Cosa aspettarsi quando si aspetta

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Salve a tuttx e bentornatx in questa disagiatissima raccolta.
Come state? Come sono andate le vacanza? Siete prontx per il rientro?

Io sto aspettando con molta ansia il 15 settembre per avere la conferma dell'alloggio universitario, ma dopo tutte le chiamate e le mail con cui mi hanno bombardato nelle ultime settimane non credo mi lascino per strada. Incrociamo le dita, che la burocrazia italiana è peggio delle scale di Hogwarts e le piace cambiare all'ultimo.

Ma torniamo a noi e al vero scopo di questo capitolo.

Sono tre giorni che il mio Tiktok si è inondato improvvisamente di video a tema università e back to school e mi si è accapponata la pelle. Non tanto perché queste oscenità interrompono il mio flusso di edit a tema Soukoku e Ineffable Husbands, quanto perché la metà di consigli offerti sono delle grandissime supercazzole. E quindi eccomi qui a dispensare perle di saggezza da personcina che convive con l'ansia, le manie ossessivo-compulsive, l'HIGH ACHIEVER DON'T YOU SEE ed è sopravvissuto con ottimi risultati al primo anno universitario.

Solito disclaimer: questa è la mia esperienza, non è mia intenzione renderla il Verbo assoluto.

Il consiglio zero è investire in un buon computer o in un tablet convertibile. Sì, lo so, su tutti i social ci sono ragazze che consigliano di prendere i tablet perché sono più piccoli, più leggeri e permettono di fare appunti più aesthetic, ma fidatevi che un pc è meglio. Soprattutto perché la maggior parte dei materiali e degli iter universitari (prenotare esami, consultare professori, mandare l'ennesimo sollecito alla segreteria didattica) sono telematici e nove volte su dieci l'accesso tramite un dispositivo che non sia un computer è un parto gemellare. Ma anche perché le lezioni universitarie sono molto più veloci e la tastiera permette di prendere appunti in maniera molto più agevole.

Il che mi porta al primo consiglio vero e proprio, ovvero quello di prendere gli appunti in formato digitale. Sì, lo so, anche io ero scettico e all'inizio mi sono impuntato sul prenderli a mano: pessima scelta, davvero pessima. Questo perché, come dicevo prima, le lezioni sono molto più veloci e dense rispetto alla superiori: i docenti sparano informazioni in continuazione, ci sono interi passaggi che, se sbagli a scrivere anche una cosa o te la perdi, possono mettere in crisi la sessione dal momento che molto spesso i libri di testo non si seguono, dopo tre ore passate a fare l'amanuense a quei livelli ti vengono i crampi alle mani e altre cose molto poco carine che auguro soltanto a Hegel. 

Collegato al punto di sopra, il secondo consiglio è di imparare a prendere bene gli appunti perché molto spesso studierete solo su quelli. Ognuno ovviamente ha il suo metodo ed esistono centinaia di applicazioni pensate apposta (io ho provato OneNote, Notion, Word e Google Document e personalmente preferisco il caro vecchio Word) però, sul serio, imparate a segnare la maggiore quantità di informazioni nella maniera più chiara e comprensibile possibile. Questo perché a gennaio vi ritroverete a rileggere i manoscritti di ottobre e, se avete scritto in maniera geroglifica il nome di un tizio tedesco o avete tralasciato di scrivere una definizione perché "tanto si capisce", vi assicuro che vi maledirete da qui al resto dei vostri giorni.

Terzo consiglio, quello che nessuno ti dà e che poi scopri a tue spese il primo giorno: non comprate i libri. Dopo cinque anni di elementari, tre di medie e cinque di superiori (senza contare eventuali anni ripetuti), ci hanno fatto il lavaggio del cervello che bisogna per forza comprare i libri nell'esatta edizione in cui vengono proposti, ma all'università è una stronzata pazzesca perché 1) spesso nel giro di una settimana sui gruppi girano i pdf crackati, 2) i professori potrebbero benissimo dirti che sono solo testi di riferimento e/o che le parti importanti verranno distribuite con i commenti del docente sottoforma di dispense e 3) non vale la pena spendere ottanta euro per un libro che aprirai sì e no due volte. Quindi salvatevi la schiena e il portafoglio e usate i pdf crackati (se proprio non ce la fate in digitale, stampatevi quelli che tanto vi costa comunque meno di comprare il libro).

Un'altra cosa molto importante è capire cosa si fa da soli e cosa si può fare collettivamente. Una delle grandi differenze tra liceo e università è che tu puoi fare sostanzialmente come ti pare perché i docenti non possono stare appresso a duecento studenti: ci saranno professori che vi diranno di fare da soli interi capitoli (se non addirittura interi libri) e le facce che si ricordano sono relativamente poche. All'università siete voi, i vostri appunti e la vostra borraccia contro il mondo: entrante in quest'ottica. Tuttavia, questo senso di solitudine accademica porta spesso gli studenti a collaborare: sui gruppi girano i riassunti e gli schemi dei libri, si inoltrano appunti e registrazioni, spesso tre o quattro persone si dividono un libro e ognuno ne riassume una parte. Tutto sta nel capire cosa fare da soli e cosa in gruppo: io ad esempio preferisco fare da solo i libri principali e poi fare con i miei colleghi i testi secondari. Quindi sì, fatevi mettere in tutti i gruppi WhatsApp e socializzate.

Il quinto consiglio è di preservare la vostra salute mentale e arrivare alla sessione con un piano decente. Ora, io lo so che sono il primo a predicare bene e razzolare male, però quest'anno mi riprometto di arrivare a gennaio e giugno in condizioni migliori (facciamo finta di crederci). Le sessioni, come sanno persino i muri, sono periodi di studio molto intenso in cui molti studenti perdono il sonno e la testa: c'è tanto da studiare, c'è poco tempo per fare tutto, ti alzi con l'ansia e non vai a dormire perché hai ancora più ansia dell'esame. Per sopravvivere, oltre che ricordarsi il MED (Mangia Esci Dormi-porca-puttana), bisogna arrivare a inizio sessione con gli appunti e i riassunti già fatti, pertanto quello che io vi suggerisco spassionatamente è di riordinare gli appunti volta per volta e preparare i materiali per lo studio durante il periodo di lezioni. Il che è una palla assurda e ti toglie l'ultima dose di energie e voglia di vivere che hai a fine giornata, siamo tuttx d'accordo, ma vi salva il culo.

Ultimo consiglio, quello che metto in pratica tutti i giorni dal giorno zero facendo figure di merda, è di non avere paura e buttarvi. Se c'è una cosa che ho capito subito dell'università è che questa ti lancia nel mondo degli adulti, in cui ci si aspetta che tu sappia cavartela da solo, affrontare le difficoltà e gestire ansia e imbarazzo. Il che significa avere il coraggio di andare a ricevimento da soli dal docente, dover lottare con la segreteria e riuscire a parlare anche se vorreste scappare via. Perché là o combattete per voi stessi o non lo farà nessuno. Il che è un'ottima palestra per la vita, perché tanto nessuno vi conosce o si ricorderà di voi e della figura di merda che avete appena fatto. E poi, male male che va, ci sono sempre gli amici a darti una mano.

Questo capitolo alla fine è venuto fuori davvero molto lungo: spero di non avervi annoiato. Detto questo, visto che da qui al 1° ottobre non avrò niente di meglio da fare che cazzeggiare, leggere e fare l'ennesimo rewatch di "Una mamma per amica" perché sono ufficialmente entrato nella mia Rory Gilmore Era (Taylor Swift e le rotture a quanto pare mi fanno questo effetto), fatemi sapere se volete qualche capitolo specifico sul mondo universitario o qualcos'altro.

Buon rientro a scuola per chi è così sfigatx da cominciare la settimana prossima.

Ave atque vale

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