11. «...piuttosto che vederti sbattere contro il muro»

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Chantal's POV

«Odio il lunedì e questa è solo la seconda settimana» sbuffó Stella mentre uscivamo da scuola al termine di quella lunga e noiosa mattinata scolastica.

«In un altro momento ti avrei detto la stessa cosa, ma oggi sono veramente rilassata» affermai sorridendo con spensieratezza.

«È per la rottura con Blaze, eh?»

«Oh sì, assolutamente. Non puoi neanche immaginare il senso di liberazione che si prova nell'essere nuovamente single dopo quattro lunghi anni...» per poco non mi misi a saltellare, ma poi mi resi conto di cosa stavo dicendo e a chi «C-Cioè, ovviamente spero tu non debba mai scoprire cosa si prova» mi corressi e proprio appena finii quella frase vidi Jay e Jake arrivare alle sue spalle. Sembrava fatto apposta.

«Hey ragazze» dissero entrambi, poi il blu si chinó e posó un bacio leggero sulle labbra della mia migliore amica. Avevo appena detto che essere fidanzata non mi mancava, eppure vederli insieme, in quel momento, davanti a me, mi fece rendere conto che probabilmente avevo ancora bisogno di gesti del genere, anche senza essere in una relazione. E come questo pensiero mi venne alla mente, realizzai che Heeseung non era con loro. Mi chiesi dove fosse, ma non lo avrei mai domandato ad alta voce.

«Come va la ripresa?» chiesi loro.

«Una vera rottura» rispose Jake distrattamente, siccome era intento a messaggiare con qualcuno.

Poi ad un tratto sentii il pianoforte della scuola. Qualcuno lo stava suonando, ma non avevo idea di chi, siccome i corsi di musica pomeridiani erano stati cancellati dopo il primo anno di liceo a causa di poche adesioni. In genere ero io l'unica persona a suonarlo — o, quanto meno, a suonarlo veramente — e le poche volte che l'avevo sentito suonare si trattava sempre di qualcuno che lo torturava strimpellando canzoncine come "Tanti auguri a te" o la sigla di Mister Bean. In altre parole, nessuno di realmente competente.

Ma quella volta...le mie orecchie stavano ascoltando qualcosa di molto più che "decente".

«Tallie ti serve un passaggio?» mi chiese Jay mettendo un braccio sulle spalle di Stella.

«No...» ero lì ma guardavo altrove «...no grazie, Jay. Credo di dover fare una cosa»

«Ti senti bene Chantal?» mi chiese la rosa, improvvisamente preoccupata.

«Sì, sì. Devo solo fare una cosa» ribadii, poi li superai e rientrai nell'edificio, dirigendomi verso le scale che conducevano nel seminterrato. Lì vi era un auditorium per assemblee e riunioni; un tempo ospitava anche gli spettacoli musicali.

Più mi avvicinavo alla mia meta, più la melodia si intensificava. Avevo riconosciuto il brano ancor prima di salutare i ragazzi — si trattava di "Idea 10" di Gibran Alcocer —, ma ora che lo sentivo isolato mi resi conto che chi lo stava suonando era veramente bravo. E io sapevo già quali mani stessero producendo quella melodia paradisiaca.
Mi affacciai lentamente sulla porta dell'auditorium e finalmente lo vidi: era di spalle. Se ne stava chino sullo strumento e le sue mani volavano da un tasto all'altro senza mai commettere un solo errore.

Avevo letto sul suo diario che la musica fosse la sua vita e ora finalmente capivo perché. Non avrei dovuto fargli sapere che lo avevo sentito, ma purtroppo il mio bisogno di aiutare gli altri nella realizzazione personale era troppo forte e non riuscii ad avere la meglio neanche quella volta. Stella diceva che questa era una delle più grandi evidenze del mio essere una personalità di tipo ENFJ, ma non ci metterei la mano sul fuoco: parlava di MBTI in continuazione e io non ne capivo granchè.

Entrai in auditorium e andai a sedermi tra le prime file, aspettando pazientemente che finisse di suonare, e ne approfittai per godermi l'invisibile magia a cui stava dando vita.
Non appena posó l'ultimo accordo sui tasti, presi un respiro profondo e iniziai a battere lentamente le mani, facendolo sobbalzare.

" don't touch my diary „ - LHS. ENHYPENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora