prologo

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Cammina, lei, nella bellezza, come la notte
Di climi senza nuvole e cieli stellati;
E tutto ciò che è meglio del buio e del luminoso
Incontra nel suo aspetto e nei suoi occhi;
Così addolcito da quella tenera luce
Che il cielo al giorno sgargiante nega.
Un’ombra in più, un raggio in meno,
Aveva mezzo compromesso la grazia senza nome

Era stata questa poesia di Lord Byron che aveva fatto innamorare Hazel di lui. Non poteva smettere di pensarlo per un solo istante, lo ammirava, gli sorrideva e quando parlava di perdeva nei suoi bellissimi occhi scuri. Non potevano essere paragonati al cielo azzurro d'estate, ma erano invece associati al colore scuro più bello del mondo. Quel colore che è così profondo che ti porta ad avvicinarti di più per vedere quanto sia effettivamente profondo. Quei occhi neri che leggendo per la prima volta i versi di una poesia, si riempirono di amore e luce.

Jimin aveva iniziato a insegnare proprio per questo. Dopo che lesse a scuola una poesia di Shakespeare, si innamorò così tanto di quel modo di pensare e di esprimersi, che da lì in poi fece solo quello. Per lui fu un vero onore essere preso proprio tra la famiglia reale d'Inghilterra, era così emozionato che il primo giorno che si presentò alla regina sbagliò a pronunciare il suo stesso nome di nascita.
Lei ovviamente lo aveva capito, gli sorrise cordialmente e gli fece vedere un po' la casa.

Era stato incaricato di insegnare tutti i giorni per tre ore letteratura inglese alla loro secondo genita Hazel Jeon. Da regolamento doveva avere una maestra donna, ma tramite dei buoni sondaggi e risultati di esami su esami, lui era stato il più brillante e fecero una grande eccezione.

Era passato un mese da quando lui insegnava li, era stato molto apprezzato da tutti e da subito gli proposero di andare a vivere lì, infondo le camere non gli mancavano di certo. Lui accettò entusiasta.




Jeon Jungkook era il futuro Re dell'Inghilterra e aveva così tanto lavoro da fare che non aveva tempo nemmeno per vedere tutti i componenti della famiglia. Ne vedeva giusto un po' se capitava per fortuna, ma non accadeva molto spesso. Il suo lavoro andava dai giornalisti alla Tv, dal suo ufficio alle escursioni con il padre per il paese. Insomma, la sorella la vedeva solo di notte se non si coricava troppo presto, altrimenti potevano passare anche tre giorni senza vedersi.

Lui non aveva ancora una moglie consorte nonostante i suoi trent'anni, ma non c'era nessuna che avesse mai amato davvero. Per tre anni girò voce di una sua frequentazione con una nota attrice inglese, si fecero vedere insieme molte volte in quei anni, ma dovevano solo fare stare zitto il popolo. Era tutto recitato, perché Jungkook non aveva intenzione di sposarsi.
Effettivamente per regolamento doveva farlo ed era messo molto alle strette per questo, ma nessuno sapeva il suo reale motivo di quella scelta.

Aveva preferenze maschili da moltissimo tempo, forse ci era addirittura nato con questa cosa. Non lo aveva mai potuto dire ai suoi genitori, era la regola. Aveva paura della loro reazione e di quella del popolo. Il mondo di quel tempo era così ostile a questi gusti che preferiva tenerlo segreto piuttosto che ricevere così tanto odio.

Il tutto si fece più difficile per lui quando suo padre gli presentò i professori di sua sorella. Un uomo dalla testa bionda paltino gli si piazzò davanti, labbra grandi e rosse, pelle pallida e occhi quasi neri. Era bassino e snello, con un buon portamento e vestiti accurati.
Si fissarono in modo profondo e serio, si strinsero la mano e Jungkook lo seguì attentamente quando il biondo si chinò a lui con quasi perfezione.

« lui è park Jimin, insegnante di letteratura inglese. Dovevi vedere i risultati dei suoi esami! Non c'era mezzo errore» disse il re.
« notevole » rispose Jungkook.

Jimin sorrise debolmente.
Jungkook lo guardò ancora una volta prima di passare agli altri due restanti.

Spesso Jimin partecipava ai loro balli o feste che tenevano tutte le settimane. Le sale si riempivano di gente e nonostante fosse così pieno, Jungkook riusciva sempre a trovarlo con lo sguardo.
Lo trovava attraente, etereo.. quasi lui sembrava un principino più di Jungkook stesso. Questo lo attirava e non poco.

Anche Jimin spesso lo cercava con gli occhi, ma non si sarebbe mai permesso di avvicinarsi senza un consenso a lui. A meno che non fosse stato chiamato, non avrebbe osato disturbarlo. Anche se, avrebbe voluto volentieri.












Il tutto era paragonabile a ben oltre la sacra poesia, il modo in cui si sono voluti complicare la vita in nome dei sentimenti.

[...]

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