Jimin uscì dal castello e andò per i vari mercatini natalizi del paese. Erano uno spettacolo ogni anno ed era fiero di vivere lì vicino. Dopo aver preso qualcosa per i suoi genitori e per i suoi amici, si concentrò un po' di più per prendere qualcosa a Jungkook. Degli interessi più privati non ne avevano parlato molto, ma c'era una cosa che ricordava bene, quando si videro alla partita un anno prima, Jungkook gli disse una frase:
"Se c'è una cosa che non smetterò mai di amare, è scrivere"
Non aveva idea se gli altri componenti della famiglia sapessero di questa sua passione, ma lui volle comunque azzardare.
Dormendo nella sua stanza notò l'assenza di tale oggetto, perciò capì che non lo aveva. Cercò bene quello che più potesse rispecchiarlo, fino a quando ne vide uno.. era piccolina rispetto ad altre, ma la più graziosa. Era nera opaca, con i tasti colore oro e la marca anch'essa in oro. Se ne innamorò subito e la fece incartare subito. Contento, fece altri giri per i mercatini e dopo tornò in casa.
Jungkook era a lavoro con Arthur perciò non vide nulla, ma lui incrociò il cammino con qualcun altro.« Jimin! Dov'eri? » chiese.
« principessa.. » si chinò prima di rispondere
« ero a comprare vari regali di compleanno per la mia famiglia»
Lei guardò quello più grande.
« quello cos'è? » lo indicò.Non poteva dire che fosse un regalo proprio per suo fratello.
« beh mmh.. è un segreto » sviò la risposta.
« capisco.. » non era soddisfatta della risposta, ma fortunatamente non insistette troppo.
« vuoi venire in camera mia? Posso farti vedere dei vestiti che voglio mettere per natale»Jimin deglutí in ansia.
« n-non credo mi sia concesso »
« se te lo dico io, certo che lo è » sorrise lei.Esitò, ma non riuscì a dirle di no.
« poso questi e la raggiungerò »
« perfetto! Ti aspetto in camera »Jimin andò subito via e si maledì da solo. Odiava se stesso quando non riusciva a rifiutare certe richieste, perché era troppo buono.
Temporeggiò per quasi quaranta minuti prima di prendere coraggio e bussare in camera della ragazzina. Si stava guardando sempre dietro pregando di non essere visto, e lei subito lo aprì.« vieni, entra » disse sorridendo.
Lui le sorrise ed entrò.
La camera di lei era molto graziosa e bella, pulita ed in ordine. Tipico di una diciassettenne londinese. Lei lo fece sedere nel letto e iniziò a prendere diversi vestiti. Il primo era in bianco ed oro, il secondo era rosso con la gonna in tulle, mentre il terzo era azzurro chiaro con ricami blu.« quale devo mettere il ventiquattro? »
Jimin ci pensò « l'azzurro » disse.
« perché? »
« quello rosso è più adatto al Natale che alla vigilia.. secondo me» alzò le spalle.
« hai ragione! »Fece per parlare, ma qualcuno irruppe nella stanza senza bussare. Entrambi si voltarono verso la porta..
Era Arthur. Jimin si pietrificò. Il Re per qualche secondo non parlò, infatti prese parola la ragazza. Al biondo non usciva neanche il fiato.« papà! Devi bussare! »
« perché Jimin è qui? » lo indicò.
« l'ho chiamato io, volevo un parere per i vestiti che devo mettere»
« potevi chiedere a tuo fratello »
« lui è troppo scettico, papà »Jimin si alzò. Voleva solo andare via.
« beh, i-io vado »
Arthur non rispose, si scansò dalla porta e Jimin corse via. Lo sapeva che non sarebbe dovuto entrare, ma ovviamente faceva sempre il contrario delle cose. Eppure bisogna sempre fidarsi del sesto senso..
Dopo aver discusso un po' con Hazel, Arthur tornò in ufficio da Jungkook. Lui stava controllando delle cose al computer, le ultime prima di passare le prossime due settimane in totale relax. Prima non disse nulla, poi però l'uomo ne volle parlare subito con suo figlio.
« Jungkook, ti ricordi quando avevamo sospetti su Jimin e Hazel? Beh, li ho beccati in stanza insieme poco fa. È stata lei a chiamare lui»
Jungkook subito lo guardò serio.
« scherzi? »
« affatto, lui era in camera di Hazel mentre guardava dei suoi vestiti»Jungkook sentiva la rabbia salire fino al cervello. Iniziò a sentire caldo e si muoveva più volte dal posto.
« non va bene, lei è troppo piccola per lui.. e lui non è un reale»
« Jimin non c'entra infatti » lo disse come per calmarsi da solo.
« credo che a Jimin non dispiaccia lei, altrimenti le avrebbe detto di no»Jungkook non sapeva a cosa credere. Aveva una voglia di andare a parlare con Jimin così grande, che lo stava divorando. Gli dava fastidio la loro vicinanza, era inimitabile.
« dovrei mandare via Jimin? » ipotizzò il Re. Jungkook subito andò sull'attenti.
« no, è lei che deve farsela passare, non lui. Perché lui non prova niente per lei»Arthur agrottò le sopracciglia.
« perché ne sei così sicuro? »
Il moro deglutí « lo so e basta »Poco dopo il ragazzo decise di chiudere il discorso, però non resistette a scrivere un messaggio al biondo.
" Cosa vuole Hazel da te? Perché hai accettato di andare in camera sua?"
La risposta non tardò ad arrivare.
"È stata lei a chiamarmi. Non ho saputo dire di no"
" Sicuro che non ti interessi lei? "
" Ma che dici!? Non mi piacciono le ragazze, dovresti saperlo. Rilassati"
Jungkook finì il suo lavoro e si chiuse in stanza. Fece un lungo bagno caldo e rimase a riflettere tutto il tempo. Aveva il suo libro in mano e una penna nella mano destra, ma non aveva idea di che scrivere. Era troppo pensieroso per poter scrivere qualcosa di sensato.
L'unica cosa che voleva era farsi passare quella rabbia, e i modi erano due.
Dormire, o la sola presenza del biondo..Optò per la prima. Avrebbe rischiato si litigare con lui ed era meglio evitare. Avevano già litigato abbastanza per lui.
[...]
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We are surreal
FanfictionJungkook è il futuro erede al trono della bellissima città dell'Inghilterra, Londra. è ricco e con un grande segreto dentro di sé. Jimin lavora al castello per insegnare letteratura a sua sorella Hazel, innamorata di lui da sempre. Entrambi sono le...