- Prologo -

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Chantal's POV

«Non posso credere che la scuola ricominci domani e tu non hai ancora comprato il tuo ultimo diario»

«Beh, si dà il caso che sia venuta in libreria proprio per questo»

«Chantal» la sentii sospirare dall'altro capo del telefono «Questo è il nostro ultimo anno. Promettimi che lo vivremo appieno e che ci divertiremo come se non ci fosse un domani»

«C'è davvero bisogno che te lo prometta?» sorrisi, anche se lei non poteva saperlo. Poi finalmente arrivai al reparto dedicato alla scuola e cominciai a dare un'occhiata ai diari esposti «E comunque non è colpa mia se lo compro solo adesso. Ti ricordo che ho appena terminato un anno di erasmus a Madrid e che il mio cervello vive ancora sei ore avanti» mi giustificai.

«Stavo scherzando. Poi esigo che mi racconti tutto, eh! E, ti prego, prenditi Blaze. È stato insopportabile con chiunque per tutti questi mesi, non sai quanto gli sei mancata»

Blaze, già...
...il mio "ragazzo".

«Tranquilla Stella, appena rimetterò piede a scuola vedrò di recuperare tutto ciò che mi sono persa mentre imparavo la differenza tra lo spagnolo e il catalano» ridacchiai, ma smisi quasi subito: qualcosa attirò la mia attenzione.

Notai un diario rivestito in pelle nera poggiato su una delle scrivanie pubbliche della libreria, affianco v'era solo una penna. Incuriosita dal modello, mi avvicinai e mi resi conto che non si trattava di un diario scolastico, bensì di un diario segreto. Siccome non vedevo la sua padrona e ipotizzai che lo avesse appena comprato — e che dunque non ci avesse scritto ancora nulla — lo presi in mano e lo osservai più attentamente.

«Tallie ci sei?» mi chiese la mia migliore amica, della quale mi ero momentaneamente dimenticata.

«Ehm...ti richiamo dopo okay? Divertiti con Jay!» e senza darle modo di rispondere, terminai la telefonata.

Aprii la prima pagina del diario e spalancai gli occhi nello scoprire che, al contrario di quanto credessi, essa era già stata riempita e, prima ancora che potessi rendermene conto, la stavo già leggendo.

"Caro diario,
è così che si dovrebbe cominciare, no? Domani inizio il mio ultimo anno di scuola e non so che aspettative avere. Sicuramente papá spera che io continui a far parte della squadra di basket — e sicuramente io non potró fare altrimenti. Voglio dire, mi piace giocarci e riconosco di essere anche piuttosto bravo (altrimenti non sarei stato eletto "stella della squadra") ma almeno con te non voglio mentire. Il mio vero amore è la musica. Voglio cantare, suonare, scrivere canzoni. E in realtà già lo faccio, ma non voglio farlo solo per me. Diario, la musica è tutta la mia vita. Non posso e neanche voglio pensare di fare altro. Ma purtroppo mio padre non mi supporta e non crede in me, mia madre si lascia condizionare da lui, e mio fratello...beh, mio fratello vorrebbe aiutarmi ma non sa come. I miei due migliori amici sanno che compongo, ma non sanno quanto la cosa sia importante per me. Pensano che lo faccia per gioco. Ma non è colpa loro, alla fine sono io che non gli ho mai permesso di ascoltare qualcosa di mio. Ho solo bisogno di qualcuno che creda nel mio sogno. Ma come faccio a realizzarlo se mi aspetta un anno pieno di studio e partite di basket?"

Alzai lo sguardo da quella pagina e fissai il vuoto con le labbra schiuse e le sopracciglia sollevate: questo diario appartiene ad un ragazzo?
Ero stata impulsiva a dare per scontato che solo perché si trattava di un diario dei segreti fosse stata una ragazza a comprarlo. A quanto pare esistono anche ragazzi profondi.

Tuttavia, mi risvegliai da quello stato di trance solo quando sentii qualcuno schiarirsi la voce alle mie spalle — e il suo non sembrava un tono amichevole.
Mi girai e incontrai due iridi profonde come l'oceano, ma nere come la pece, che mi fissavano con impertinenza. Aveva i capelli del medesimo colore e gli ricadevano dolcemente sulla fronte, incorniciando il suo volto dai tratti delicati. Non notai subito che si trattasse di lineamenti orientali.
Inclinó leggermente il capo e inarcò un sopracciglio con l'aria di chi si aspetta delle spiegazioni: non poteva che essere il custode di quel diario.

«Oh, io-...io...volevo sapere dove lo hai trovato» distolsi lo sguardo, cercando in tutti i modi di sembrare credibile «Vedi, ero qui per comprare un diario per la scuola e il tuo è veramente figo! Però non l'ho visto insieme agli altri-» mi interruppe, torreggiando su di me con la sua figura alta.

«Non l'hai trovato nei diari scolastici perché è un diario segreto» pronunciò con serietà, riprendendosi delicatamente l'oggetto dalle mie mani. Come avevo ipotizzato, la sua voce era calma e seria. Però in quel momento mi incuteva un po' di paura, chissà, forse perché ero stata beccata con le mani nel sacco?
Vorrei che il mio cuore non avesse saltato un battito nel momento in cui le sue dita avevano sfiorato le mie.

Avevo un fidanzato.
Certo, durante la mia permanenza in Spagna avevo sentito qualcosa cambiare tra me e Blaze, ma lì non mi era mai successo di sentirmi in quel modo per il solo sguardo di un ragazzo (e devo dire che in molti ci avevano provato con me, ma io non ero interessata, e comunque non avrei mai tradito la sua fiducia). Però gli impulsi corporei sono cose che non possiamo controllare, quindi mi giustificai ipotizzando che la mia reazione inaspettata fosse dovuta al fatto che il ragazzo davanti a me — fin troppo vicino, per i miei gusti — fosse indubbiamente ed oggettivamente carino. Era lecito pensarlo.

«Ah, è un diario segreto...» continuai con la mia farsa, nella speranza di risultare credibile «Non ne avevo idea, mi dispiace. L'ho aperto solo per vedere se all'interno fosse carino come all'esterno e vedo che sì, in effetti lo è. Però, come dicevi tu, non è un diario scolastico, quindi immagino che dovrò rinunciare a questo bellissimo modello» spiegai con convinzione, eppure gesticolavo in maniera quasi ridicola.

Lui mi rivolse uno sguardo scocciato e strinse leggermente le sue labbra carnose, oltrepassandomi lentamente per avvicinarsi alla scrivania e riporre il diario nel suo zaino. Lo richiuse e tornó davanti a me, guardandomi con occhi gelidi «Non lo hai letto, vero?» sussurrò con tono altrettanto agghiacciante. Solo in quell'istante notai che aveva un piercing al labbro inferiore, un labret a destra, per l'esattezza. Lo avevo appena incontrato, ma potevo già affermare che gli donasse.

Tornai sul pianeta Terra e mi focalizzai nuovamente sulla domanda da lui postami. Non ero mai stata brava a mentire, quindi per me fu alquanto difficile non dirgli la verità e il senso di colpa aumentava in maniera smisurata «No, ovviamente. Non ti conosco nemmeno»

Si limitò ad annuire, dopodiché mi voltò le spalle e si diresse verso l'uscita della libreria, piantandomi in asso. Che tipo strano...

Dopo aver riflettuto su quanto accaduto negli ultimi quattro minuti, tornai alla disperata ricerca di un diario scolastico che soddisfasse il mio gusto personale. Quello sarebbe stato il mio ultimo diario, ci tenevo a sceglierlo con cura. Mi aspettava un nuovo anno scolastico, l'ultimo e probabilmente anche il più importante.
Mai — e ripeto mai — mi sarei aspettata che le cose sarebbero cambiate radicalmente di lì a pochi mesi.

Scrivere un diario dei segreti può salvarti la vita, ma se capita nelle mani sbagliate ci vorrà poco prima che te la distrugga.

" don't touch my diary „ - LHS. ENHYPENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora