47. «Mi stai chiedendo di spogliarti?»

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Chantal's POV

«Non riesco a crederci. Cioè, mio padre — mio padre! — ha detto di sì?»

«Lascia, faccio io» e gli tolsi di mano il cartone della pizza vuoto che lui stava cercando invano di piegare «Sì, Heeseung. Tuo padre ha detto di sì»

«Ma com'è possibile? Non ha mai supportato il mio amore per la musica, cos'è successo ora? È tutto così improvviso, oddio!» esclamò passandosi una mano nei capelli.

Dal momento che i suoi genitori erano andati a teatro e che suo fratello non era a casa, avevamo ordinato due pizze e le avevamo mangiate insieme in cucina, mentre lui leggeva e rileggeva il contenuto della busta consegnatagli da mio zio.

«Non devi preoccuparti di cos'abbia fatto cambiare idea a tuo padre. Pensa alla grande opportunità che hai tra le mani. Devi solo comporre quel numero e dir loro che accetti»

«E poi? Cosa succederà dopo?»

«Beh, immagino che i produttori vorranno incontrarti, parlare con te e conoscerti. Capire un po' chi sei e di che pasta sei fatto» dissi vagamente, siccome davvero non avevo idea di come funzionassero queste cose.

«Oddio...e se poi non gli piaccio? Se non sono abbastanza bravo? Se le mie canzoni fanno schifo? Oddio...» frignò lui, sedendosi di nuovo a tavola, tutto stravaccato e con l'ansia che lo stava decisamente divorando vivo.

«Ohi» dissi io, mentre mi asciugavo le mani dopo aver lavato i bicchieri e le posate che avevamo usato per mangiare — ero stata ospite a casa dei Lee per quasi una settimana: quello era il minimo che potessi fare «Mettiti composto» gli ordinai in tono dolce, fermandomi davanti a lui.

«Scusa, sono pieno di paranoie in questo momento...» sospirò, facendo come gli avevo chiesto.

«Non a caso sono qui per aiutarti a farle sparire» dissi in tono basso e sottile, quasi come se stessi parlando ad un bambino, e poi mi sedetti sulle sue gambe, mettendogli un braccio sulle spalle «Sono pesante?»

«Neanche un po', piccola» rispose, cingendomi in vita con un braccio, mentre portava una mano tra la mia guancia ed il mio collo e mi diede un lento bacio sulle labbra, facendomi rabbrividire per l'ennesima volta a causa del piercing.

«Domattina devo tornare al The Space» dissi dopo il bacio, guardando il pavimento «Sono stata qui per troppo tempo e in più domani sera devo esibirmi alla serata di Halloween dell'hotel. E nel pomeriggio i miei saranno di ritorno dal viaggio di lavoro. Se non mi trovano nella mia suite credo daranno di matto» ridacchiai piano.

«Serata di Halloween?» chiese lui accarezzandomi la schiena su e giù «Come mai non lo sapevo?»

«Perché io me ne sono dimenticata e quando mia madre me l'ha ricordato...beh, non mi sembrava il momento più adatto per parlartene. Infatti lo sto facendo adesso. Tra l'altro domani sera è 28 Ottobre. Quest'anno abbiamo dovuto anticipare la serata, siccome Halloween capita in un giorno infrasettimanale»

«È una serata in maschera?»

«Dio, non farmici pensare...»

«Perché? Non ti piace travestirti?»

«Non è che non mi piaccia, anzi. Però è passato un po' di tempo dall'ultima volta. L'anno scorso non c'ero, perché ero già partita per Madrid, quindi l'ultima serata di Halloween gestita da me c'è stata due anni fa. E due anni fa ero...»

«Ancora fidanzata con Blaze, ho capito» disse lui, smettendo di accarezzarmi la schiena per fermare la mano sul mio fianco e stringerlo un po' di più «Da cosa ti sei travestita due anni fa?»

" don't touch my diary „ - LHS. ENHYPENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora