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Nathaly.

Guardo terrorizzata la canna della pistola con il cuore in gola, Jared non sembra intenzionato ad abbassarla anzi fa un solo passo verso di noi tenendola saldamente con una mano.

"Spostati" ordina serio.

Nego aprendo le braccia in segno di protezione per Luck, una parte di me anche se non ne capisco il motivo, sa benissimo che Jared non mi avrebbe mai sparato, la prova è esattamente davanti ai miei occhi.

Se avesse voluto davvero spararmi non avrebbe aspettato nè avrebbe detto una sola parola, stava solo cercando di spaventarmi e anche se stavo morendo di paura non avrei mai permesso di fare del male alla persona che mi ha aiutato.

"Non fargli del male" dico cercando di sembrare più naturale e sicura possibile.

Gli uomini dietro di lui non si muovono, restano fermi come delle statue aspettando un solo ordine per scatenare l'inferno, aumentando così il potere e il rispetto di Jared che alza solo l'angolo delle labbra guardandomi.

"Davvero?" domanda avvicinandosi di un passo.

Deglutisco e annuisco facendogli capire quanto questa volta mi senta sicura e coraggiosa, ma lui sembra leggere qualcosa nel mio sguardo perché non smette di avere quel ghigno fastidioso sulle labbra.

È quasi anzi, è proprio sicuro che in questo momento sto morendo di paura ma fingo di essere forte.

"Cerchiamo di rimanere tutti calmi va bene?" un ragazzo che ho già visto con Jared si avvicina con le mani davanti, ma viene ignorato completamente.

Mentre i nostri sguardi parlano tra di loro percepisco uno strano calore scaldarmi la base dei fianchi, interrompere il contatto con Jared per abbassare lo sguardo e sgranare gli occhi nel vedere due grandi mani stringermi dolcemente.

"Cazzo amico non dovevi farlo" dice qualcuno.

Apro le labbra per dire qualcosa ma qualcuno pensa bene di intervenire per prima, vengo afferrata dal braccio e spinta su qualcosa di morbido, apro e chiudo gli occhi cercando di mettere a fuoco intorno a me e ciò che vede mi lascia sconvolta.

Jared è sopra Luck colpendolo violentemente al volto che non ha modo di reagire per via dei colpi che continuano ad arrivargli, e non appena vedo del sangue sulle nocche di Jared e il viso di Luck completamente pieno mi alzo di scatto dal divano ignorando il dolore alla caviglia.

"Lascialo!" urlo afferrando il braccio di Jared.

Non aspettandoselo si ferma di scatto girandosi di poco verso di me e non appena incrocio il suo sguardo indetreggio spaventata, avevo visto molte volte mio padre perdere la calma e infuriarsi.

Gli sguardi di rabbia di mio padre non erano nulla in confronto a quello di Jared in questo momento, i suoi occhi non sembrano nemmeno umani troppo iniettati e furiosi da farmi tremare e guardarlo spaventata.

"Portatela via" sibilia tra i denti senza però lasciare la presa su Luck.

"Co-cosa?" balbetto.

Vengo afferrata dalle braccia e alzata con facilità dal suolo e caricata sulle spalle, l'ultima cosa che riesco a vedere prima di essere portata via è Jared afferrare Luck dai capelli e in un battito di ciglia gli fa scontrare il viso contro il tavolino.

-

Il viso di Luck era irriconoscibile, nonostante questo Jared non aveva intenzione di fermarsi, il pensiero che Nathaly si fosse fatta toccare da un'altro uomo lo tormentava.

"Hai toccato mia moglie" ringhiò contro il viso del ragazzo ormai incosciente.

Jason non fece nulla per fermarlo consapevole che in quel momento aveva perso completamente il controllo di se stesso, solo una volta in vita sua l'aveva visto in questo stato e giurò che mai e poi mai si sarebbe messo in mezzo.

Se Jared arrabbiato era un pericolo avere a che fare con u Jared Mendoza furioso e fuori controllo era come firmare la propria morte.

Era passata un ora da quando Nathaly era stata portata via ed ora in quel piccolo salotto si potevano sentire solo i colpi e la violenza che stava usando Jared contro quel ragazzo che non riusciva a difendersi davanti tanta rabbia.

"Tu-tu no-non l'hai v-voluta pri-ima" cerco di dire Luck con le poche forze rimaste.

Jared si fermò di scatto guardandolo con il respiro corto e le mani insanguinate, si avvicinò al suo volto prendendolo dal collo e lo guardò fisso negli occhi.

"Pensavi che tenendola qui non l'avrei trovata? quanto sei ingenuo Lucas" disse Jared.

Il ragazzo cercò di sorridere nel sentire dopo anni il suo vero nome che aveva dovuto cambiare per non essere ucciso, guardò Jared e gli sputò in faccia macchiandolo sia di saliva che di sangue.

"Non ti vorrà mai Jared io sarò ingenuo ma tu sei un mostro, il mostro che la terrorizza e questo non potrai mai cambiarlo"

Lasciò di scatto la presa su di lui indietreggiando di un passo, non seppe il motivo ma sentiva una strana sensazione al petto nel sentire quelle parole, sapeva che Nathaly non l'avrebbe mai visto con occhi diversi.

Ma a lui non importava se un giorno l'avrebbe amato, importava solo che fosse con lui per sempre.

"Portatelo da mio padre" disse soltanto pulendosi con un fazzoletto il viso.

Mentre si avvicinò alla porta si fermò alla soglia per poi tornare indietro verso il ragazzo trattenuto dai suoi uomini, prese un coltello spesso ma piccolino.

"Dimenticavo" disse prima di colpirli i palmi di entrambi le mani con il coltello.

L'urlo di dolore straziante di Luck fù così forte da poterlo sentire anche a metri di distanza, cadde sulle ginocchia prendendosi le mani per guardarle con orrore consapevole che non l'avrebbe potute usare per molto tempo.

Guardò Jared camminare davanti a lui mentre si allontana sempre di più e giurò che presto si sarebbero rivisti, venne preso malamente dalle braccia e trascinato via da quella piccola casa con la sicurezza che non l'avrebbe mai più rivista.

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Nathaly.

Di preciso non so quanto tempo sia passato da quando sono stata chiusa nella mia vecchia stanza che speravo di non rivedere mai più in vita mia.

Ora l'ansia mi stava divorando viva e il pensiero che Luck possa essere stato ucciso da Jared mi tormentava, se ripenso al suo sguardo prima di essere portata via mi vengono i brividi.

Mi chiedo se sia possibile per un umano poter avere uno sguardo così animalesco privo di umanità, solo di non aveva anima poteva possedere degli occhi spaventosi da farti desiderare di morire rapidamente.

Quando la porta della stanza viene aperta e proprio lui entra con ancora quello sguardo e la camicia completamente insegnata inizio a tremare violentemente sul letto, tra le mani tiene una corda spessa bianca e nell'altra un coltello.

"Co-cosa vuoi farmi?" Balbetto terrorizzata.
Non mi guarda nemmeno per un secondo mentre tiene in mano quella corda, la stringe e la rilascia diverse volte, come se fosse indeciso.

"Ti ho dato una casa come l'hai sempre sognata, ti ho fatto avere tutto ciò che volessi eppure sei scappata da me" dice camminando avanti e indietro.

Deglutisco cercando di trattenere le lacrime che ormai mi bagnano il viso, vorrei dire qualcosa per placare un minimo la sua rabbia ma dalle mie labbra escono solo singhiozzi.

Si avvicina così mi faccio più piccola possibile per non avere nessun contatto con lui ma mi afferra la caviglia ferita facendomi urlare dal dolore, abbassa lo sguardo guardandola con attenzione.

"Domani mattina verrano tutti i capomafia, ti lascerò andare Nathaly con la consapevolezza che mai più nessun mafioso ti sposerà" dice stringendo più forte la caviglia.

Nonostante le mie urla di dolore con la corda mi lega le caviglia tra loro e anche le mani immobilizzando poi sotto il suo corpo, mi dimeno più possibile iniziando a pregarlo di lasciarmi andare.

"Hai giocato con il fuoco" mi ringhia contro l'orecchio.

Mi fermo di scatto quando con la lama fredda del coltello mi accarezza il viso, lo guardo orrore e trattengo il respiro mentre mi accarezza dal viso al collo tenendo gli occhi fissi nei miei.

"Non condivido piccolo angelo"

Per sempre miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora