song 1: blue fairy

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«Mi ha quasi schiaffato sotto una motocicletta.»

«Buonasera anche a te, Min.»

«No, sul serio, per un attimo ho visto tutta la vita che non ho vissuto. Credi che avrò un figlio o una figlia in futuro? Ho immaginato una bimba, quindi penso che-»

«Jimin, concentrati e spara, per favore.»

La loro serale routine di gioco si stava svolgendo come al solito con un supporto vocale. Comunicare (quindi urlare quando venivano scovati dai nemici e stavano per morire) fra di loro era compreso nel giocare insieme, e Jimin stava aggiornando Taehyung sugli scarni avvenimenti della serata dopo che era uscito da casa sua.

«Sto sparando, non posso fare due cose insieme, secondo te?»

«No.»

«Taehyung, sto considerando l'interruzione della nostra amicizia-»

Il suo discorso drammatico fu interrotto sul nascere quando un nemico lo colpì in testa e fece morire istantaneamente. Jimin sentì Taehyung sospirare e venirlo a cercare, vendicandolo e poi facendolo risorgere.

«Tieni, Lazzaro.»

«La prossima volta sarò io a-»

Quando un nemico gli si avvicinò alle spalle e lo pugnalò nel fianco fino a che lo schermo non diventò di nuovo macchiato dal suo sangue, Jimin si zittì. Taehyung lo resuscitò un'altra volta e, per un po', Jimin si concentrò sul gioco.

«Lascia il multitasking alle donne, Min.»

«Sai che così ti escludi anche tu dall'essere in grado di fare del multitasking?»

«Io mi escludo volontariamente. O gioco bene o mantengo una conversazione.»

Lo schermo si illuminò con la scritta Vittoria! e fece un replay dell'ultima uccisione della partita (Taehyung, ovviamente, che si lasciava cadere in una scivolata e uccideva un nemico allo stesso tempo).

«Comunque. Com'è andata con tuo cugino?»

Jimin sfruttò la pausa del matchmaking per intavolare un nuovo argomento. Sentì Taehyung che giocherellava con la parte in gomma della manopola sul suo joystick.

«Ha lasciato qualche cosa qui ma più che altro è venuto a parlare dei motivi della sua forzata permanenza, come l'ha chiamata lui. Si è scusato per il fastidio e poi si è sistemato nella sua stanza. Ancora non c'è molto ma domani continuiamo a mettere a posto.»

«Mh. Ti infastidisce la cosa?»

Il gioco era quasi riiniziato e Jimin prese di nuovo fra le mani il joystick. Sistemò una cuffietta per sentire meglio le parole di Taehyung.

«Nah. Ci conosciamo da sempre. Solo che devo abituarmi all'idea di avere tutto il giorno in casa un'altra persona. Ma lo hyung è una persona tranquilla. Sembra un po' un nonnino, a volte.»

Una risata bassa si sentì dalle cuffiette di Jimin, che sorrise. Doveva volergli bene, ed era un buon segno. Dal suo canto, non aveva nessuna esperienza in materia di cugini. Non aveva nessun cugino della sua età, solo più grandi, quasi il doppio dei suoi stessi anni. Il pensiero di poter convivere con una persona che non conosceva minimamente gli faceva salire un brivido di ansia su per la schiena.

«Jimin, fai girare meno le rotelle nella tua testa e di più i pollici sul joystick, grazie.»

«Signor sì, capitano!»

La partita proseguì in silenzio per un po', fino a che una voce di sottofondo non arrivò lontana e ovattata dal microfono delle cuffie di Taehyung a Jimin.

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