35. «Ti senti forse meno attraente adesso?»

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Heeseung's POV

Al risveglio fu difficile accettare di non aver trovato Chantal stesa al mio fianco. Non sapevo con quale coraggio quella sera mi fossi comportato in quel modo così libero, così intimo con lei. Era quello che volevo, quello che desideravo dentro di me, ma purtroppo all'epoca ero ancora sicuro che lei mi vedesse solo come un amico. Come potevo essere così stupido, così cieco?

Come le avevo promesso, quella domenica mi impegnai per rimettermi a studiare e cercare di recuperare quello che mi ero perso nella mia settimana di assenza. E stranamente ero riuscito perfino a concentrarmi senza troppe difficoltà — nonostante ogni tanto la mia mente avesse bisogno di ripensare a quello che era successo la notte prima. Studiare non mi era mancato troppo, ma ero felice di riuscire di nuovo a concentrare i miei pensieri su qualcosa che non fosse il modo in cui quel bastardo di Torres mi aveva fatto sentire.

«Heeseung ti ho portato la merenda!» gridò mio fratello oltre la porta.

«È aperto!» urlai io di rimando. Mi parve quasi che avesse esitato prima di entrare in camera mia.

Sentii la porta aprirsi e poi i suoi passi venire verso la mia scrivania «La mamma ha fatto una-» si fermò nel momento in cui posò un piattino proprio accanto al mio libro «Wo wo wo...stai studiando? E non sei chiuso a chiave? E mi hai fatto entrare? Chantal deve aver fatto miracoli ieri sera con te»

Posai la matita e mi abbassai il cappuccio «In un certo senso...» e nel dire ciò ripensai a quando mi aveva salvato da quel malessere usando un esercizio musicale.
Dopo un po' di secondi di silenzio, in cui Heedo sembrava esterrefatto, mi alzai dalla scrivania e lo guardai negli occhi «Ascolta Heedo...sono stato uno stupido» esordii «Ho cacciato tutti dalla mia vita nell'ultima settimana, te in primis. Non credo mi perdonerò mai per come ti ho trattato in questi giorni»

«Invece dovresti perdonarti, perché io l'ho già fatto» disse lui, sorridendomi e mettendomi una mano sulla spalla «Devi capire che io sarò sempre dalla tua parte fratellino, così come lo sono sempre stato. Tra le mura di questa casa sono quello che ti ha sempre capito e supportato senza mai dubitare»

Abbassai lo sguardo e sorrisi timidamente «Ma ti ho trattato una merda...»

«"Ma" di qua, "ma" di là...MA sei mio fratello. È ovvio che ti perdonerò sempre» e mi strofinò dolcemente la spalla «E così domani torni a scuola?»

«Ci provo» feci spallucce, riportando lo sguardo sul libro di matematica.

«Sono fiero di te, fratellino» mi diede una pacca sulla spalla prima di parlare di nuovo «Posso abbracciarti?»

Mi limitai ad annuire e lasciai che mi stringesse, ricambiando l'abbraccio solo dopo qualche secondo «Grazie Heedo»

«Non ringraziarmi mai per il bene che ti voglio, perchè non è una mia scelta, ma semplicemente quello che, in qualità di tuo fratello maggiore, provo. E ora prenditi una pausa, la mamma ha preparato una torta squisita» mi abbassò il cappuccio per dispetto, per poi lasciarmi da solo con la mia merenda.

Quella sera, sapendo che il giorno dopo sarei ritornato a scuola, mio padre si degnò finalmente di parlarmi — senza insultarmi, per giunta —, ma le nostre interazioni non furono niente di più entusiasmante del chiedermi di passargli il pane mentre eravamo a tavola.

Il mattino seguente raccolsi tutto il coraggio e la forza di volontà che custodivo dentro di me e mi presentai a scuola. Dovevo delle scuse a tutti e non avevo alcuna intenzione di aspettare la fine delle lezioni. Quindi liquidai diplomaticamente il gruppetto di ragazzine di prima che mi accerchiò prima ancora che scendessi dalla motocicletta e mi diressi dai miei amici. Li vidi radunati da lontano e le vocine intrusive nella mia testa mi suggerirono che probabilmente stavano parlando di me, specie dato che smisero di parlare proprio quando si accorsero che stavo camminando verso di loro. C'erano proprio tutti: Jay, Jake, Stella, Kyle, Victoria...ma non Chantal.

" don't touch my diary „ - LHS. ENHYPENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora