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Nathaly.

Guardo mio padre una, due e anche tre volte assicurandomi di non aver sentito male, tutto il mio essere mi urla di prendere la sua mano e correre lontano da qui, da lui per sempre.

Poi però mi ricordo di cosa è capace Jared e della morte di Edward, non potevo permettere di perdere anche mio padre, mi sarei sentita non solo in colpa ma anche finita, spezzata per sempre.

"Papà" sospiro guardandolo negli occhi.

Sapevo che mio padre è un grande mafioso e che non si sarebbe mai fermato davanti a niente e nessuno se io gli avesse solamente fatto un piccolo segnale, ma avevo troppo da perdere ed avrei preferito sacrificare me stessa che vederli in una bara.

"Sei sicura? sicura..sicura?" ripete guardandomi con speranza che dica di no.

Ma annuisco facendolo sospirare pesantemente e guardare oltre le mie spalle, così mi voltai anche io incrociando subito lo sguardo sicuro e minaccioso di Jared dalla finestra, non mi perdeva mai di vista anche nella villa questo devo ammetterlo.

"Ti...ti tratta bene?" domanda mio padre in un sospiro quasi tremante.

Distolsi lo sguardo da quello di Jared per guardare mio padre e un nodo alla gola mi impediva di parlare, i ricordi della cantina raffiorano mozzandomi il respiro e aumentando i battiti del cuore.

Cercai di non farmi notare e presi più respiri possibile cercando di calmarmi ma non ottenni nessun risultato se non quello di agitarmi ancora di più.

"Nathaly?" un richiamo che sento lontano anni luce.

Apro e chiudo gli occhi iniziando a barcolalre da un l'alto all'altro, il battiti del cuore non ne vogliono sentire di calmarsi anzi sembrano aumentare a ogni battito di ciglia, la testa prende a girarmi e se non fosse per qualcuno che mi afferra dalla vita sarei sicuramente caduta.

"Piccolo angelo?" un sussurro, una certezza che ovunque sia le sue braccia saranno sempre pronte a sorreggermi.

Mi fa voltare verso di lui e quando incrocio il suo sguardo anche se serio come sempre, in questo momento ci vedevo così tante emozioni contrastanti, tristezza, paura e angoscia, emozioni che non gli appartengono eppure lo rendono meraviglioso.

Qualcuno urla e dopo un forte rumore alle mie spalle mi fa sussultare tra le braccia di Jared eppure non interrompo i nostri sguardi, pian piano i battiti del cuore si calmano e i ricordi spariscono lasciando spazio solo alle sue iridi profonde che mi trascinano dentro un vortice di calore e protezione.
"Cosa gli hai fatto pezzo di merda?" un altro urlo e poi uno strattone che mi costringe ad allontanarmi da Jared e fare una smorfia di dolore.

Ed è in questo istante che vedo perfettamente il suo sguardo cambiare in qualcosa di oscuro, lo stesso di quel giorno nella casetta di legno e in quella cantina, un fremito mi colpisce e abbasso il mio iniziando ad avere paura.

"Ora basta" un sussurro pieno di rabbia e promesse.

Poi mi ricordo il perché sono qui, e prima che Jared possa fare o dire qualcosa che sicuramente porterà solo dolore agisco nel migliore dei casi.

"Sto bene papà, io e Jared vorremmo sposarci entro la fine del mese" dico sicura di me e voltandomi verso mio padre guardandolo dritto negli occhi.

I suoi si spalancano e lascia quasi scottato la presa sul mio braccio, fa un passo indietro come se gli avessero appena sparato al petto cogliendolo di sorpresa, cerco di regolarizzare il mio respiro per evitare di commettere un danno che non saprò gestire in futuro.

"Ricordi?" dice mio padre.

Alzo un sopracciglio non capendo assolutamente a cosa si riferisce ma prima che possa chiedere spiegazioni Jared si mette davanti a me impedendomi così di poter guardare mio padre, ora solo loro che si guardano, minacciano e sfidando.

Per sempre miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora