due

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Puntuale come al solito, Jimin fece gli ultimi ritocchi e attese i due reali fuori dalla porta di ingresso. Aveva una certa e presente ansia, non riusciva a stare fermo sul posto per più di due secondi e si stava maltrattando le povere mani. Ad un certo punto, da dietro la sua schiena sentì la porta aprirsi.
Si voltò, incontrando la figura perfetta e ben elegante di Jungkook. Si chinò subito davanti a lui, aumentò l'imbarazzo ma cercò di non farlo notare troppo. Gli sorrise poi cordialmente. Anche Jungkook fece lo stesso.

« completo incantevole Jimin, ottimo »
« anche lei altezza, il vestito le sta perfetto» cercò di non balbettare.
Jungkook sorrise.
« come vedrai, mio padre non si unirà a noi. Mentre ci preparavamo non si è sentito bene di colpo. È importante che lui stia sempre in perfetta salute in giro, perciò andremo da soli se per te non è un problema»

Non ci voleva, pensò il biondo.

« come potrebbe essere un problema.. p-possiamo andare»

Jimin fece andare avanti prima il principe e poi lui lo seguì. Andarono in macchina, una delle più belle e costose del paese, una Aston Martin DB6 Volante, blu.
Quando Jimin la vide si come frizzò sul posto. Andare in queste macchine di lusso nonostante non fosse un reale lo faceva sentire tremendamente fuori luogo, anche se Jungkook cercava di farlo stare tranquillo. Prima entrò il principe e poi, sotto comando del moro, fecero entrare anche Jimin affianco a lui.

Il viaggio era stato silenzioso, ogni tanto kook parlava con l'autista ma niente di troppo lungo. Anche perché il posto distava solo venti minuti di auto.
La festa era di beneficienza ed era situata in una sala da ballo costruita apposta per tali eventi. Erano stati invitati tutti i più ricchi di Londra e dintorni, e ovviamente la famiglia reale non poteva mancare.

Scesi, percorsero insieme il vialetto ed entrarono. Tutti li fissarono, chi si chinava e chi salutava, chi borbottava chiedendosi perché fosse con quel ragazzo e non con il padre.. insomma, c'era di tutto.

« io e te staremo in una sorta di privè. Non fare caso se ti guarderanno tutto il tempo. Sai, se non con mio padre, non mi hanno mai visto andare ad una festa con altre persone»
« oh, va bene »
In realtà non era affatto tranquillo.

Presero da bere, qualcosa da mangiare e si accomodarono nel privè, su di un bellissimo e comodo divano.





Jungkook fece conoscere delle importanti persone a Jimin, molti gli fecero diversi complimenti, sia per la bellezza e sia per i modi di fare nonostante non fosse un reale. Insomma, era stato visto molto bene. Quando rimasero da soli, Jungkook aveva diverse domande da fargli.

« Jimin, davvero hai dei modi di fare spettacolari, che educazione hai avuto?»
« io beh, per sei anni sono stato in un collegio religioso. Erano molto fiscali lí» rise sarcastico.
« oh, davvero? Io odio i collegi »
« si anche io »

Kook lo fissava.

« perché eri lì? »
« i miei si erano separati, ero piccolo.. non so bene i reali motivi»
« capito, deve essere stato faticoso » Jungkook intenerì lo sguardo, mentre Jimin fissava il tavolino.
« li ho imparato molte cose di me stesso, in parte mi ha aiutato»
« i collegi sono dei luoghi orribili »
« sembra saperne molto » Jimin lo notò e portò gli occhi sul principe, curioso.

« lascia stare » rispose solo.

Jungkook trovava Jimin molto interessante e curioso. Quando si conobbero un anno prima, non avevano parlato per niente delle loro vite, anche se Jimin già conosceva jungkook nessuno aveva accennato le loro vite private. Bevvero insieme prima di salutarsi, ma nessuno dei due ricordava se mai fosse successo qualcosa in quel pub. Erano stati troppo ubriachi e concentrati ad insultarsi a vicenda.
Quella era stata la prima volta che Jungkook si era sentito esattamente come tutti gli altri, una persona normale.

« se mio padre fosse stato qui con noi, mi avrebbe fatto una testa così per trovarmi moglie» sorrise kook, anche se non era di gioia.
Jimin lo guardò e sentì come un colpo al petto, fortissimo.

« dovete sposarvi? » chiese a fatica.
« non è obbligatorio, lui vuole solo che io sia felice, ma ammetto che è la cosa che più tutti stanno aspettando» sospirò e bevve un sorso intero di whisky.

Jimin deglutí e guardò il bicchiere che aveva in mano. Era il terzo e già gli stava girando la testa.
Quella conversazione non gli piaceva.

« ci sono molte ragazze stupende qui » guardò sotto alla grande sala, cercando il viso di qualche ragazza.
« si, forse. Ma non è così semplice »
Jimin lo guardò. « in che senso?»
« beh, se fosse come la pensi tu, ora sarei già sposato e avrei dato al mondo un erede» il suo tono era senza emozioni.

Jimin annuì in silenzio.
Non sapeva perché, ma l'immagine di Jungkook all'altare con una donna non lo entusiasmava per niente. Finì quel terzo bicchiere, sentendo la testa sempre più una trottola.

[...]



Entrambi avevano bevuto abbastanza. Jimin non era più dell'umore giusto, mentre Jungkook lo faceva ogni volta che era in giro senza suo padre. Il principe aveva fatto il suo meraviglioso discorso, e poi andò via insieme a Jimin.
Camminarono insieme fino ad arrivare ad una panchina, faceva freddo ed erano le due di notte. Ridevano a caso, il mondo sembrava leggero come una piuma e il freddo sembrava gentile. Si erano sciolti per bene, dimenticando le buone maniere.

« sire? Non mi ricordo quanti anni avete»
Disse Jimin, poggiando il braccio sulla spalla del principe.
« o-oh, no! Non avrei mai dovuto chiederlo!» si mise una mano davanti alla bocca.

Jungkook scoppiò a ridere, trovando divertente e ridicola quella scena.

« ne ho trenta, sono anziano »
« non lo siete! Trenta per me è l'età perfetta» ammise. « i-io ne ho ventisette invece»

Jungkook si stupí.

« ne dimostri almeno tre in meno » confessò.
« lusingato! » mise una mano sul petto, per poi ridere di nuovo.

Jungkook si era fermato a guardare Jimin. Per la prima volta lo vide così sciolto, vide il vero Jimin. Un ragazzo che si stava mostrando per quello che era lasciando da parte le buone maniere, forzate solo per il suo cognome e la sua appartenenza.
Aveva un bel sorriso, anche la testa che girava aveva una bella sensazione.
Sensazione più forte invece era stata quando si era chinato in avanti per baciarlo.

Lo aveva davvero baciato e Jimin era rimasto immobile.
Prima non aveva ricambiato, ma poi iniziarono un giro di baci niente male. Non erano pieni di foga, ma comunque degni di essere chiamati tali. A Jimin scoppiò il cuore dal petto, Jungkook invece poco dopo riprese lucidità.
Si staccò di colpo.

« porca troia » disse agitato.

Iniziò a guardarsi attorno, non c'era nessuno.

« andiamo via di qui, adesso » lo prese per la manica della giacca e andarono via di corsa.

Jimin non aveva avuto il tempo di parlare. Anche se avesse potuto non avrebbe saputo cosa dire.














___________ autrice:

Io so se quella sera al pub è successo
Qualcosa. 🙋🏼‍♀️

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