Oggi ho avuto l'esame di Estetica, il più arduo di tutta la sessione invernale (e probabilmente del secondo anno).
Ero psicologicamente preparata al fatto che non sarebbe stato facile: lui in classe si è limitato a leggere il libro, gli argomenti non erano stati trattati a dovere (motivo per cui li abbiamo fatti da soli) e allo scorso appello il voto più alto è stato un 28.
In più, chiunque abbia fatto l'esame allo scorso appello mi ha detto che è quel tipo di professore che ti interrompe sempre, vuole che esprimi i concetti in un certo modo e che è molto concentrato sul lessico. Il che per me è un mezzo problema, visto che non riesco a studiare a memoria cose che non siano matematiche.
Stamattina ero la prima (esame alle 11, in teoria) e avevo dei livelli d'ansia che vi lascio immaginare. Ma ero relativamente tranquilla perché ho studiato un fottuto mese per questo esame, avevo ripetuto le cose duecento volte e i miei amici mi avevano detto che le cose le sapevo spiegare molto bene.
Le ultime parole famose.
Entro alle 11.30 e il professore mi cazzia perché non avevo portato i libri.
Ora, lo so che tendenzialmente i libri vanno portati, ma io 1) me li ero scordati e 2) ho solo un libro cartaceo perché mi trovo meglio a studiare dai pdf. Quindi niente libri.
Inizia a fare le domande e mi uccide.
Letteralmente, mi uccide.
Mi ha chiesto cose che sapevo molto bene e di cui ero sicura, ma mi ha fermato ogni tre parole perché "eh signorina, se mi dice così però lascia intedere che...", "non è esatto, utilizzi un termine più appropriato", "signorina, ma se mi dice così implica che...".
Un. Cagacazzi.
Mi è salito il panico, ma sono riuscita a tenergli botta, restare calma e rispondere a tutte le sue obiezioni.
L'assistente (povera stella) ha provato un paio di volte a cambiare discorso, ma il professore la fermava e mi riportava sull'esatto punto su cui non riuscivo a trovare il termine a cui lui stava pensando.
Per farvi capire, mi ha criticato perché ho detto "accumulo che viene rilasciato" piuttosto che "eccesso che viene liberato". Sono. La. Stessa. Identica. Cosa.
Oltre la gogna, pure la beffa: dovevo aspettare che facesse gli altri due ragazzi del mio turno prima di sapere il voto.
Sono stata due ore con l'ansia per il voto perché ero sinceramente convinta di essere stata bocciata.
In tutto questo ho chiamato mia madre, ho pianto al telefono, mia madre si è incazzata più di me per come si è comportato il professore, ha detto che avrei dovuto menargli e che ero stata brava a gestire la situazione (il che dimostra quanto la cosa sia stata devastante psicologicamente) e che non importava quanto prendessi, perché l'importante era che stavo tranquilla e non perdevo la borsa di studio per 'sta merda umana.
Eneide è scoppiata a piangere durante l'esame. Un ragazzo con cui ho fatto amicizia è uscito, mi ha guardato e mi ha chiesto come io sia riuscita a sostenerlo per un'ora intera (loro due li ha tenuti dentro una quarantina di minuti).
Alla fine ho preso 25 e ho accettato. Sì, è un voto basso rispetto al mio solito, ma mi mantiene la borsa di studio, mi mantiene l'alloggio e la media non mi è scesa più di tanto (anche considerando che avrò altri due voti questa sessione e conto di alzarla con quelli).
Non voglio più rivedere quell'uomo.
Questo capitolo non è per autocommiserarmi o per farmi dire che sono stata brava: lo so che sono stata brava e sono soddisfatta e orgogliosa di come sono riuscita a gestire il tutto (e per non essere stata bocciata).
Questo capitolo è per dire che ci sono degli esami il cui esito non dipende da noi: l'argomento è difficile, il professore è stronzo o succede qualcosa che ci fa ottenere un voto peggiore di quanto ci meritiamo.
So che alcuni hanno rifiutato il voto ed è una scelta legittima: sanno di meritare di più e vogliono riprovarci.
Io ho accettato perché so che oggi ho dato il meglio di me e che ridarlo non avrebbe cambiato nulla. Anzi, l'avrei vissuta malissimo perché mi ha trattato davvero di merda e sarei finita per rimandarlo all'infinito.
Il percorso universitario può andare così: l'importante è non buttarsi giù per un singolo esame e ricordarsi che un voto un po' più basso non è la fine del mondo.
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Scleri da Università
HumorDopo cinque anni di Ade (comunemente noto come liceo classico) chiunque penserebbe che il peggio sia passato. E invece no.