heartthrob

song 9: bathroom's cubicles

Una serie di trombe pre-registrate si sentirono uscire dalle casse, prima che le dita di Yoongi pizzicassero le corde della chitarra. Gli occhi chiusi con la testa gettata all'indietro, le luci che creavano di lui una figura quasi eterea, era effettivamente qualcosa che Jimin avrebbe dovuto evitare. C'era un calore sempre maggiore che, ogni secondo che passava, cresceva nel suo basso ventre, fiamme alimentate dal fatto che Yoongi cantava in maniera così esplicitamente provocante fissandolo dritto negli occhi.

«But coming down is all I ever do, babe - un sorrisetto e un'alzata provocante delle sopracciglia, Jimin sentì di avere le ginocchia a non reggerlo più - And I'm so down if you let me.»

Jimin si chiese cosa ne pensassero i membri della sua band dei suoi testi. Se quelle parole fossero solo sue o condivise dal resto. Se uscissero tutte dalla sua penna e se fossero il risultato delle sue avventure, se si sentisse ispirato dalla sua vita sessuale, dalla sua vita privata. Se quelli che finivano nel suo letto erano muse per canzoni del genere. Il solo pensiero gli annebbiava la vista e gli provocava un fastidio all'altezza del petto che non avrebbe dovuto provare.

«You're buried in the pillow, yeah, you're so loud.»

La folla reagì urlando più forte e Jimin vide una ragazza scavalcare la staccionata, facendola cadere, per poi aggrapparsi al palco per tentare di salire. Yoongi continuò a cantare e suonare, così come il resto della band, gli occhi ancora su Jimin, anche se ogni tanto controllava con una veloce occhiata i corpi che cominciavano ad ammassarsi sotto il palco. Il castano si chiese se era normale e se si dovesse fare qualcosa. Non c'erano persone della sicurezza, non era un vero e proprio concerto. Finito il ritornello, mentre la canzone proseguiva con solo il basso come strumento portante, Yoongi spinse la chitarra dietro la sua schiena. Si chinò, portandosi il microfono attaccato alle labbra dietro. Chinandosi verso le mani protese verso di lui, lasciò che lo toccassero mentre cantava, la voce roca, bassa, così attraente che Jimin quasi si precipitò a seguire l'orda ai suoi piedi. Idee malsane si facevano spazio nella sua mente e lui tentò di scacciarle.

«Push a little further on the edge, yeah? Crawl a little further on the bed, babe.»

Annuì alla folla e sorrise a mezza bocca, imbracciando di nuovo la chitarra per ritornare sul ritornello. Jimin sentì il moto di fastidio ritornare alla visione delle persone lì, sotto il palco, che guardavano Yoongi come volessero saltargli addosso e strappargli di dosso i vestiti.

«I'm about to show you, babe, slow down.»

Yoongi concluse la canzone con una nota allungata, scuotendo la chitarra mentre teneva la nota, che vibrò nell'aria alcuni secondi. Spingendo dietro i capelli e asciugando velocemente il sudore sul collo, Yoongi continuò a girare il palco. Sembrava quasi sul punto di aggredire il microfono, la folla che gridava il suo nome, la band che lo incitava con note di inizio e fine di canzoni. Yoongi prese fra le mani il microfono, scendendo con un balzo dal palco. Camminò davanti alle transenne, quella dove si erano riversati fuori fan scalmanati che era stata rimessa in piedi. Studiò la folla, un sorrisetto quasi maniacale sulle labbra. Jimin trattenne di nuovo il fiato, vedendolo arrivare sempre più vicino. Era come fossero entrambi lo stesso polo. Erano pronti a lottare come pazzi solo per trovare un modo per incontrarsi di nuovo.

«Non sono sicuro vi sia piaciuta... fatemi sentire.»

Staccando dalla bocca il microfono, Yoongi si godette le grida della folla. Arrivato davanti a Jimin, fece scivolare lascivo gli occhi sulla sua figura, lentamente, e poi sorrise, il suo dannato piercing che brillava sulle labbra umide. Jimin provò a non avere pensieri impuri, ma sotto quegli occhi si sentì in dovere di farli. La sua mente mischiava il presente e il passato e l'eventuale e li rendeva una fastidiosa erezione nei suoi pantaloni.