sedici

60 7 0
                                    

Erano le sei del mattino. Jimin e Jungkook avevano dormito tutto il tempo e si svegliarono indolenziti. Il primo a svegliarsi fu Jungkook questa volta, che si fermò a guardare il compagno dormire per mezz'ora. Sorrise, era davvero bellissimo mentre dormiva, gli spostò i capelli del volto e gli sistemò le coperte per farle arrivare fino al collo. Stava amando prendersi cura di lui. Poco dopo anche lui aprì gli occhi. Si stiracchiò e poi cercò di fare ammenda di tutto.

« che ore sono? »
« le sette » rispose il moro.
« .. presto » richiuse gli occhi.

Jungkook lo scosse leggermente.

« no, svegliati, dormiamo da ieri sera Jimin. È troppo» continuava a scuoterlo.
« mmh.. » riaprì gli occhi.
« ti piace molto dormire, vero? » rise.
« non hai idea quanto » sorrise anche lui.

Entrambi si alzarono dal letto. Jungkook fece scricchiolare praticamente tutte le sue parti del corpo, mentre Jimin si limitava a stirarsi un po'.

« vado a fare la doccia » disse Jimin. Prese dei vestiti più comodi dato che nessuno avrebbe lavorato quel giorno, e poi fece per andare in bagno, ma Jungkook lo fermò.

« hai fame? »
« molta » ammise il biondo.
« faccio portare la colazione mentre fai la doccia»
« oh.. va bene »

Jimin si imbarazzava molto quando qualcuno faceva certa cose per lui, soprattutto da parte di Jungkook, dato che dovrebbe essere il contrario in teoria. Si chiuse poi in bagno e Jungkook fece la sua richiesta di colazione. Essendo l'unico sveglio a quell'ora, il cibo arrivò in venti minuti soltanto. Fortunatamente a portargliela non fu quella domestica. Jungkook la posò sulla scrivania, spostò il computer e i tre libri di scuola che aveva li sopra, poi apparecchiò per due.
Jimin uscì dal bagno a petto nudo, con solo i pantaloni di tuta addosso e capelli umidicci. Jungkook lo squadrò dalla testa ai piedi in silenzio, e poi sorrise.

Jimin si sforzò di non arrossire, ma non ebbe molto successo.

« faccio sempre colazione così » disse.
« beh, fallo sempre allora » rise kook.

Si sedettero. Jimin si mise nella sedia più grande e a rotelline della sua scrivania, mentre Jungkook si mise difronte a lui con una sedia grande e con un cuscino sotto. Mangiarono waffle con cioccolato e zucchero a velo per Jimin, e con marmellata per Jungkook. Entrambi presero una spremuta di arancia rossa appena fatta e dei biscotti semplici alla vaniglia.
Non ci si poteva mai lamentatare del cibo li, era spettacolare.

« Jimin, c'è una cosa che vorrei dirti »
« si.. dimmi » lo guardò
« io in camera mia ho un libro, è vuoto e posso scriverci ciò che voglio. Ovviamente è privato e nessuno sa cosa ci sia scritto lì dentro. È proibito leggerlo senza il mio consenso»
Jimin agrottò le sopracciglia e annuì.

« vedi.. ieri una domestica lo ha letto e stava per dire tutto a mio padre. Fortuna che c'è stata l'emergenza.. »
« perché, cosa c'è scritto? »
« in alcune pagine ho parlato di te.. probabilmente lei ha capito che io e te.. insomma.. ci piacciamo» lo guardò anche lui.

Jimin si fermò dal mangiare. Doveva disperarsi? Esattamente non sapeva come fosse il carattere di Arthur, non aveva idea se spaventarsi tanto o no.

« è così grave? » azzardò a dire
« si, lo è. Queste relazioni non sono permesse in casa reale, soprattutto se omosessuali» era serio e spaventato.

Anche Jimin si stava spaventando. Aveva paura che Jungkook volesse chiudere tutto.

« capisco.. » quasi sussurrò
« Jimin. Devo tenerla a bada o siamo nei guai sia io che tu»
« che dovremmo fare? »
« non lo so.. forse dovremmo dare meno nell'occhio»

Entrambi si zittirono.
Jungkook fece molta fatica a dire certe cose, ma era l'unico modo. Lui voleva stare con Jimin e non voleva metterlo in pericolo o fargli perdere il lavoro. Inoltre, il padre se lo avesse scoperto lo avrebbe fatto sposare apposta, e lui non voleva nessun altro accanto. Soprattutto se una donna che non avrebbe mai potuto amare.

« quindi dobbiamo chiudere » Jimin lo guardò, mentre Jungkook non aveva il coraggio.
« no, non dico questo. Dobbiamo solo vederci con più precauzione»




Per Jimin fu tutto più chiaro. Jungkook non voleva che gli altri oltre la donna sospettassero di loro. Aveva senso, ma ci era rimasto male. Si erano lasciati come se fossero stati due fidanzati pieni di problemi, ma in realtà non stavano neanche insieme. Quel pomeriggio tutti poterono uscite, i due uomini vennero presi e portati in tribunale. Tutti li dentro tornarono a vivere come avevano sempre fatto.

Nemmeno sapeva il perché, ma Jimin si sentiva triste, come se la sua vita avesse perso tutto il senso da un momento all'altro. Si concentrava poco e face di tutto per restare meno tempo possibile nel castello.

Jungkook fingeva come sempre di non avere niente. Lavorava molto, faceva videomessaggi ai fan e rispondeva alle lettere che gli mandavano. Ogni volta che vedeva Lola la guardava intensamente, voleva farle pesare per un po' di tempo ciò che lei aveva creato.
Perché per una volta nella sua vita in cui si sentiva davvero bene e libero, lei aveva voluto infrangere le regole e rovinare tutto. Lei però non sembrava neanche risentirne troppo, anzi. Fortuna che lui non aveva ancora detto al padre della sua violazione, altrimenti sarebbe già stata licenziata. Si sarebbe sentito in colpa se lei avesse perso il lavoro, perché sapeva bene quanto a lei servisse.

« figliolo, domattina dobbiamo andare in piazza. C'è un evento importante» disse Arthur.
« va bene » disse senza neanche guardarlo, mentre continuava a leggere le lettere che gli mandavano.

A volte passava i pomeriggi così, a leggere e vedere i regali dai fan.

« tutto ok? Sei stanco? » notò il padre.
« sto bene »
« non mi sembra. Hai litigato con qualcuno? Parlamene» quasi lo pregò.
« davvero papà, non ho niente. Sto benone» lo guardò e sorrise.
« come vuoi.. io vado da tua madre, tu dopo di questo hai finito» disse.

Jungkook annuì e, non appena l'uomo andò via, posò la lettera che stava leggendo e si poggiò meglio su quella sedia. Chiuse gli occhi e portò la testa leggermente dietro. Erano passati solo due giorni e già era esausto.






E Jimin come se la sta cavando?
Senza di me...

We are surrealDove le storie prendono vita. Scoprilo ora