18. «Posso...?»

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Chantal's POV

Mi affrettai a raggiungere le quinte non appena vidi Heeseung che si apprestava a lasciare il palco. L'ha fatto. L'ha fatto sul serio.

«Porca miseria, Chantal!» disse non appena mi vide. Da vicino era ancora più bello e in quel momento mi sembrava di starlo vedendo per la prima volta. L'avevo visto sul palco, lontano da me, mentre brillava e cantava quelle canzoni, coinvolgendo tutti, ma ora che ce l'avevo davanti ed eravamo soli mi sembrava assurdo che ci conoscessimo davvero. Un po' come una fan che finalmente incontra il suo idolo, con l'unica differenza che io ero innamorata di lui e che quella sera, per tutti gli altri, noi due eravamo fidanzati.

«È stato bellissimo» aggiunse con l'emozione sia negli occhi che nella voce. Dal suo linguaggio del corpo sembrava volesse abbracciarmi, ma era come se qualcosa glielo impedisse e a me andava bene così: non volevo facesse cose che potessero metterlo a disagio.

«Sei stato grandioso, hai visto?» finalmente parlai io, persino più emozionata di lui, se possibile.

Si ravvió i capelli neri e ancora una volta lo sguardo mi cadde sul suo piercing. Mi odiavo ogni volta che lasciavo che accadesse.
«Non...non riesco a realizzare» farfuglió con occhi increduli mentre si faceva aria con la mano. Supposi avesse caldo e beh, non potevo biasimarlo. Avevo caldo anch'io, ma per un motivo decisamente differente dal suo.

«Spero solo che il tuo essere alticcio non ti faccia dimenticare di tutto questo...» mormorai distogliendo lo sguardo. Per un qualche arcano motivo, il fatto che fosse un po' ubriaco rendeva il tutto ancora più difficile per me e per il mio povero cuore innamorato.

«Cazzo, avrei proprio bisogno di un altro po' d'alcol...» all'udir quelle parole sollevai immediatamente lo sguardo, sgranando gli occhi. Vuole bere ancora?

«Vuoi bere ancora?»

«Vorrei, sì. Sono troppo felice ed elettrizzato e...cazzo, dobbiamo festeggiare!» esclamó felice, guardandosi attorno. Non sapeva neanche lui cosa dire o cosa fare e vederlo così da un lato mi rendeva fiera, ma dall'altro mi preoccupava un po'. Avevo già gestito persone ubriache in passato (basti pensare a quando ci eravamo occupati di Jay e Stella insieme, quella volta...), ma non avevo idea di come dovessi comportarmi con il ragazzo di cui ero innamorata.

«Okay, ehm...andiamo» dissi, mettendomi accanto a lui per tornare di là e permettergli di bere qualcos'altro. Alla fine è già mezzo andato, cosa puó fargli un drink in più?
Lo avrei scoperto a breve. Perché sì, quel drink sarebbe stato di troppo. Ma ormai era tardi: eravamo già davanti al bancone delle bibite ad aspettare che il barista gli preparasse un altro gin lemon.

Mi guardai attorno e vidi che i pochi rimasti stavano consumando la torta di compleanno di Vance. Supposi gli avessero cantato la famigerata canzone mentre io e Heeseung eravamo ancora dietro le quinte. Da soli.
Non avevo toccato cibo durante la serata, ma stranamente non avevo più fame. Le mie orecchie ed i miei occhi erano pieni di lui e questo era bastato a riempirmi anche lo stomaco. Avrei voluto sapere, in quel momento, che a breve anche qualcos'altro di mio sarebbe stato pieno di lui.

«Grazie bro» disse Heeseung al barista, per poi sgolare quel drink come se fosse acqua. Da quando un introverso come lui chiama gli sconosciuti "bro"?

«Se avevi sete potevamo chiedere dell'acqua...» lo rimproverai in tono gentile, quasi materno.

«Avevo sete, sì. Ma sete di qualcosa al limone» si difese, per poi schiarirsi la gola «Sai, dopo aver cantato...» e nel dire ció, si portó le dita sul collo, pizzicandosi il pomo d'Adamo. Ma è pazzo?

" don't touch my diary „ - LHS. ENHYPENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora