4. «Hai forse dimenticato che io mi sposto in moto?»

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Chantal's POV

Mi era mancato tremendamente tanto fare da DJ al mio hotel. Okay, diciamo che in generale mi era mancato poter lavorare alla mia musica. In Spagna non avevo avuto modo di portare con me nè la console nè il PC con cui remixavo le canzoni. Avevo passato un anno intero senza musica e quella serata mi stava facendo recuperare tutto il tempo perduto. Mi sentivo di nuovo a casa, di nuovo libera, di nuovo...me, semplicemente me, quella che avevo sempre sognato di essere. Non avrei mai ringraziato abbastanza la mia famiglia per avermi sempre supportata e per essersi resa conto dell'effettivo talento che avevo in ambito musicale. "Non tutti hanno la fortuna di avere dei genitori che ti appoggiano, ma tu sei stata fortunata abbastanza da riuscire a realizzare il tuo sogno giá in età adolescenziale", mi ripetevo sempre.

E proprio in quel momento, ripensando a quelle parole, mi vennero in mente quelle che il giorno prima avevo erroneamente letto sul diario segreto di quel ragazzo. Aveva detto che il suo vero sogno era quello di fare musica, non di essere un giocatore di basket, e che la sua famiglia non lo supportava. In cuor mio ero dispiaciuta per lui: tutti dovrebbero avere almeno una possibilità per realizzare il proprio sogno. C'è chi non ha obiettivi, ma ha tutte le opportunità del mondo e c'è chi ha la fortuna di sapere già in giovane etá cosa vuole dalla sua vita ma non ha alcuna chance per provare ad ottenerlo. Questo meccanismo non lo avrei mai capito. Mai.

Fui distolta dai miei pensieri dalla voce di Blaze, che apparve alle mie spalle e mi mise le mani sui fianchi all'improvviso, facendomi morire dalla paura. Anche se la sala aveva cominciato a svuotarsi — dopotutto erano le due passate e, dato che quella era la mia prima serata dopo più di un anno, imposi un coprifuoco per le tre — avevo pur sempre la musica a palla nelle orecchie e non lo avevo nè visto nè sentito arrivare.

Si avvicinó al mio orecchio non coperto dalle cuffie e sussurró: «Devo dirti una cosa, ma promettimi che non darai di matto. Stella e Jay sono ubriachi marci, non so cosa diavolo si siano calati per ridursi così, ma lui ha vomitato già due volte e Stella non fa che blaterare una marea di stronzate»

Liberai anche l'altro orecchio dall'ingombro delle cuffie e le riposi sulla console, girandomi verso il mio "ragazzo" con un'espressione allarmata in viso. «Cosa-...ma come-...» scossi il capo lentamente e mi massaggiai le tempie, manifestando la mia frustrazione. Come potevo non dare di matto?

«Li ho adagiati sul divanetto più vicino all'uscita, così possono prendere un po' d'aria, ma non me la sono sentita di farli uscire: la strada è vicina ed è troppo pericoloso. Lo so che a quest'ora passa una macchina ogni venti minuti, ma ho preferito non rischiare» continuó a spiegarmi in tono fin troppo tranquillo, come se non gliene importasse. Come se la mia migliore amica non si fosse presa di nuovo una sbronza pesante e il suo ragazzo non si fosse sentito male già due volte.

«Aspetta, quindi adesso sono da soli?» chiesi ancor più preoccupata, ma dentro di me conoscevo giá la risposta «Come fai ad essere così stupido?»

Mai lasciare una persona ubriaca da sola.
Specie se sono due.

Non diedi a Blaze il tempo di rispondere, poichè oltrepassai la sua figura e scesi dal mini palco della sala, abbandonando lui e la console — il che, per quest'ultima, non sarebbe stato un problema, siccome, avendola lasciata in stand-by, le canzoni sarebbero partite da sole senza che io le remixassi dal vivo.
Forse ero stata un po' dura con Blaze in quel momento, ma il panico si era impossessato di me e il fatto che dubitassi già da un po' dei miei sentimenti per lui di certo non aiutava.

Corsi verso l'uscita, facendomi largo tra adolescenti che ballavano, altri che saltavano, altri che si strusciavano e altri ancora che...qualsiasi cosa stessero facendo, non ci tenevo a saperlo.
Tirai un sospiro di sollievo quando finalmente scorsi la testa rosa di Stella e quella blu di Jay fare capolino sul divanetto di cui Blaze mi aveva parlato. Se non fosse stato per le loro tinte bizzarre, trovarli sarebbe stato impossibile.
Ma contrariamente a quello che Blaze aveva lasciato intendere, non erano soli. C'era un ragazzo piegato sulle ginocchia davanti a Jay. Era di spalle, quindi non avevo idea di chi fosse. Sotto le luci offuscate della discoteca i suoi capelli sembravano troppo scuri per essere quelli di Jake — che era castano — quindi abbandonai la possibilità che si trattasse di lui.

" don't touch my diary „ - LHS. ENHYPENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora