tredici

61 7 0
                                    

A lavoro Jimin era totalmente assonnato. Solitamente non dava esercizi da fare durante le ore di lezione, ma lui non riusciva proprio a concentrarsi. Aveva dormito molto poco dato che aveva ragionato tutto il tempo all'incontro con Jungkook dodici anni prima. Così, diede da analizzare delle poesie in latino.
Hazel aveva notato che Jimin era senza espressione, spesso gli occhi si chiudevano e indossava gli occhiali da riposo neri. Ogni tanto lo guardava, pensò al fatto che non avevano più avuto modo di parlare da soli, e lei sentiva la sua mancanza.
Era vero, l'ultima volta non finì proprio nel migliore dei modi, ma lei ci era passata sopra ed era pronta a riprovarci.

Quando Jimin uscì dalla classe, lei lo seguì subito e lo fermò aggrappandosi alla manica della camicia. Lui si girò.

« si? » disse cercando di restare calmo.
« vi vedo strano, state bene? »
« si, non ho dormito. Riposerò » sorrise cordialmente.
« posso provare a farvi addormentare io?» sorrise maliziosa mentre si avvicinò leggermente al suo viso, non staccando la sua presa dalla camicetta.

Jimin si schiarì la voce e si scansò.

« principessa, non mi sembra il caso. Ne abbiamo già parlato qualche tempo fa»
« ma professore! Io e te sembriamo perfetti insieme!»
« no, non lo siamo. Ora però lasciatemi il braccio» disse serio.

Quella serietà la fece quasi spaventare, infatti si staccò immediatamente da lui. Il biondo andò via per mangiare qualcosa, mentre lei tornò in classe inacidita.
Quella volta Jungkook non vide niente dato che come sempre stava lavorando.
Jimin non voleva usare quel tono con lei, ma lo stava mettendo sotto pressione da diverso tempo e non sapeva come mandarla via da lui.
Non poteva dire che aveva avuto una storia con suo fratello, non poteva dirle di essere omosessuale. Probabilmente ne avrebbe risentito il suo lavoro. Forse non lo avrebbero accettato.

Jungkook era uscito di casa per fare un discorso in piazza. Quel giorno sarebbero iniziati i mercatini di natale, feste in piazza e balli fino a notte fonda. Ogni anno e per ogni festività, sia il Re, la regina e il principe erede al trono, facevano i loro discorsi di auguri e di gratitudine verso il loro popolo. Era bello, perché Jungkook amava il Natale, ma allo stesso tempo era faticoso dato gli orari e le ambizioni della gente. Fortunatamente ci era un po' abituato e i suoi genitori gli avevano dato le giuste lezioni.

« Jungkook, vuoi tornare a casa? » chiese Arthur.
« si, ho dormito poco oggi » disse
« va bene, puoi andare. Io e tua madre faremo un giro per i negozi»
« ci si vede a casa »

Jungkook tornò nel suo taxi privato e partirono.
Solitamente, i loro taxi potevano lavorare non solo per portarli in giro, ma anche fare delle ricerche per loro o assumere persone, se ne avevano il titolo. Il suo taxi lo aveva.

« senti, Joe. Potresti fare una ricerca per me?»
« certo sire, mi dica tutto »
« vorrei che tu scoprissi dov'è la casa di park Jimin, il professore di Hazel»
« posso chiedere il perché? »
« abbiamo fatto amicizia ultimamente, ma è un po' riservato su delle cose. Non devo andarci, ma devo confrontare delle cose»
« certo sire, avrà notizie il prima possibile»

Aveva detto la verità.
Jungkook stava cercando di ricostruire quella notte. Jimin gli aveva detto che quella casetta ci andava quando litigava con i suoi, era piccolo all'epoca e sembrava averla già da un po', perciò non doveva essere molto lontana dalla sua abitazione.

« Joe, secondo te cosa devo fare? » Jungkook si confidò. Infondo quei due si conoscevano da dieci anni.
« in che senso, sire? »
« con Jimin. Parliamo ma non si confida su certe cose»
« credo sia normale, evidentemente non gli piace parlare di quei particolari. Forse per lui non sono un bel ricordo»

Jungkook annuì.
Cambiò idea, sembrava quasi che lui stesse invadendo la sua privacy. Avrebbe parlato con lui non appena tornato in casa.








Tornato a casa, Jimin stava dormendo. La cosa buffa fu che quando Jungkook si prese la libertà di aprire la porta della sua stanza, vide Jimin vestito ancora da lavoro, con gli occhiali da vista addosso e la testa poggiata sulla scrivania.
Si era addormentato lavorando.
Camminò cercando fare più silenzio possibile, ovviamente chiuse la porta e si chinò affianco a lui. Lo guardò con un leggero sorriso in volto e spontaneamente gli accarezzò una guancia.
Inizialmente non lo sentì, ma poi Jimin aprì gli occhi.

Quando lo vide, scattò seduto spaventato.

« cazzo! Ho dormito .. » disse sistemando gli occhiali.
« sei carino quando dormi » gli sorrise.

Jimin lo guardò e arrossí subito dopo. Jungkook si alzò e si sedette sopra la scrivania.

« posso aiutarla? » Jimin lo guardò.
« Jimin, ti prego, Non darmi del lei» rise.
« va bene, in effetti.. sembriamo amanti a volte»
« pare che lo siamo »

Jimin lo guardò arrossendo.
Che discorso stava iniziando? Jimin gli tornò in mente quella chat che avevano avuto.

« a proposito di quella notte .. io purtroppo mi ricordo poco, vorrei che tu mi raccontassi cosa e successo»
« certo » sorrise. « cosa esattamente non ricordi?»

Fece per rifletterci un attimo.

« cosa è successo dopo il locale.. o meglio, come»

Jungkook sorrise, prese la mano del biondo e lo fece alzare. Camminò fino a davanti al letto, lo fece sedere lì e lui lo guardava dall'alto.

« tu eri esattamente seduto così quando entrammo li la prima volta, Jimin. Io vagavo per la stanza perché volevo familiarizzare un po'. Sembrava tu avessi fretta, infatti mi avevi richiamato verso di te, io mi sono messo come siamo messi adesso. E poi..»

La voce si fece sempre più sottile, si chinò con la schiena verso di lui, le loro labbra si sfioravano ma nessuno dava il via a nessun gioco.
Jimin stava avendo il battito cardiaco decisamente veloce, inoltre stava sentendo caldo e si stava eccitando al solo ricordo.
Jungkook voleva dimostrare praticamente cosa fecero quella notte e Jimin sembrava prontissimo a vedere.

« quella notte sei stato tu a baciarmi per primo, jimin» sussurrò guardando le sue labbra grandi.

Jimin sorrise e si buttò sulle sue labbra. Entrambi si baciarono con foga, mettendo in gioco subito le loro lingue, che si toccarono e assaporarono tutto il tempo. Jungkook prese con le mani i lati del viso di Jimin e lo spinse nel letto, mettendosi sopra di lui. Dopo essersi baciati per un po' iniziarono a svestirsi.
Prima Jimin tolse la maglia di Jungkook, toccando tutto il petto con entrambe le mani come per fare una linea leggera verticale. Sospirò sentendosi più eccitato di prima. Il principe sorrise e subito tolse i vestiti del biondo.

Una volta a petto nudo, Jungkook baciò e leccò il petto dell'amante. Jimin allargò le gambe così che Jungkook si trovasse più comodo e, poco dopo si fermarono un attimo.

« sei così bello, Jimin » sussurrò il principe accarezzando il suo viso.
« a-anche tu Jungkook » sorrise.

Si diedero dei lenti baci romantici, mentre Jungkook passava la mano sul membro eretto del compagno.

Era lì che iniziò il vero gioco...

We are surrealDove le storie prendono vita. Scoprilo ora