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Jared.

Il nonno di Nathaly mi sbarra la strada insieme a diversi uomini alle sue spalle, alzo un sopracciglio guardandolo con sfida.

"Abbiamo un accordo se non ricordo male" dico tenendo saldamente Nathaly sulla spalla non ferita.

Se ripenso che ho ancora una pallottola nella spalla per colpa di quel figlio di puttana ho l'istinto di tornare indietro e scaricare tutta la ricarica della mia pistola contro di lui, come se non bastasse la rabbia che provavo verso quel corpo in fin di vita era aumentata nell'esatto momento in cui la ragazzina si era gettata tra le sue braccia piangendo disperatamente per lui.

Se tra loro ci fosse qualcosa?

Con questo pensiero stringo più forte la presa su di lei avvertendo un senso di passività invadermi, se fosse realmente così non so di preciso come potrei reagire ma sono sicuro che non sarà nulla di positivo né per lui ma più per lei.

Non appena arriveremo in Spagna farò chiamare un medico affinché la visiti e si accerti che non è stata toccata da nessuno.

"Non vale più quell'accordo Mendoza" dice suo nonno.

Assottiglio lo sguardo avvicinandomi a lui senza nessuna paura di essere colpito da un momento all'altro, i miei uomini hanno ormai circondato tutta la villa e per lui è meglio che faccia un passo indietro e mi faccia uscire senza troppe storie.

"Come?" sibilai arrivandogli di fronte.

Lui guarda verso sua nipote e per istinto la stringo maggiormente, non l'avrei mai lasciata andare, ora che l'avevo ritrovata dopo tre mesi di ricerche e stragi.

Suo padre mi stava con il fiato sul collo con l'obiettivo di mandare tutte le tracce di sua figlia più lontane possibili, è stato proprio l'uomo davanti a me a chiamarmi e stringere quel accordo.

"Mia nipote non è per te" dice con sicurezza.

Ridacchio divertito mentre gli punto la pistola contro, i suoi uomini fanno la stessa cosa con la differenza che hanno una canna puntata contro la testa.

Stringo forte l'arma tra le mani sentendo quella meravigliosa adrenalina invadermi nelle vene, questo era uno dei miei più grandi difetti, uno di quelli che ti facevano venire i brividi di paura.

Ogni volta che l'adrenalina entrava in circolo nel sangue non sapevo controllarmi e il desiderio di spargere dolore e sangue si faceva così forte da annebbiare la mente e diventare quella persona che tutti temono.

"Tua nipote appartiene a me e lo sai" dico tra i denti.

Nega con la testa per niente terrorizzata di avere una pistola puntata contro la fronte, fa un passo contro di essa d'averla contro la pelle e bruciandosi anche essendo ancora calda per via di tutti i colpi che ho sparato minuti prima.

"Forse una volta, ricordati il passato" dice coraggioso e senza peli sulla lingua.

Stringo così tanto i denti da sentirli scricchiolare tra loro, ci sfidiamo con lo sguardo e nessuno dei due sembra voler cedere costringendomi a sparargli a una gamba e facendolo cadere sulle ginocchia, presto i miei uomini fanno fuoco uccidendo gli ultimi rimasti nella villa oltre noi.

"Ricordo il passato ed è proprio per questo che sono qui" dico pressandolo.

Dice qualcosa tra i lamenti ma non me ne preoccupo, il mio unico obbiettivo è quello di entrare in quella fottuta macchina e sparire da qui prima che le cose si possano complicare e se dovesse succedere non avrei risparmiato nessuno.

"Sei ferito" dice Jason correndo.

Non gli rispondo mettendo Nathaly sul sedile posteriore della macchina e subito dopo mi accomodo anche io, Jason capendo di muoversi corre per avviare il motore, non appena partiamo mi accendo una sigaretta aspirando a fondo la nicotina.

Per sempre miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora