undici

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Jungkook si ricompose e poco dopo uscì dal camerino. Le guardie erano di spalle mentre tenevano d'occhio il locale. Jungkook gli passò affianco e ad uno gli toccò la spalla.

« possiamo andarcene » disse.

Gli uomini annuirono a andarono via dal posto.
In macchina anche se nonostante parlavano sempre, quella volta nessuno disse niente. A Jungkook non fece molta differenza in realtà, ma notò comunque che qualcosa non andava. Li conosceva bene, infondo era stato lui a sceglierli per servirlo.

« che avete tutti e tre? » chiese con voce ferma.
« nulla, sire »
« invece si, non siete mai così silenziosi. Vi guardate tra di voi»

Uno di loro sospirò visibilmente sotto pressione. Jungkook lo fissava con una certa attenzione attendendo che parlasse. Era certo che c'entrasse anche Jimin, ma avrebbe atteso le loro parole.

« è solo che abbiamo capito perché è voluto andare lì oggi..» la voce era sottile.
« e perché? »
« per il professor park, non è così? »

Jungkook si zittí qualche istante. Sospirò e si toccò gli occhi chiusi.

« esatto, dovevamo chiarire una cosa »
« in un camerino.. »
« problemi? »
« affatto sire, abbiamo capito che può esserci interesse reciproco da parte vostra, ma non è normale»

Jungkook sentì subito più caldo. Agrottò le sopracciglia e si avvicinò ai sedili anteriori dell'auto, per parlare meglio con la guarda che era seduta al lato del passeggero. Questo però non lo guardava negli occhi, ma dal riflesso dello specchietto.

« che cosa non è normale esattamente? »
L'uomo tacque.
« ora rispondimi » sentenziò ancora.
« s-solo che voi vi frequentiate di nascosto. Vi avrebbero potuti vedere tutti»
« ah, si? Davvero? Io e Jimin non ci frequentiamo affatto, non c'è stato niente lì dentro se ci tieni a saperlo. Io al di fuori del regno sono me stesso, quindi.. Gay»

Jungkook stava per esplodere.
Aveva detto per la prima volta nella sua vita, ad alta voce, di essere Gay.
Non immaginava sarebbe stato quell'uomo il primo a saperlo dopo se stesso, ma in quel momento si sentì tremendamente in dovere di dirlo. Forse quella situazione lo stava mettendo alle strette e non poco. Quando realizzò cosa disse, si ricompose e si zittí di colpo. L'aria si era fatta molto pesante e nessuno parlò più. Aveva dato per scontato che loro avrebbero taciuto, come da regolamento, perciò non glielo ribadí.

« sappiate, sire, che se mai vorreste frequentarvi con il signor Park, per me non c'è affatto problema» disse sempre lui pochi secondi prima di scendere dalla macchina.

Jungkook lo guardò e annuì. Quel discorso morì lì non appena il principe scese dalla macchina.
Fece finta di niente come sempre, usò la scusa di essere andato ad esercitarsi a golf con degli amici, e nessuno fece troppe domande. Jimin tornò a sera inoltrata, erano le nove.
Si chiuse in camera e subito fece un bagno caldo per scaldarsi un po'. Chiuse gli occhi e subito immaginò tutto quello che era successo con Jungkook. Sorrise. Le labbra del principe erano più sottili delle sue, ma molto morbide e curate, con un buon sapore ed esperte nel sapersi muovere. Aveva una voglia matta di tornare nella sua camera e baciarlo nello stesso modo in cui lo aveva fatto lui quel pomeriggio, ma per ovvi motivi non poteva.
Se non avevi il consenso non potevi entrare nella sua stanza, come in quella di Hazel o dei genitori soprattutto. Ed era comprensibile. Già era molto se persino i professori potevano vivere nel loro stesso tetto, sarebbe stato eccessivo dargli anche il consenso di invadere le loro stanze.









Jungkook amava scrivere, lo faceva tutte le sere quando si sentiva particolarmente poetico. Quella sera sapeva già che avrebbe avuto moltissime cose da raccontare a quel libro. Suo padre gli regalò quel libro con duecento pagine totalmente bianche, fatte apposta per farle riempire al figlio. Ne aveva riempite solo sette e non erano un vero gran che.
Quella sera decise di voler raccontare di Jimin, di come si sono conosciuti davvero per la prima volta e del fatto che il biondo non se lo ricordasse affatto. Voleva farsi domande e risposte riguardanti ciò che loro erano insieme.

“ Era come se per la prima volta
Io avessi incontrato gli angeli di cui
Tutti parlano. Sai, quando l'ho rivisto
Dopo tutti quegli anni, ho capito che
Non è mai andato via
Dalla mia testa. Era sempre stato lì
Pronto a farmi una visita.

Credo che lui non ricordi niente
Di quella notte. Io invece ho
Ricordi vividi e precisi come se
Fosse accaduto due sere fa. vorrei
Dirglielo, ma aspetto che ci
Arrivi da solo...

Jimin sembra troppo buono anche
Affianco a me. Cosa ci troverà
Mai in un uomo come me?
Non sono un nobile come tutti?

Sciocco io, che sono qui a
Domandarmelo come uno scemo
Piuttosto che uscire e andare
Da lui a chiederglielo ”


Entrambi erano immersi nei loro mondi, che però erano collegati dal fatidico filo rosso, invisibile anche a loro stessi.
Jimin pensava a lui come se fosse l'uomo più difficile da "ottenere" del mondo. Mentre Jungkook pensava a Jimin come il regalo più prezioso che il cielo gli avesse mandato. Certo, anche il biondo pensava solo del bene del moro, ma era molto più scettico sulla loro storia.
Gli tornò in mente quella frase di Jungkook, quando gli disse che quella volta in realtà, non era stata effettivamente la prima.

Prese subito il telefono dal comodino affianco a letto, aprì la loro chat e scrisse subito un messaggio.

Jm: perdoni il disturbo, ho una domanda riguardante quella famosa "prima volta" che dici abbiamo avuto tempo fa..

Jk: dimmi pure, Jimin. Dammi del tu.

Jm: non c'è la faccio a dare del tu al futuro Re, mi dispiace :). Comunque, quando esattamente avremmo già avuto un incontro?

Jungkook sorrise mentre lesse quel messaggio. Quasi sembrava che gli avesse letto il diario. Nel momento esatto che lui lo stava raccontando nel libro, Jimin glielo aveva chiesto.
Ma non era così che voleva farglielo capire, era troppo banale e a Jungkook non piaceva affatto la banalità.

Jk: molto tempo fa, arrivaci. Buonanotte :)

Jimin quasi lo maledì per averlo lasciato sulle spine, ma stava già aprendo gli occhi. Non ci avrebbe messo troppo a capire quando si erano incontrati. Quel giorno per Jimin era stato importante da ricordare, non solo per la notte passata con Jungkook, ma anche perché di giorno successe un fatto che cambiò in modo radicale la sua vita.














_________ autrice

Tutti sulle spine :')


Anche oggi pubblicazione mattutina dato
Che il telefono non lo avrò per diverse ore
Oggi pomeriggio. Comunque, spero vi stia
Intrigando fin qui :)

We are surrealDove le storie prendono vita. Scoprilo ora