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Come ogni mattina di lunedì Nathaly si stava facendo fare le trecce alla francese, una volta alla settimana poteva vedere Jared e voleva essere perfetta.

Aveva solo dieci anni eppure voleva disperatamente apparire perfetta ai suoi occhi, nella mafia non è una novità che un uomo abbia più donne, una moglie e tanti amanti, lei non voleva questo.

Voleva essere tutto per lui.

Si conoscevano da quando aveva memoria e non poteva spiegare i forti sentimenti di una bambina, ricordava ancora la prima volta che l'aveva visto.

Anche se più grande di lei di quattro anni ed era un bambino proprio come lei, aveva uno sguardo fisso e profondo, un corpicino leggermente robusto, vestito in un vestito elegante come suo padre.

Ma ciò che l'aveva colpita erano gli sguardi che gli dedicava, erano unici e veri e lei lo sapeva.

Capitava solo quando erano soli, perché in presenza di altre persone era sempre freddo e distaccato.

Ma tutto cambiava quando erano soli.

"Nathaly sono arrivati, sei pronta?" disse suo padre entrando nella sua cameretta tutta rosa.

Lei annuì e si guardò allo specchio sorridendo del suo vestito rosa e bianco, anche se era solo una bambina gli avevo insegnato che doveva essere sempre perfetta in ogni occasione e questa era la più importante per lei.

Si mise le ballerine anch'esse rosa e seguì il padre fuori dalla sua stanza, ci stava provando con tutte le sue forze di tenere lo sguardo alto ma più ci provava più il suo sguardo si abbassava sulle sue ballerine.

E quando arrivò al piano terra dove la famiglia Mendoza erano in piedi fermi davanti alle scale, davanti c'era Robert Mendoza, al suo fianco Merin Mendoza e infine lui.

Jared Mendoza, se ne stava dietro il padre con una sigaretta e lo sguardo fisso su di lei, che ne era ossessionato non era una novità per nessuno, e più passava il tempo più la sua ossessione cresceva fino a diventare spaventosa.

Jared aveva solo quattordici anni ma era già un uomo d'onore agli occhi della mafia, era già una macchina da guerra.

Tutti di lui dicevano che sarebbe stato la mafia, che sarebbe arrivato a livelli che nessuno sarebbe mai arrivato, il re della mafia.

Tutti erano invidiosi di Robert, perché lui aveva il degno erede.
Anche se crudele, per la mafia un bambina maschio era una macchina.

Una macchina da guerra.
Una macchina per espandersi.
Una macchina per il potere.
Un futuro mostro.

"Williams" disse Robert allungando una mano verso il padrone di casa.

Eric strinse la mano senza esitazioni sorridendo però con forza, non aveva problemi con la sua famiglia ma non era più così sicuro di lasciare la sua bambina nelle mani di quel piccolo mostro.

L'aveva visto con i suoi occhi di cosa fosse in grado di fare quel semplice bambino di quattordici anni e non era tranquillo.

Si accomodarono nel grande tavolo e come sempre Nathaly era al fianco di Jared che non l'aveva persa di vista anche se non l'aveva salutata nemmeno, era attento e nervoso.

Presero a consumare la cena in silenzio mentre i genitori parlavano tra loro, almeno fin quando Eric a fine cena non diede il permesso ai ragazzi di andare nel giardino però sotto lo sguardo di Edward.

La guardia del corpo di Nathaly dalla nascita.

Jared fu il primo ad alzarsi e uscire mentre la piccola Nathaly salutava tutti dolcemente seguendo poi il suo amato bambino.

Edward non li perdeva di vista, era appoggiato al muro e seguiva tutti i movimenti di Jared, non gli piaceva quel ragazzo, qualcosa gli diceva che in futuro avrebbero avuto un faccia a faccia ma una cosa era sicura per lui.

Avrebbe protetto per sempre Nathaly al costo della sua vita.

Nel frattempo Nathaly parlava e parlava mentre Jared ascoltava in silenzio, amava sentire la sua voce ed era per questo che non diceva una parola.

A ogni parola era come una melodia che gli rilassava ogni demone.

"E io sono bella Jared?" domandò dolcemente.

Lui la guardò.
La guardò con uno sguardo diverso delle altre volte.
Lei stava crescendo e lo stava facendo con lui.
Più cresceva è più diventava bella.
Ma soprattutto donna.

"Tu sei meravigliosa piccolo angelo"

Ed era vero, ai suoi occhi era il suo meraviglioso piccolo angelo e sarebbe stata sua per sempre, fu la promessa che si fece quando posò dolcemente le labbra sulla sua guancia calda sotto lo sguardo sconvolto della piccola.
-

Presente...
JARED.

Ora la notte non dormivo più, passavo tutto il tempo libero al suo fianco con un vuoto al petto doloroso.
Il non sapere cosa stesse pensando o provando mi portava alla pazzia.

"Mi dispiace signor Mendoza...'"

Ogni giorno la stessa frase ma nessun cambiamento, solo il medico è cambiato eppure non vedo cambiamenti.

Vederla in quello stato mi uccideva.
Vederla spegnersi senza poter far nulla mi distrugge.
Vederla così mi rendeva debole.
Ero morto dentro...

Guardo il medico visitarla come ogni giorno mentre rispondo al messaggio di Eric, in questi giorni si è rivelato molto più d'aiuto lui che tutti i miei uomini messi insieme.

Questo non cambia che lui farà di tutto per togliermi mia moglie e io sono pronto a una guerra contro di lui in ogni caso.

E se devo ucciderlo per tenermi Nathaly, credo proprio che ci sarà un funerale non appena si sveglierà.

Non lascerò mai andare Nathaly, sarò anche malato, ossessivo e anche possessivo.

Ma lei mi rendeva vivo.

"Signor Mendoza deve vedere questo" disse il medico indicando qualcuna in un computer.

Mi alzo e mi avvicino per cercare di capire cosa ci sia di cosi strano ma oltre a tutto bianco e nero non vedo nulla, lancio uno sguardo al medico avvidandolo di parlare il prima possibile perchè non ho tempo da perdere.

"Vede questo?" disse ancora indicando un puntino bianco al centro.

Sospiro pesantemente mentre un senso di paura mi invade tutto il corpo, se dovesse succedergli qualcosa non avrei idea di come potrei reagire, ma sono sicura solo di una cosa.

Se gli succede qualcosa il mondo brucerà.

Indietreggio d'un passo e per la prima volta mi sento strano, un vuoto al petto mi impedisce di respirare e i miei movimenti diventano lenti e pesanti.

Il suo sorriso è inciso nella mia mente mandando a puttane tutta la mia sanità mentale.

Mi appoggio con una mano al muro e mi accendo una sigaretta speranzoso di calmarmi ma i battiti del cuore aumentano tanto che sono costretto ad appoggiare una mano per essere sicuro non stia uscendo dal petto.

Se dovessi perdere lei perderei me stesso ne sono sicuro.

Il medico corre verso di me ma non appena cerca di toccarmi lo allontano violentemente facendolo cadere a terra, nella mia mente viaggia solo una cosa, una cosa che mi impedisce di ragionare.

Non l'ho protetta e potrei perderla...

Il medico si rialza e si avvicina ma questa volta cauto mentre io fisso il corpicino di Nathaly stesso nello stesso punto da un mese, così delicato e indifeso.

Tutto torna a circolare velocemente come il sangue nelle vene alle parole del medico dette con forza e coraggio.

"Signor Mendoza la ragazza è in dolce attesa."

Per sempre miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora