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"Capitolo corto perché i prossimi saranno più lunghi, leggertelo con attenzione contiene spoiler del prossimo capitolo"

Jared

Guardarla con la canna della pistola sulla tempia mi rende strano, ho visto molte volte questa scena, ho visto anche molte volte persone suicidarsi senza mai provare un solo brivido.

Ed ora tutto il mio corpo è scosso da brividi e la fronte umida di sudore.

La tiene saldamente senza nessuna paura o timore di premere per sbaglio ed è questo che mi spaventa di più, la sua estrema tranquillità, cosa che non aveva mai avuto.

Che fine aveva fatto la bambina dolce e timorosa di tutto ciò che la circondava?
Che fine aveva fatto la donna che mi aveva stregato?

Pian piano la mia mente comincia a ragionare e mi chiedo dove diavolo abbia trovato quella pistola e soprattutto chi aveva osato dargliene una.

"Non è un giocattolo quella, bambina" dico avvicinandomi di un passo verso di lei.

Alza un sopracciglio in un movimento talmente sensuale da stordirmi per un secondo, vedo solo lei e mi rendo conto di avere qualcosa che non andava, nonostante fossi timoroso gli succedesse qualcosa in questo momento non potevo fare a meno di desiderarla nuda sotto di me.

"Non ti avvicinare" dice seria.

Alzo l'angolo delle labbra desideroso di prenderla e piegarla in ogno fottuto modo e fantasia che ho verso di lei.

Lentamente cerco di prendere la pistola che tengo sempre dietro i pantaloni e stupito mi rendo conto di non averla e che la mia è proprio quella che sta tenendo lei tra le mani.

"Coglione" sussurro passandomi una mano sul volto.

Deve essermi caduta quando si è svegliata ed ha preso ad urlare, troppe emozioni mi hanno tolto la concentrazione, prendo un grande respiro guardandola mentre mando un messaggio a mio cugino.

Ci fissiamo in silenzio e non vedo la mia dolce ragazzina, vedo solo una donna pronta a tutto per mettere fine alla sua vita, se crede che glielo lascio fare così facilmente allora non ha capito nulla.

"Dove pensi ti porterà tutto ciò?" dico alzando un sopracciglio.

Nessun cambiamento, rimane impassibile davanti alla mia domanda, mentre la guardo un dubbio orribile mi sfiora la mente e spero per il medico che non sia come credo perchè potrei davvero ucciderlo questa volta.

"E tu? dove porterà tutto il male che hai fatto?" domanda a sua volta con cattiveria.

Una cattiveria che non gli si addice, un lato che non ha nulla a che vedere con lei che ha l'anima così pura e innocente che si vergogna delle sue stesse parole ma non dice nulla e continua a fingere di essere così.

Forte, determinata e cattiva.

"Bambina mettila giù" dico stufo di questa sceneggiata.

Apre e chiude gli occhi e il mio dubbio diventa più forte di prima, stringo i pugni e per la prima volta mi trovo a pregare che non sia davvero così.

La porta viene aperta e mio cugino entra senza fiato e quando vede la situazione si blocca di scatto, come se non credesse ai suoi occhi.

"Ma che cazz..." lo interrompo allungando una mano verso di lui.

"Dammi la pistola" ordino fissando negli occhi di Nathaly.

Nessuno dei due si aspettava questa mia azione, mio cugino è una statua mentre Nathaly mi fissa stranita e con la mano ancora sulla pistola, dopo aver lanciato uno sguardo Jason mi lascia la sua pistola con la mano che gli trema.

"Cosa vuoi fare?" domanda timoroso.

Controllo le pallottole ci siano abbastanza e dopo averla messa apposto punto lo sguardo su mia moglie che mi fissa confusa.

"Esci" ordino a mio cugino.

Balbetta parole su parole ma ho smesso di ascoltarlo proprio quando Nathaly rafforza la presa sulla pistola facendomi stringere i denti.

"Fuori" urlo contro mio cugino che sussulta e fugge con la coda tra le gambe.

Anche Nathaly ha sussultato leggermente ma si riprende subito indossando una maschera che rovina il suo viso d'angelo.

Il mio piccolo angelo.

"Vuoi giocare?" dico serio.

Lei a primo impatto non comprende ma quando alzo la pistola puntandola sulla tempia senza esitazione la prima crepa si nota sulla maschera di freddezza che ha indossato.

"Cosa stai facendo?" balbetta.

Carico la pistola causando un forte rumore che riecheggia in tutta la stanza e causa un'altra crepa.

"Vuoi morire? bene spara ma sappi mia piccola bambina che non avrei pace nemmeno dopo essere morta, ti seguirei ovunque" dico serio fissandola negli occhi.

Occhi che diventano lucidi e tutta la sua maschera si distrugge, le labbra prendono a tremare e anche la mano non è più così salda come prima.

Eccola, ora riesco a riconoscerla, ora vedo la donna che amo.

Guardarla negli occhi in questo momento mi rende debole, sento le gambe tremare, è incredibile come solo lei sia capace di portarmi in questo stato pietoso.

"N..N.."

"Fallo, avanti, ti aspetto dall'altra parte" dico interrompendola.

Lascia cadere la pistola scoppiando in un pianto quasi facendosi mancare l'aria, non mi muovo, resto nella stessa posizione a guardarla incapace di fare altro.

"Mi..mi dispiace, non so cosa mi sta succedendo" piange forte.

Non posso cedere ora con un dubbio nella mente, solo quando avrò la conferma allora saprò come muovermi.

"Cosa hai fatto?...quanto hai sofferto Jared?" domanda dopo un pò tra i singhiozzi.

La sua domanda mi lascia disorientato e di stucco, mi sarei aspettato di tutto ma non questo, avrei preferito che avrebbe urlato e pianto invece di pormi una domanda alla quale non so bene cosa rispondere.

Mentirle mi porterebbe solo a farmi odiare di più.

"Sono stato portato all'educazione dell'erede" ammetto infine abbassando l'arma.

I suoi occhioni si spalancano così come le labbra carnose, abbasso lo sguardo perché non posso reggere il suo in questo momento, sento dei rumori e poi un forte tonfo.

Quando alzo lo sguardo trovo Nathaly in ginocchio a terra intenta ad alzarsi in piedi, corro verso di lei guardandola male.

"Non puoi alzarti! devo fare fisioterapia" la rimprovero prendendola in braccio rimettendola subito dopo sul letto.

Mi volto per andarmene ma la sua piccola mano mi afferra la mia fermandomi, torno a guardarla e sospiro forte nel vederla così triste, mi siedo al suo fianco prendendo il suo viso tra le mani.
"Mi dispiace piccolo angelo, non ho saputo proteggerti abbastanza" sussurro appoggiando la fronte contro la sua.

La sua piccola mano si alza accarezzandomi il viso dolcemente e per un secondo chiudo gli occhi.

La sento.
La sento mia.
La sento mia moglie.
La sento la mia amante.
La sento come la mia migliore amica.
La sento come anni prima.

"Sei tornato a prendermi...saremo felici ora?"

Per sempre miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora