Capitolo 1

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<Allora, Enji ha detto che sono dalla parte del McDonald's, quindi non serve guardare dappertutto, okay, Izuku?> disse Inko. Più che con Izuku, sembrava stesse parlando da sola. Si vedeva che era parecchio agitata.

Anche a lui capitava di parlare tra sé e sé, di tanto in tanto. Di solito, quando succedeva, i bulli gliela facevano pagare con qualche pugno nel costato.

<Okay, mamma.>

<Ah, Izu, ci sarà anche Shoto. Te l'avevo già detto, vero?> chiese lei guardandosi attorno in cerca del McDonald's.

<Sì, cinque volte.>

<Oh, okay, perfetto. Ha solo un anno in più di te, quindi andrete d'accordo, ne sono certa!>

Izuku annuì senza troppo entusiasmo. Aveva visto una foto di Shoto Todoroki su Instagram e non gli sembrava la persona più socievole del mondo. Era sicuramente un bel ragazzo e stava spesso con i suoi compagni della squadra di football, ma il suo viso gli suggeriva che fosse molto serio, forse scontroso. Si augurava di sbagliarsi.

Seguì sua mamma fino alle scale mobili e non gli ci volle molto per individuare il suo patrigno. E come non farlo?

Enji Todoroki era un uomo enorme. I suoi bicipiti erano il doppio delle cosce di Izuku e il suo petto era spaventosamente largo. Si elevava in altezza di un buon metro e novata pieno e aveva delle gambe così muscolose che probabilmente avrebbe potuto sollevare un'automobile facendo uso solo dei quadricipiti.

Izuku era terrorizzato da lui. A differenza sua, era basso, mingherlino e chiaramente deboluccio. Se Enji gli avesse mai tirato un pugno, probabilmente l'avrebbe spedito in coma per sei mesi buoni.

<Oh, eccoli!> esclamò sua madre quando lo vide in piedi assieme al figlio.

<Mh, già...>

Finirono di scendere le scale mobili e si diressero con le valige fino ai due Todoroki. Quando Izuku vide la madre sporgersi verso il fidanzato per ricevere un bacio, si girò dall'altra parte, preferendo fronteggiare Shoto piuttosto che assistere a quello spettacolo. Se ne pentì immediatamente.

Le foto non rendevano, lo doveva ammettere. Shoto Todoroki era di sicuro meno possente del padre, ma era alto quasi quanto lui e aveva un corpo molto tonico. Da giocatore di football, immaginò. Spalle larghe, vita stretta, gambe forti. Il lato molto gay di Izuku avrebbe apprezzato parecchio quella visione, se non fosse stato per lo sguardo gelido che il ragazzo gli lanciò. Non sembrava contento di vederlo.

Dopo qualche secondo di silenzio passato a osservalo in imbarazzo, Izuku prese coraggio.

<Ehm... piacere, sono Izuku.> Allungò la mano forzando un sorriso. Shoto si limitò a osservarla con un sopracciglio alzato, come se si stesse chiedendo cosa diamine stesse facendo, protendendo quell'arto mingherlino verso di lui. Passato qualche istante, Izuku l'abbassò. Probabilmente non aveva mai provato tanto disagio in vita propria. <Sì, okay...> Si schiarì la gola e sviò lo sguardo. <Capito. Niente stretta di mano.>

Shoto alzò gli occhi al cielo e con pochissima gentilezza gli strappò la valigia dalle mani. <Pa', andiamo?>

Enji smise di parlare con Inko e si voltò verso di loro. <Ah, sì, certo. Andiamo.> Prese dolcemente la valigia della fidanzata, non senza prima lanciarle uno sguardo schifosamente affascinante, e li condusse fuori dall'aeroporto.

Izuku rimase dietro di loro, di fianco a Shoto, e preferì starsene zitto. Proprio come i bulli gli suggerivano sempre di fare.

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Villa Todoroki era spaventosa. Più che a una villa, assomigliava a un castello, e in effetti probabilmente lo era stato fino a quando Enji Todoroki non l'aveva comprata.

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