurdi, nessuno osava aprire bocca. La prima a prendere parola fu la signora Kailani:
- Andate a preparare le valigie, fra mezz'ora vengono a prendervi.
Così salirono le scale in silenzio e sistemarono le ultime cose nelle valigie. Ma non di certo per andare a casa dei Brown. Quando furono pronte, si affrettarono a legare tra loro le lenzuola per formare una corda, che legarono alla finestra per scendere senza essere viste. Emma si calò per prima, testando la resistenza di quella fune improvvisata e andò tutto bene. Arrivata di sotto, Annabeth le lanciò a una a una le valigie, cercando di non fare troppo rumore. Una volta dato l'okay di Emma dal piano di sotto, Annabeth afferrò il lenzuolo pronta a calarsi, ma sentì all'improvviso la porta che si apriva. Scese di scatto dal davanzale della finestra e scostò la tenda prima dell'arrivo della madre, nella speranza che non notasse la corda di lenzuola.
Quando questa entrò e diede un'occhiata in giro, fece una faccia strana:
- Hey Annie, ma Emma dov'è?
In risposta, da sotto la finestra, Emma chiamò:
- Hey Annabeth, allora, scendi? Che ci fai ancora lì?
Ad Annabeth venne una fitta allo stomaco:
- A-aspetta arrivo - poi si rivolse alla madre - Lei... è già scesa... ci stiamo preparando, così quando i Brown verranno ci troveranno già pronte lì sotto.
- E tu che stai facendo ancora qua sopra allora?
- Mi ero dimenticata di prendere... - si guardò intorno, individuò un fermaglio sul comodino accanto a lei e lo afferrò - ... questo fermaglio! Già, è molto importante, me l'ha regalato una volta una mia amica di Honolulu e non voglio perderlo, è un ricordo...
La signora Kailani annuì, ma poi guardò il letto e fece un sussulto:
- Oh mio dio, perché mancano le lenzuola al letto?!
- Sì, beh... è che volevo portarmi pure quelle per ricordo di questa casa... le metterò nel mio futuro letto a casa dei Brown.
Sua madre si mise le mani tra i capelli:
- Come hanno fatto a entrarti tutte queste cose in valigia?! E poi... perché hai chiuso la tenda? C'è così buio! - fece per andare ad aprire la tenda, ma Annabeth le si mise davanti bloccandole la strada.
- No no no, ferma! L'ho chiusa perché così più tardi non dovrai farlo tu. Ora che sto lasciando la mia camera voglio lasciarla pulita e in ordine. Non fa niente se c'è buio, tanto me ne sto andando!
La signora Kailani sospirò:
- E va bene... - la guardò malinconica - Annie... volevo dirti che non sai quanto mi dispiaccia, per me non è mica un piacere separarmi da te, ma non c'è altro modo. Però sappi che in qualsiasi famiglia andrai tu resterai sempre mia figlia: Annabeth Kailani. Spero che potrai perdonarmi un giorno, capirai che è la cosa giusta da fare.
Annabeth era immobile ad aspettare che la madre se ne andasse per poter uscire, poi però questa la abbracciò, immobilizzandola:
- Mi mancherai un sacco kaikamahine - aveva la voce tremolante, spezzata da singhiozzi - Promettimi che sarai sempre una donna forte e che non ti arrenderai mai di fronte alle difficoltà. Se non vuoi farlo per me, almeno fallo per te - Annabeth sentì una goccia caderle sulla spalla - Ti voglio bene Annabeth, scusa se non te lo dimostro mai abbastanza. Perdonami se non sono stata una brava madre per te, spero che ne troverai una migliore che sappia trattarti come meriti - la guardò negli occhi, separandosi dall'abbraccio - sei tale e quale a tuo padre, so che ce la farai, ne sono sicura - detto questo si allontanò e si chiuse la porta alle spalle, guardando la figlia immobile al centro della stanza.
Annabeth restò un po' lì immobile a guardare il pavimento, fin quando Emma non la chiamò:
- Annie ci sei? È un po' che aspetto, scendi! Che stai facendo?
Annabeth si sbloccò e tornò nella vita reale, ricordandosi del piano. Salì sul davanzale e guardò la sua cameretta. Se il suo piano non avesse funzionato, quella sarebbe stata l'ultima volta che la vedeva. Dopo una botta di coraggio e un sospiro d'incoraggiamento, si decise finalmente a calarsi dalla corda, raggiungendo Emma. Sentirono il campanello suonare da dentro casa e videro due figure dietro il cancello accanto a una macchina. I Brown erano arrivati. In fretta e furia presero le valigie ed uscirono dal cancelletto posteriore, cercando di fare meno rumore possibile. Così si avviarono per le strade di Wellington, mentre i signori Brown aprivano il bagagliaio pronti a caricare le loro valigie e la signora Kailani le chiamava invano, ignara di tutto.
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Moyasamu
Ficção Adolescente"Più è profonda la ferita, più sarà grande il sollievo una volta guarita" Annabeth odia la sua vita. Vorrebbe prenderla e farla a pezzi, distruggerla. Da quando suo padre è morto, si è dovuta trasferire insieme alla madre in Nuova Zelanda per proble...