Blake

1K 22 8
                                    

Certo! Ecco il testo con i simboli di dialogo «...» al posto delle virgolette:---**BLAKE:**Sono le 7:15 del mattino, e mi sveglio con la precisione di un orologio svizzero. Dopo una doccia bollente, scorro lo smartphone alla ricerca delle ultime notifiche e dei messaggi che, come sempre, sono troppi per preoccuparmi di rispondere subito. Il mio appartamento nell'Upper East Side è perfettamente silenzioso, illuminato dalla luce tenue dell'alba che si riflette sui pavimenti lucidi. La mia cucina è ordinata, e ogni oggetto sembra avere un posto preciso, un po' come la mia vita. Apparentemente perfetta, senza sorprese.Faccio colazione mentre guardo fuori dalla finestra, sorseggiando il mio caffè nero. Le strade iniziano a riempirsi di gente frettolosa, ma nulla mi tocca. Questo appartamento non è altro che un rifugio per serate selvagge e occasionali momenti di solitudine. L'attico a Central Park, invece, è un santuario. **Lì non porto mai nessuno**. La mia privacy è sacra, qualcosa che pochi comprendono. Mia madre è l'unica eccezione. Ogni tanto si fa viva per ricordarmi che, nonostante tutto, sono ancora suo figlio. Mi sorprende quanto poco la sua visita mi irriti, forse perché è l'unica persona che non mi giudica.Mio padre, invece, non è più parte della mia vita. Morì lasciandomi un'eredità che molti invidierebbero: la "BeReal", l'azienda che ho trasformato in una potenza. Viveva a Miami, dove possiedo anche un'altra impresa con mio fratello Luke. Nonostante la separazione dei miei genitori, il rapporto tra loro è rimasto civile. Le estati con mio padre a Miami erano una boccata d'aria fresca, lontano dalle fredde regole di mia madre. Ma ora, tutto ciò che resta di quelle estati è una memoria lontana, un'altra parte della mia vita chiusa dietro porte che preferisco non aprire.«Buongiorno, dolcezza,» una voce femminile mi distoglie dai miei pensieri. Mi giro e vedo la ragazza di ieri notte: capelli disordinati, trucco sbavato, un aspetto che lascia molto a desiderare. Mi domando se si renda conto di quanto sembri fuori posto qui.«Vestiti e sparisci.» Le parole escono dalla mia bocca con freddezza, senza neanche pensarci. L'ho detto così tante volte che ormai è automatico. Una parte di me si chiede perché nessuna capisca che la notte è finita, che non c'è nulla da aspettarsi al mattino. È come se avessero tutte la stessa illusione: credere che una notte di sesso possa trasformarsi in qualcosa di più. Ecco la verità: non voglio relazioni, non mi interessa legarmi a nessuno. La gente è solo un diversivo temporaneo. Niente di più.Lei sembra confusa, come se non si aspettasse che la cacciassi così presto. «Neanche un caffè?» chiede con un tono supplichevole. La ignoro, concentrandomi sul mio caffè che ormai ha perso parte del suo calore. Non voglio conversazioni, non voglio nulla da lei. Prendo il telefono e chiamo il mio autista, James.«Dove sei? Devo andare in ufficio. Vieni a prendermi all'appartamento nell'Upper East Side,» dico con tono perentorio.«Arrivo subito, signor Lockwood.»Abbasso lo sguardo sulla ragazza. È ancora qui. «Sei ancora qui? Cosa aspetti?» Sbuffo, e alla fine le preparo un caffè veloce, forte e amaro. Lo poso sul bancone della cucina senza neanche guardarla in faccia. «Bevi il tuo caffè e chiudi la porta quando esci.»La lascio lì e prendo l'ascensore per scendere. Prima di uscire, chiamo la signora Sara, la mia domestica. «Sara, devi venire a cambiare le lenzuola,» dico con tono secco. Non ci metto troppo sentimento in queste conversazioni. Le domestiche vanno e vengono, nessuna resta per molto. Non è un problema mio: sono loro che si licenziano. Mi chiedo spesso se il problema sia io o se sia solo una questione di aspettative infrante. Ma non mi soffermo su questi pensieri per troppo tempo.Appena scendo, trovo James che mi tiene aperta la portiera della macchina. È sempre impeccabile, un professionista che sa esattamente cosa fare. Salgo in macchina e noto che stiamo prendendo una strada diversa dal solito. Osservo attentamente le vie, squallide e mal curate. È un quartiere che non frequenterei mai, nemmeno sotto minaccia.«James, dove diavolo siamo?» chiedo, cercando di mascherare il disgusto.«Signor Lockwood, tutte le altre strade sono bloccate. Hanno chiuso la principale per lavori e il traffico è pesante. Da qui facciamo prima.»La mia mascella si serra. Odio le deviazioni, detesto non avere il controllo. All'improvviso, James frena bruscamente e suona il clacson. «Che cazzo fai, James?» esclamo, il cuore che mi batte in gola.«Mi scusi, signor Lockwood. Una ragazza è spuntata sulla strada all'improvviso.» Mi sporgo per vedere meglio, e lì, davanti a noi, c'è una ragazza con lunghi capelli castani, pantaloni neri e una camicetta bianca. Si scusa con la mano e poi scappa via, quasi come se avesse rubato il mio tempo. **Tipico.**Proseguiamo e finalmente arriviamo alla mia azienda. Fuori dalla macchina, vedo il solito gruppo di dipendenti che mi aspetta con sguardi adoranti. Sono come cagnolini in attesa di una carezza. Ma io non do carezze. Non sono qui per essere amato.«Blake!» Simon, il mio socio, mi accoglie con un largo sorriso. È l'unico con cui posso essere davvero me stesso, anche se a volte il suo entusiasmo mi irrita. «Stasera riapre il Night Pearl, il tuo locale preferito. Che ne dici di fare un salto?»Ci penso un attimo. Una serata di svago mi farebbe bene. «Perché no? Ne ho proprio bisogno.»Le ore passano veloci. Sono le 17:00 quando esco dall'ufficio, con gli sguardi delle dipendenti che mi seguono come ombre. Si illudono se pensano che io non noti i loro occhi bramosi, ma io sono qui per lavorare, non per altro. «Licenzierò chiunque continui così.»James è già fuori ad aspettarmi. Salgo in macchina e mi godo qualche istante di pace prima di tornare nel mio santuario: l'attico di Central Park. Una doccia bollente mi aspetta, seguita da una cena in uno dei miei ristoranti preferiti. Poi, sarà il momento di incontrare Simon al Night Pearl. Sono sicuro che si presenterà con una ragazza impeccabile, vestita come una bambola di porcellana, ma fragile dentro. E come sempre, la serata finirà esattamente come è iniziata: con un'altra notte senza legami.---Ecco qui! Ho sostituito le virgolette con i simboli «...» per i dialoghi. Se hai bisogno di ulteriori modifiche, fammi sapere!

Due Mondi DiversiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora