20. «Questo stronzo dev'essere messo a posto una volta per tutte»

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Heeseung's POV

«Hey» esordii, con un coraggio che non credevo di possedere.

«Hey, buonasera» la sentii ridacchiare «Come stai? Ti sei ripreso dalla sbronza di ieri sera?»

«Quasi del tutto. Mi gira ancora un po' la testa, ma non è niente che qualche ora in più di sonno non possa risolvere. Tu invece come stai?»

«Capito» emise «Io...bene, dai. Non mi lamento»

«C'è qualcosa che ti turba?»

«No, no...mi stavo solo chiedendo se...se ti ricordassi qualcosa di quello che è successo, insomma» d'un tratto sembrava timida. La conoscevo abbastanza da dire che in genere l'estroversa tra noi fosse lei, ma stavolta sembrava un po' imbarazzata.

«Certo, ricordo tutto limpidamente» ed era la verità «È stato fantastico, non so proprio come ringraziarti»

«Ohw, non devi. È un sollievo sentire che ricordi tutto» percepii un sorriso nel suo tono di voce «A tal proposito, volevo dirti che stamattina ho parlato con mio zio. È rimasto ammaliato dalla tua voce e dalla tua presenza scenica. Il modo in cui hai cantato, riuscendo a combinare una buona esecuzione dei pezzi con un attivo coinvolgimento degli invitati, lo ha portato a dire che sei nato per questo. Non ti suona forse familiare?» chiese, quasi in tono un po' canzonatorio.

Sono le stesse parole che ha usato lei: sono nato per questo.

E il fatto che anche un'altra persona l'avesse pensato era fantastico, assolutamente. Ma la cosa ancor più assurda era che a dirlo fosse stato il co-direttore di una casa discografica.

«T-tuo zio...ha detto questo?» chiesi incredulo. Guardai Heedo da lontano, che se ne stava ancora seduto al tavolo in veranda, ora impegnato a picchiettare lo schermo del telefono — sicuramente giocava a qualche insulsa applicazione che doveva essersi scaricato. Non vedevo l'ora di riferirgli il contenuto della telefonata. Anche perché, francamente, non è che ci fossero altre persone con cui avrei potuto parlarne...

«Testuali parole. E io sono d'accordo. Mi ha persino detto che, se tu accettassi, ti renderebbe la nuova stella della Mystik Music Records. Dice che cercano proprio qualcuno come te» fece una pausa, probabilmente aspettandosi una qualche reazione da parte mia, ma stavo ancora cercando di realizzare quello che mi aveva detto «Lo so che per te è praticamente impossibile, peró stavo pensando ch-»

«No, Chantal. Non posso rischiare. È esattamente quello che desidero nella mia vita, ma non posso fare questo ai miei genitori, a mio padre» dissi tutto d'un fiato. Mi doleva il cuore a pronunciare quelle parole, ma credevo poco in me stesso e nel mio sogno, quando in realtà avrei avuto tutti i motivi e tutto il potenziale per crederci più di chiunque altro. Eppure, a crederci di più era lei, non io.

Ci fu silenzio dall'altra parte, quindi parlai di nuovo «Scusami. Ho capito che il tuo intento era quello di farmi ascoltare da tuo zio, ma-» stavolta ad interrompermi fu lei.

«No, Heeseung. Non era solo quello» sospiró stressata «Io volevo che cantassi davanti ad altre persone, che ti lasciassi ascoltare da orecchie sconosciute e che vivessi un po' del tuo sogno»

Un po' del mio sogno? Ma non sono esattamente le stesse parole che ho usato sul mio diario...?

«Ad ogni modo, capisco che per te sia un rischio troppo grande. Spero solo che ti sia sentito felice, in quei minuti» il suo tono sembrava deluso e io già iniziavo a sentirmi in colpa per come mi ero posto nei suoi confronti. Lei aveva fatto così tanto per me e io mi stavo comportando come un bambino capriccioso e impaurito. Chantal non meritava questo.

" don't touch my diary „ - LHS. ENHYPENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora