A quanto pare la madre di Jimin era mortalmente seria quando si parlava dei muffins. Jimin si trovò di fronte un contenitore di plastica con dentro sei dei muffins di sua madre, accuratamente riposti in maniera tale da non rovinarsi neanche durante il tragitto. Non aveva neanche fatto in tempo a togliersi dalla spalla la borsa che sua madre, vedendolo rientrare ad un'ora insolita (cioè appena dopo scuola, senza che fosse andato da Taehyung), lo aveva placcato.
«Tesoro, finalmente! Ecco, andiamo, su, esci fuori.»
«Mamma? Cosa stai facendo? Attenta, mi fai cadere!»
«Da quando in qua rientri così presto a casa, Jimin? Su, dobbiamo portare questi a Taehyung. Ti accompagno.»
Trattenendo il suo corpo e quello di sua madre con le mani sullo stipite della porta, Jimin la guardò con ogni sgranati, il respiro corto, cercando una scusa da rifilarle per non dover andare da Taehyung.
«Devo studiare, mamma.»
Sua madre lo guardò scettica, per nulla convinta, nella mano la sua borsa e i muffins, tutto bilanciato solo fra cinque dita. Jimin cercò di deglutire, e magari di respirare, ma quello era lo sguardo non contraddirmi, e di solito era meglio ascoltarlo.
«Ti conosco, Min. Spostati, devo lavorare e tu devi portarmi questi muffins da Taehyung.»
Spingendo con la scatola trasparente il suo petto, sua madre, piccola ma potente, cominciò a staccarlo dalla porta, nonostante i suoi sforzi. Jimin dovette mantenere il contenitore, perché sua madre, spostando il suo corpo dallo stupite, afferrò le chiavi di casa che Jimin aveva in mano e le infilò nella sua borsa, sbattendo la porta dietro di sé con determinazione. Jimin fece appena in tempo a vedere la faccia confusa di suo padre nello stipite. Sua madre cominciò a camminare verso il cancello, e Jimin si girò per bussare alla porta, i pugni che sbattevano contro la vernice rossa.
«Papà! Fammi entrare!»
«Mi spiace, ho ricevuto altri ordini prima di questi.»
La voce ovattata di suo padre lo raggiunse oltre la porta mentre Jimin guardava il corpicino di sua madre che apriva il cancello di casa. Esterrefatto, si girò di nuovo verso la porta, bussando un altro paio di colpi.
«Che vuol dire? Sono tuo figlio, fammi entrare!»
«No, mi spiace Min, ci sono in ballo i muffins.»
Fissando la porta con la bocca spalancata, incredulo, Jimin sentì dietro di lui sua madre che si schiariva la gola. Si girò a guardarla, scioccato.
«Hai ricattato papà!»
«Non dovresti essere più concentrato sul fatto che tuo padre non ti fa entrare in casa per dei muffins?»
Ancora a bocca aperta, Jimin guardò la scatola dei muffins, sua madre che lo fissava con una mano sul fianco e la porta, chiusa, visto che suo padre si rifiutava di aprirla. Bussò un'altra volta con le nocche sul legno.
«Sei un pavido, papà!»
«Direi più opportunista.»
Jimin si girò verso sua madre, considerando la sua proposta. Batté un'altra volta il pugno sulla porta.
«Anzi, un opportunista!»
«Meglio. Dai, su, prima andiamo e prima torniamo. Ti accompagno in macchina.»
«Posso andare a piedi.»
«Se vuoi che ti segua passo passo, certo.»
Alzando gli occhi al cielo e sospirando, Jimin si rassegnò a seguire nella macchina sua madre, sedendosi sul lato passeggero e aspettando lei mettesse in moto. Il suo sguardo si spostò automaticamente fuori dal finestrino mentre il mondo fuori, nonostante fermo, cominciava a correre.
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heartthrob
Fanfic𝖒𝖎𝖓 𝖞𝖔𝖔𝖓𝖌𝖎 + 𝖕𝖆𝖗𝖐 𝖏𝖎𝖒𝖎𝖓 Non ci vuole un genio a capire perché l'intera scuola sbavi dietro Min Yoongi, a questo arriva anche Jimin. Sarà lo stile da fuckboy, il fatto che abbia quei piercings agganciati alla pelle, i capelli sbara...
